PESI ED INTEGRATORI: LA GRANDE MENZOGNA

In Italia non esiste una programmazione dell’attività fisica per il cittadino. Esiste un Sistema Sanitario Nazionale abbastanza efficiente (anche se alcuni hanno qualcosa da obiettare…) e che tutto sommato garantisce una buona fruibilità del servizio a tutti i cittadini, più o meno abbienti, però, per quanto riguarda l’attività fisica, a parte quel poco che si fa a scuola fino ai 19 anni (già all’università non c’è più nulla) tutto è lasciato in balia del caso ed in mano ai privati.

Esistono delle iniziative a spot per l’attività motoria per la terza età gestite per lo più dai Comuni con insegnanti che anche se sono specializzati non hanno nessun riconoscimento professionale e se non fosse per la loro passione sono altamente incentivati a trovarsi un altro mestiere e poi esistono una marea di palestre private che, con varie iniziative, si occupano essenzialmente dell’attività dei soggetti dai 19 ai 60 anni circa (è una discreta fetta di popolazione) ovviamente senza nessuna programmazione a livello nazionale e assolutamente libere di vendere il prodotto che tira di più perché indicazioni verso certi protocolli di prevenzione non ce ne sono di alcun tipo.

A far da sfondo a tutto ciò un’organizzazione sportiva che per quanto riguarda il settore professionistico è gestita con una certa organicità e per quanto riguarda i comuni mortali è invece sorretta soprattutto dal volontariato pur potendo disporre, per fortuna, di un numero di tecnici con competenze professionali che non è per nulla trascurabile anche se pure loro sono altamente incentivati a cambiare mestiere e talvolta si chiedono pure che mestiere  fanno perché essendo impegnati su un settore che si regge sul volontariato si sentono volontari e basta.

Non essendo presente lo Stato regna l’anarchia ed ognuno s’arrangia come meglio può. In questa situazione le mode dilagano perché il mercato comanda. Il mercato per imporsi ha bisogno delle mode e le lancia in base all’utilità commerciale dei prodotti piazzabili sul mercato. Non a caso la ginnastica a corpo libero è piuttosto in crisi come diffusione. Sul mercato privato non tira, sarebbe uno dei migliori strumenti per condurre una battaglia capillare contro la sedentarietà ma non soddisfa le esigenze di monetizzazione del mercato.

Semplificando si può pure affermare che mentre qualche soldino in più non farebbe male al bilancio dell’assistenza sanitaria che potrebbe essere razionalizzato un po’ meglio (ma forse, razionalizzando meglio, si può garantire un  servizio più efficiente anche senza investire altri fondi) alla gestione dell’attività fisica farebbe meglio qualche soldino in meno, o meglio, sarebbe bene che non fosse più lasciata in balia del mercato perché se così continua ad essere funzionerà solo come gallina dalle uova d’oro ma non come mezzo per migliorare la salute dei cittadini. Non conta la salute e la programmazione di una attività fisica davvero utile per i cittadini contano solo i numeri del business che si può costruire attorno a tutto ciò.

Questa premessa spiega l’enorme diffusione della ginnastica con i pesi supportata dall’uso di integratori alimentari in Italia. E’ un gigantesco business che non serve a quella fascia d’età che non ha direttive migliori per inventare un’attività fisica davvero utile e la cosa assurda è che queste due cose, integratori ed attività fisica con i pesi appunto, potrebbero al limite servire a soggetti in terza età che invece possono usufruire di quel po’ di ginnastica a corpo libero che lo Stato, grazie all’impegno dei Comuni e degli Enti locali riesce a far avere di straforo ai cittadini in terza età.

Insomma, dal business si salvano i soggetti in terza età anche perché generalmente non possono disporre dei mezzi finanziari per accedere alle strutture private. Se loro avessero la possibilità di frequentare queste strutture sarebbero probabilmente quelli che potrebbero trovarne più giovamento o almeno non patirne danni come accade a qualche giovane che non ha certamente bisogno di usare pesi nella preparazione fisica e tanto meno integratori alimentari.

Ma a livello risorse economiche sono più spennabili i giovani e le persone di media età e pertanto si vende a loro il prodotto anche se non è ciò di cui hanno bisogno.

La grande menzogna di pesi ed integratori, fintamente utili a soggetti che hanno ancora un’ottima efficienza fisica che deve solo essere adeguatamente stimolata con un’attività fisica continua e razionale come nessuna indicazione “statale” riesce minimamente a proporre, è supportata dal vuoto di una programmazione sportiva e dell’attività fisica per tutti che in un paese evoluto non dovrebbe esistere. La professionalità dell’insegnante di educazione fisica è emblematica per capire tutto ciò. L’insegnante di educazione fisica è quel personaggio che per i cittadini esiste solo fino ai 19 anni, un po’ come la professoressa di storia. Dopodiché se vuoi aggiornarti bene, altrimenti sono tutti affari tuoi. Ora io posso capire che questa cosa possa funzionare per la professoressa di storia perché se vuoi proseguire gli studi sull’argomento lei ti ha dato gli strumenti per farlo e poi dovrai arrangiarti ma non funziona assolutamente con riguardo all’attività fisica dove il cittadino adulto viene lasciato in balia del mercato e si trova ad armeggiare con pesi ed integratori solo perché ciò fa comodo al mercato.

La salute dei cittadini è importante e se non riusciamo a far capire ai giovani che la grande menzogna è una cosa insostenibile alimentata da un sistema che è cronicamente carente di strutture pubbliche (si pensi solo a quante poche piscine pubbliche ci sono mediamente nelle nostre città) dovremo come minimo inventarci delle figure di insegnanti a disposizione della cittadinanza per  fare in  modo che un’ignoranza patologica in tema di attività fisica non crei danni che dovranno essere affrontati dal sistema sanitario nazionale. Insomma la prevenzione serve anche per risparmiare soldi. Le palestre che lavorano bene, fanno riabilitazione, mettono in grado il cittadino di funzionare bene, lo educano ad una vera cultura del movimento, vanno incentivate, aiutate a livello fiscale e pure sostenute a livello economico. Quelle che fanno solo casino, vendono solo prodotti alla moda e fanno falsa cultura dell’attività fisica vanno fortemente tassate, controllate e al limite pure chiuse se si rileva che invece di favorire la salute della cittadinanza la minano. L’attività fisica è una cosa importante, un minimo di programmazione occorrerebbe, lasciarla in balia dei privati non è vincente, ce lo hanno mostrato questi decenni di poco splendida anarchia del movimento.