TELEVISIONE E SPORT DI BASE

Alla televisione dello sport di base non interessa molto, è quasi in conflitto con questo. E’ utile lo sport spettacolo perché veicola inserzionisti pubblicitari e fa funzionare bene la televisione ma lo sport di base è una palla al piede, un potenziale nemico che, come minimo ha tutti i numeri per farci capire quanto la televisione sia potenzialmente pericolosa per la salute.

Con la pandemia abbiamo perso una grossissima occasione per liberarci della schiavitù della televisione e per sbugiardarla una volta per tutte. Al contrario, in contropiede ha messo a segno una rete molto importante e non molla di un millimetro il suo impatto colossale sulla società.

Tutti all’inizio pensavamo che questa pandemia fosse prevalemtemente un prodotto televisivo per tenerci incollati agli schermi a aumentare gli ascolti. E’ per quello che quando sono venute fuori le prime disposizioni restrittive non c’era alcun rigore nel rispettarle, eravamo increduli in attesa che si sgonfiasse questo ennesimo show televisivo. Poi però lo show televisivo ha cominciato ad andare per le lunghe, abbiamo visto realmente che gli ospedali si riempivano e molte persone si sono ammalate davvero. A quel punto è stato il trionfo della televisione: una volta tanto ci raccontava qualcosa di autentico, qualcosa che stava succedendo davvero, non solo, ce l’aveva raccontata addirittura in anticipo e noi colpevoli che non ci abbiamo creduto subito a tergiversare senza comportarci immediatamente come se queste fossero cose vere.

Con il senno di poi si può anche dire che se qualche politico (penso al presidente del consiglio che poi di fatto ha “governato” tutta la situazione) fosse andato in tv, a reti unificate a dire “Abbiate pazienza, questa non è la solita panzana televisiva, è autentica, abbiamo bisogno che vi fermate davvero per contenere il contagio, se non volete guardare la televisione giocate a carte ma questa volta credeteci perché è tutto vero…” Sarebbe riuscito a fermarci prima e saremmo stati ancora più incisivi nella lotta contro il virus. In alcuni paesi è successo esattamente l’opposto. Grazie alla televisione alcuni politici sono andati a raccontare che non stava succedendo niente e poi sono stati smentiti dalla televisione stessa che anche li ha trionfato perché, giustamente, la figuraccia ce l’ha fatta il politico e non la televisione.

La televisione poi ha continuato a fare un casino formidabile con le cifre perché quello era lo spettacolo da mettere in scena per tenere gli spettatori incollati. Così invece di dire subito che c’è un conflitto colossale fra profilassi sanitaria ed esigenze dell’attuale sistema economico si è messa la questione su “Ha ragione questo o ha ragione quell’altro…”.

Insomma lo spettacolo televisivo ha funzionato alla grande e funziona ancora perché ha carburante sempre nuovo.

Le notizie inutili non si danno. Che l’aria durante il blocco era decisamente più pulita e salubre non è stato assolutamente sottolineato per niente. Che gli italiani hanno sclerato più per il divieto di uscire di casa anche per un ora al giorno a respirare che non per il blocco dell’attività lavorativa non l’ha sottolineato nessuno e così è passato pure inosservato il fatto che fra mille mosse azzeccate quella di vietare l’attività fisica è stata probabilmente la fesseria che ha permesso al contagio di infierire su soggetti resi più deboli nel sistema immunitario da tale imposizione. Eppure gli italiani si sono accorti dell’importanza dell’attività fisica in questo periodo e molti di loro si sono resi conto della forzatura assurda in tal senso. Però, ovviamente in televisione il dibattito è stato spostato sul campionato di calcio e per cui il vero tema è quando poteva ripartire questo più che capire che accidenti di attività potevano fare senza correre rischi tutti gli italiani costretti a respirarsi il virus ben bloccati fra le mura di casa.

Insomma il dettaglio era la settimana precisa della ripresa del campionato di serie “A” e non che fra mille restrizioni utili ce n’erano anche di potenzialmente pericolose quale la costrizione di stare perennemente in casa potendo solo arieggiare i locali. Su quello si è dibattuto gran poco e siamo ancora al livello che un eventuale riacutizzazione della pandemia ci potrebbe portare anche a subire un trattamento analogo.

Il dibattito televisivo praticamente è orientato sulle cretinate e più che affrontare seriamente le esigenze di una profilassi sanitaria che tuteli sia le esigenze di contenimento del virus che quelle del mantenimento di un regime di vita salutare si sposta la disputa sul virologo pessimista e su quello ottimista, che continuano a dire la stessa identica cosa solo che per esigenze televisive si fa finta che siano su posizioni diametralmente opposte.  Qualsiasi virologo sa che per esigenze di contenimento del virus anche misure molto drastiche possono avere un certo significato e qualsiasi virologo sa che comunque l’adozione di tali misure è anche un problema politico.

Lo sport spettacolo, almeno il calcio ha ripreso a funzionare abbastanza bene, soprattutto in televisione, quello di base, come sempre non ha il giusto spazio e alcune contraddizioni lo stanno ancora limitando dal punto di vista dei regolamenti di profilassi per il covid.  Ma il punto non è quello perché mese più, mese meno se il Covid rallenta ulteriormente anche gli ulteriori blocchi verranno rimossi. Il punto è che anche a fine pandemia lo sport di base resterà quella cosa marginale, molto meno importante dello sport spettacolo e che la televisione ha perso ancora una volta l’occasione per pubblicizzare come attività  necessaria per la salute.  Tanto si è detto di stare in casa quanto c’era il blocco totale e tanto poco si è detto di mettersi a fare attività all’aperto quando era ora di farlo. Ci mancava solo che dicessero “Beh per precauzione passatevi a casa davanti alla tv pure tutta l’estate che così fa ancora meglio alla salute”.

In spiaggia e nei bar ne succedono di tutti i colori ma alcuni sport sono ancora limitati nella loro frequentazione per blocchi che ormai sono assurdi. Non è questo il punto. Il punto è che dove c’è il business tutto viaggia alla velocità della luce e viaggia splendidamente anche rischiando di produrre delle “false partenze” pericolose, dove non c’è il business si va a rilento e pare che il virologo prudente che in televisione ammonisce i cittadini a non fare fesserie parli solo per frenare quello.

La distorsione dell’informazione resta la capacità più rilevante della televisione, privata e pubblica, questa non è manovrata dal virus che per quanto intelligente fin lì non ci arriva ma dal mercato che ha le sue mille strategie per tutelare sé stesso.

Gli stadi, anche senza pubblico erano aperti giù abbastanza presto. Molti campo giuochi anche se i vari decreti ne autorizzavano l’apertura ben prima della ripresa del campionato di calcio, hanno continuato a restare chiusi anche dopo questo evento perché in attesa della ditta di sanificazione. Ma le telecamere avevano priorità per ciò che accadeva dentro gli stadi. Gli studi, (e non gli “stadi”) nel frattempo ci dicevano che le sanificazioni di giostre all’aperto che sono restate inutilizzate per tre mesi non avevano molto senso visto che il virus non sopravvive all’aperto alle luce del sole che per pochi minuti. Al limite era sufficiente attendere una giornata di sole. Troppo semplice e, soprattutto, non dibattuto per televisione, dove ben altre questioni hanno tenuto banco.