SE L’ITALIA SCOPRE LA BICI ELETTRICA

Non so se il Padreterno abbia inventato prima l’Italia o la bici elettrica. Io penso che abbia inventato prima la bicicletta elettrica poi, quando gli è stato osservato che esisteva già la bici normale e va benissimo, allora ha deciso di inventare l’Italia.

La bici elettrica sembra inventata per l’Italia nel senso è un territorio con strade piccole, spesso ondulate e poi ha un’estate calda che non ti porta ad affrontare volentieri salite sotto al sole senza un minimo di aiuto.

Potremmo essere i maggiori produttori mondiali di bici elettriche, abbiamo tutti i numeri per diventarlo ed invece siamo ancora lì a guardare gli altri che, alla faccia di inverni molto più rigidi del nostro e strade che possono essere percorse anche con la bici normale usano la bici elettrica molto più di noi.

Io sono convintissimo che esista sul nostro territorio una fabbrica (ma anche ben più di una) in grado di produrre un prodotto che, dovutamente pubblicizzato e anche incentivato (con i famigerati incentivi pubblici che fino ad ora si sono visti in modo sistematico ed insistente solo per le auto ma solo in modo sporadico e poco convinto per le bici elettriche…) sia in grado di fare strage sul mercato. Ne ricordo una che ad inizio anni ’70 mise in circolazione un’infinità di ciclomotori leggeri, affidabili e che consumavano poco. Quella ditta poi è andata cedendo fette di mercato sempre più consistenti alla concorrenza perché ha iniziato ad andare di moda un mezzo meno leggero, meno economico e che va semplicemente più veloce. La follia della velocità e dello stress ha condizionato in modo irreparabile anche il mondo dei ciclomotori.

Allora si tratta di fare un passo indietro e di vedere se si riesce a capovolgere tutto con un mezzo che sia ancora più leggero, più economico, ecologico e utile pure a fare movimento rispetto a quel mitico ciclomotore degli anni ’70.

La bici elettrica italiana deve essere economica, perché siamo in crisi economica da urlo e non possiamo spendere molti soldi, deve essere leggera altrimenti è scomoda per mille motivi, non deve essere troppo veloce altrimenti tradisce lo spirito del mezzo e diventa pericolosa. Adesso si trovano sul mercato bici elettriche che con un minimo di fatica ti spingono ai 30 chilometri all’ora, quelli sono mezzi potenzialmente pericolosi che possono creare anche problemi sulle nostre piste ciclabili generalmente non molto larghe e spesso accidentate. E poi chi spinge per arrivare fino ai 30 km/h non ha nemmeno bisogno della bici elettrica e può benissimo andare ai 20 km/h su quella senza elettricità. La bici elettrica italiana è una bici che ti porta fino ai 20 km/h, velocità idonea per le piste ciclabili italiane e, possibilmente, che abbia un’autonomia della batteria discreta perché fondamentalmente gli italiani si annoiano a continuare a caricare la batteria e finiscono per scegliere quella che offre un’ autonomia migliore.

Se è vero che arriveranno gli incentivi economici per affrontare l’emergenza corona virus questo potrebbe essere un momento splendido per far capire agli italiani quanto sia utile anche per la salute la bici elettrica.

Bisogna sfatare il mito che la bici elettrica sia il mezzo per gli anziani o per chi non vuole far fatica. E’ vero che va benissimo anche per gli anziani che in molte situazioni si trovano costretti a limitare la fatica ma va bene per tutti perché è quel mezzo che ti consente di usare la bici anche in quelle situazioni dove normalmente non saresti portato a farlo. La bici elettrica è un ottimo mezzo per recarsi sul posto di lavoro perché ti consente di non arrivare sudato nemmeno nelle giornate più calde (azionando il livello di energia utilizzata puoi arrivare a spingere gran poco con le tue gambe) ti consente di affrontare anche percorsi saliscendi senza problemi e ti fa passare la paura anche di fronte a tratte un po’ lunghine che con la bici normale ti creano qualche problema. E’ per quello che delle varie caratteristiche da migliorare quella dell’autonomia della batteria (più che della sua potenza) è una importante perché in una corretta filosofia di utilizzo di questo mezzo un uso prolungato non è evenienza rara.

Poi la bici elettrica, se ha una discreta autonomia di carica, è anche un mezzo fantastico per andare in vacanza nel senso che diventano possibili le vacanze in bici anche per chi con la bici normale riuscirebbe a fare solo pochi chilometri al giorno.

Altra considerazione, grazie alla forza dell’elettricità si può attrezzare la bici elettrica anche con carrellini di un certo peso per portare spese ingombranti, bambini e pure cani. Insomma l’uso della bici moltiplica le sue possibilità se possiamo farci aiutare dall’elettricità.

E allora perché in Italia non abbiamo ancora scoperto la bici elettrica visto che il Padreterno l’ha già inventata e poi ha pure inventato l’Italia per giustificare questa invenzione particolare?

Probabilmente il fatto è che il Padreterno non si è ancora inventato una classe politica in grado di tutelare alcune categorie molto influenti che potrebbero patire un danno da una diffusione capillare di questo mezzo del futuro. Allora speriamo che con ‘sta disgrazia di virus ci si renda finalmente conto che il mondo dell’auto in qualche modo deve essere tutelato ma che questa tutela non può ostacolare la diffusione di mezzi che nella nostra era sono cento volte più razionali e salutari della vecchia e amatissima automobile.