10 REGOLE D’ORO PER LA PRATICA DELL’ATTIVITA’ MOTORIA

10 REGOLE D’ORO PER LA PRATICA DELL’ATTIVITA’ MOTORIA

Nel sottolineare ancora una volta come una serie di consigli generici rischi di risultare del tutto inopportuna se non calata nella realtà dei singoli individui, mi permetto di elencare delle “regole d’oro” che, a mio parere, vanno considerate per un corretto approccio all’attività motoria.
Il paragone con il cibo può apparire irriverente perchè il cibo è sacro ma mi serve comunque per far capire quanto sia importante l’attività motoria, anche se non può ambire alla “sacralità” del cibo.

REGOLA N° 1: PER TUTTA LA VITA
Non c’è un momento per l’attività motoria, un po’ di movimento va praticato per tutta la vita, così come si mangia per tutta la vita. Come per il cibo nell’età dello sviluppo ce n’è più bisogno mentre in terza età se ne può ridurre la quantità.

REGOLA N° 2: GLI ECCESSI

Troppa attività motoria, così come troppo cibo, fa male alla salute.
C’è da dire che prima o poi ci si accorge quando si sta esagerando. Purtroppo, anche lì come nel caso del cibo, alcuni freni possono saltare ed allora è il caso di fermarsi un attimo a meditare per non farsi del male con qualcosa che è stato inventato per farsi del bene.

REGOLA N° 3: TROPPO POCO MOVIMENTO

Così come la carenza di cibo, la carenza di attività motoria è ancora più pericolosa del suo eccesso.
Il danno da sedentarietà è una delle emergenze della nostra era ed anche se non è assolutamente da paragonare al dramma della fame si può tranquillamente affermare che nel mondo occidentale è addirittura causa di morti precoci.

REGOLA N° 4: I CONTROLLI MEDICI

I controlli medici sono indubbiamente molto importanti e non vanno assolutamente trascurati. E’ opportuno precisare alcune cose per non prendersi in giro e far chiarezza sulla materia che è molto dibattuta anche a livello legislativo.
Non vi è alcun dubbio sulla necessità di controlli accurati per chi pratica attività sportiva agonistica. L’obbligatorietà di un certificato medico è stabilita per legge e le prove da sforzo contemplate negli accertamenti hanno valide motivazioni. Sarebbe opportuno contemplare anche un obbligo di certificazione medica per i sedentari cronici. Questa che può apparire una battuta di spirito è la premessa per accennare alla sacrosanta normalissima attività motoria non agonistica che tutti i cittadini dovrebbero praticare, senza distinzione di età di sesso e di religione. Non ha alcun senso stabilire l’obbligatorietà di certificazione medica per una normale e sistematica attività motoria per la salute. Non ha senso perchè il pericolo vero è non praticarla. Avrebbe senso, come detto prima, obbligare tutti i sedentari cronici ad accurati e reiterati controlli medici per monitorare costantemente il danno da sedentarietà. Per cui, perchè viene richiesto al cittadino qualunque un certificato di idoneità per la sua normalissima attività motoria che fa solo che bene alla salute quando non viene chiesto alcun certificato al sedentario che continua a mettere a repentaglio la sua salute con un comportamento pericoloso?
Con riferimento alla normale attività motoria non agonistica dovrebbe essere più che sufficiente il parere del medico di base che non ha alcun senso obbligare a produrre inutili scartoffie, il quale accerta le condizioni generali di salute del suo paziente. Se queste non sono buone i problemi che si presentano per svolgere la normale attività motoria sono gli stessi che si presenteranno per andare a lavorare o per andare al cinema o peggio ancora per andare allo stadio a vedere la propria squadra del cuore, attività piuttosto pericolosa per la quale non è richiesto alcun certificato medico.

REGOLA N° 5: RISPETTARE LA GRADUALITA’

Gradualità è la parola d’ordine per chi non vuole incappare in spiacevoli sorprese con l’attività motoria. Spesso uno sforzo fisico non è esagerato in quanto improponibile per un certo soggetto ma inopportuno per il semplice motivo che non è stato proposto al momento giusto e con la giusta gradualità. Quel tipo di impegno, che quel giorno si è rivelato esagerato, probabilmente in un momento successivo avrebbe potuto essere affrontato senza problemi. Pensare all’attività che si svolge e rispettare con pazienza il principio della gradualità è il modo migliore per non sbagliare con l’attività fisica.

REGOLA N° 6: LO DICEVA DE COUBERTIN

Il barone Pierre de Coubertin, già nel 19° secolo, con riferimento allo sport, affermava che “…l’importante è partecipare.”
Questa splendida affermazione vuole semplicemente dire che lo sport fa bene alla salute praticato senza la necessità di vincere. Chi vince ha, in più, l’onore della vittoria, chi perde prende comunque parte ad un gioco che fa bene alla salute.
C’è da dire che de Coubertin si occupava di Olimpiadi e così le nostre federazioni sportive, a più di un secolo di distanza, continuano a credere che “…l’importante è partecipare… alle Olimpiadi!” Solo in questo modo si spiega l’atteggiamento verso lo sport agonistico dove ancora oggi si continua a dare la precedenza all’attività di vertice rispetto a quella di base.
Avere molti atleti che partecipano alle Olimpiadi (e quindi professionisti dello sport, perchè di veri e propri professionisti si tratta) è una bella cosa ma avere una gran base di praticanti dello sport, in un paese evoluto, è una cosa ancora più importante. Il cittadino medio guadagna in salute molto più dalla sua pratica sportiva che dal buon piazzamento dell’atleta professionista che vede in televisione.

