L’etimologia della parola “sport” più o meno vuol dire proprio “spostamento del problema” perché lo sport sarebbe una “divagazione” pertanto un qualcosa che stacca dai problemi quotidiani, alla fine una “sostituzione del problema con un altro”. Con lo sport si crea un problema per non pensare ad un altro problema più gravoso dal quale è opportuno staccare la testa di tanto in tanto.
Più il problema legato allo sport è consistente e corposo e più riesce nell’intento di non far pensare al problema esistenziale di base, sia esso il lavoro, il rapporto di coppia, la salute non troppo entusiasmante propria o di familiari, insomma tutte quelle rogne del vivere comune che quando ci si pensa un po’ troppo non fa nemmeno bene. A volte il problema sport è così consistente che diventa il vero problema esistenziale dello sportivo che surclassa gli altri. E’ così nel caso dell’atleta professionista che non può praticare sport per distrarsi perché lo sport è proprio il suo mestiere.
Diciamo che invece la funzione non è di creare un problema più grande di quelli già esistenti ma di creare un problema sopportabile e sostitutivo di altri che magari sembrano meno risolvibili. In tal senso lo sport viene anche “somministrato” alle masse per fare in modo che stiano tranquille e non insorgano contro i problemi opprimenti ai quali sono abbandonate.
Da questo punto di vista è più utile somministrare lo sport spettacolo (pane e circense) che non dare l’opportunità di praticare lo sport vero. Il perché è presto detto: mentre lo sport spettacolo tutto sommato non è nemmeno troppo oneroso da mettere in scena (praticamente si autofinanzia con la pubblicità che alimenta il sistema dei consumi) e riesce nel grandioso intento di rincoglionire le masse senza farle pensare, al contrario lo sport vero oltre ad essere oltremodo oneroso perché richiede un gran numero di strutture e non ha grandi sponsor ha il pessimo difetto di fare bene alla salute dei suoi adepti e soprattutto di portarli a pensare con spirito critico.
Lo sportivo sano è potenzialmente un grande rompiballe, un sovversivo convinto, una persona che non si accontenta di lasciare il mondo come l’ha trovato ma vuole che almeno in piccola parte possa essere migliorato ed essere reso più vivibile da tutti e non solo da chi muove i fili come un burattinaio. Lo sportivo vero non si accontenta di fare la marionetta ma vuole essere protagonista della sua esistenza.
Viene da pensare che il concetto vero di sport sia solo quello riferito allo sport spettacolo, se vogliamo che la gente non pensi ai problemi veri bisogna dare in pasto lo sport spettacolo che crea i problemi finti e così nascono le tifoserie con tanto di ultras che si preoccupano che la squadra del cuore abbia i numeri per ben figurare. Così si può anche incendiare qualche cassonetto e fare un po’ di caos ma non per i problemi veri, quanto per la sconfitta della squadra del cuore che diventa il vero dramma esistenziale.
Un concetto più sano di sport invece può essere quello di “inquadramento” del problema. Allora tu visualizzi il problema e grazie allo sport prendi l’ossigeno per recuperare ed andare alla caccia in tempi successivi delle strategie atte a contenere il problema stesso.
Oltre che come “spostatore” e/o razionalizzatore di problemi lo sport può essere visto come chiave di sublimazione di un qualcosa che magari non è nemmeno da evitare ma si presta ad una rivisitazione. Nel rapporto di coppia il problema è evidentemente la coppia che non funziona ma può esistere anche il “non problema” quando il rapporto pur funzionando alla grande tende ad essere monopolizzante dell’esistenza ed allora lo sport funziona da splendido contorno e momento di finto stacco. In tale situazione in realtà non c’è un vero e proprio stacco ma semmai un’ azione di conferma di un certo stato esistenziale che sta producendo validi effetti. Lo sportivo gratificato da un rapporto che funziona porta sul campo tale gratificazione e riesce a sublimarla anche in una buona pratica sportiva che parte con la giusta condizione emozionale.
Pertanto lo sport è comunque uno strumento che aiuta a vivere meglio ed in particolare in presenza di problemi di una certa rilevanza tende e sminuirli operando una vera azione di spostamento, può essere anche ottima lente per visualizzare meglio alcune problematiche e poterle analizzare, non è fonte di nuovi problemi se non artificiali e di scarsa rilevanza perché se è esso stesso un problema grave è in grottesca contraddizione. E’ inteso nella sua forma veramente efficace come sport praticato e non come sport vissuto da spettatore in quanto solo il primo ha un effettivo beneficio sulla salute e fornisce le indicazioni per capire e ben valutare i problemi concreti. Non sposta semplicemente l’attenzione dai problemi gravi ma la riorganizza in modo efficace per promuovere sempre un atteggiamento vincente nella risoluzione dei problemi ed in tal senso può essere visto anche come potenzialmente scomodo a livello sociale perché non favorisce l’accettazione di situazioni di disagio ma al contrario stimola un’atteggiamento di energico contrasto nei confronti di queste.
Insomma lo sport non anestetizza per niente le masse ma le rende più consapevoli ed attente nella risoluzione dei problemi. Da questo punto di vista se realmente capillarmente diffuso è un fenomeno potenzialmente sovversivo perché impedisce la normale azione di controllo che le elite dominanti tendono ad esercitare sulla popolazione per evitare ogni forma di sovvertimento delle istituzioni. Come mezzo secolo fa si diceva “Fate l’amore non fate la guerra” e l’esortazione aveva in se un qualcosa di veramente rivoluzionario, si può anche dire “Fate lo sport, non fate la guerra” perché tale esortazione è parimenti rivoluzionaria e riconducibile alla prima perché ne produce gli stessi effetti. Con un’ osservazione abbastanza esplicativa si può anche dire “Se fate sport finirete per fare l’amore e non la guerra”.