REGOLA N° 7: MODE E “INESTETISMI”

Chi svolge attività motoria per rimodellare il proprio fisico dovrebbe essere costantemente seguito da un tecnico.
Così come chi si mette a dieta si fa seguire da un dietologo per non correre inutili rischi, anche chi pratica attività motoria in modo tale da provocare cambiamenti importanti della struttura fisica fa bene ad affidarsi ad un esperto del movimento. Un piano di preparazione fisica che modifica in modo apprezzabile le proporzioni corporee non è certamente un piano “soft” e, come tale, può turbare delicati equilibri. E’ importante precisare che, nella maggior parte dei casi, le quantità di attività motoria necessaria per restare in salute sono ben inferiori a quelle necessarie a produrre cambiamenti strutturali nel fisico.
Insomma attività fisica per la salute e attività fisica per dimagrire purtroppo non vanno sempre di pari passo e siccome troppo spesso il dimagrimento è il vero obiettivo di chi, dopo un lungo periodo di letargo, riscopre improvvisamente l’attività motoria è opportuno anche mettere in guardia sui potenziali rischi di un’attività che modifica il fisico.

REGOLA N° 8: ATTIVITA’ MOTORIA COME “DIRITTO”

Purtroppo in un mondo dove ancora il cibo non è un diritto è difficile affermare che lo deve essere l’attività motoria.
Però, in un paese evoluto, l’attività motoria dovrebbe essere un diritto, se non altro per far contenere allo Stato i costi per l’assistenza sanitaria. Se la gente può muoversi si ammala di meno. Far muovere i cittadini è un investimento sulla loro salute.
Così, anche in tempi di crisi economica, il cittadino potrebbe insistere a reclamare le cose importanti per il movimento: piste ciclo-pedonali, parchi urbani, piscine, campi sportivi e palestre pubbliche. Quando i fondi mancano la volontà politica può fare grandi cose: una pista ciclo-pedonale può nascere anche con un po’ di colore se solo si ha il coraggio di deviare il traffico automobilistico laddove è possibile farlo.
Talvolta il problema non è nemmeno delle amministrazioni comunali ma proprio dei cittadini che preferiscono scorrere rapidi con l’auto anche in centro città piuttosto che “subire” un restringimento di carreggiata che rallenta le auto ma può far nascere una nuova pista ciclabile.
La questione delle piste ciclabili più che un fatto economico è una questione culturale.

REGOLA N° 9: ATTIVITA’ MOTORIA COME “DOVERE”

Pretendere la pista ciclabile e poi non usarla sarebbe assurdo.
Allora il vero salto di qualità culturale deve arrivare dalla mente dei cittadini. Se l’attività motoria è vista anche come un dovere del buon cittadino cambia tutto.
Il ciclista che usa la bici in città fa del bene a se stesso (se non viene travolto da un’auto) ma fa del bene anche agli altri perchè contribuisce a decongestionare il traffico e quindi a ridurre sensibilmente l’inquinamento da gas di scarico.
Purtroppo, mentre si può sperare nel cittadino virtuoso che usa la bici per il progresso della città, non si può sperare nell’eroe che si immola per la causa pubblica conscio di avere molte possibilità di essere travolto da un’auto.
Forse nei convegni sui benefici dell’attività motoria dobbiamo cominciare a disquisire in modo piuttosto banale sulle possibilità concrete di movimento offerte dalle nostre città.

REGOLA N° 10 IL CONFRONTO CON GLI ALTRI ED IL CONFRONTO CON SE STESSI

L’umiltà nella pratica dell’attività motoria è un’altra cosa fondamentale come la gradualità.
Il confronto con gli altri e con se stessi deve essere sempre positivo e dettato da una grande umiltà.
Più che guardare con invidia al piatto del vicino sarebbe opportuno pensare a chi muore di fame e accontentarsi di ciò che si ha.
C’è un detto che recita “Contro la fame cambia la vita”. Con riferimento all’attività motoria se ne potrebbe inventare uno del tipo: “Contro la sedentarietà cambia lo sport”.
In un contesto dove esiste la fame riuscire a mangiare tutti i giorni è già un successo. In un contesto dove dilaga la sedentarietà riuscire a svolgere una qualsiasi attività motoria con una certa continuità è sempre un successo al di là dei risultati che si ottengono. E quindi, valutando i risultati, è inutile confrontarsi con il rendimento sportivo di soggetti che hanno una dotazione genetica indiscutibilmente superiore alla nostra, così come è inutile confrontarsi con noi stessi di vent’anni prima quando ormai siamo in una fase dell’esistenza dove lo scadimento delle capacità motorie è iniziato già da un bel po’.