LO STUDIO NECESSARIO

Dopo aver incassato una notizia a notevole rischio gastrico (è nota la correlazione fra stress e ulcera gastrica…) che vede gli amministratori della mia città muoversi con sollecitudine (dopo circa 4 mesi) per la realizzazione di alcuni chilometri di corsie ciclabili, mi butto su una notizia che non esito a definire peggiore. Sulla mia splendida città glisso laconicamente. Non voglio far politica e non dico i dettagli (chi non mi conosce non sa nemmeno che città sia) e affermo che quello che accade qui accade pari pari anche in città governate con giunte di colore diverso, molto semplicemente per far vedere che si fa qualcosa si dipingono alcuni chilometri di strade e di marciapiedi in favore di una presunta migliore e tutelata ciclabilità (li guarderà qualcuno quei segni sull’asfalto?) quando invece occorrerebbe un intervento organico che preveda la realizzazione in tempi umani di alcune centinaia di chilometri di piste ciclabili su tutto il territorio comunale per il collegamento delle periferie e pure extracomunale perché ormai la maggior parte dei lavoratori che affollano il centro provengono da frazioni vicine al comune ma non al suo interno.

La notizia peggiore è quella della infinità di nuovi banchi che si prevede che vengano prodotti per dare avvio al nuovo anno scolastico. A ben guardare è una notizia dello stesso segno di quella precedente perché vuol semplicemente dire che dell’attività motoria non gliene frega niente a nessuno. Anche qui devo dire che non penso che c’entri il colore del governo, qualsiasi colore esso sia l’andazzo non cambia.

Occorrono palestre e spazi, non banchi. Di banchi ne abbiamo perfino troppi ed i nostri allievi sono fra quelli che stanno seduti di più sul banco di tutto il mondo, non solo di tutta Europa. In palestra e sul campo sportivo scolastico invece ci vanno gran poco. Perché di palestre ce ne sono molto poche e campi sportivi scolastici men che meno.

In compenso adesso compreranno milioni di banchi. Ho capito che per smuovere l’economia bisogna anche dare da lavorare a chi produce banchi, ma anche costruendo palestre e campi sportivi smuovevi l’economia.

Si continuano a fare studi di tutti i tipi sull’attività motoria che non servono assolutamente a nulla. Sono tutti studi orientati a far capire quanto fa bene l’attività motoria e quanto invece fa male la sedentarietà. Uno che cito spesso che coinvolge anche l’economia è quello che dimostra che per ogni dollaro speso per investimenti nel campo dell’attività motoria vengono risparmiati, nel lungo periodo, tre dollari sul bilancio dell’assistenza sanitaria. Ma sono studi dei quali non gliene frega niente a nessuno e allora il vero studio, utile, necessario e urgente sarebbe quello che indaghi sulle cause di questo menefreghismo. Occorrerebbe uno studio sociologico sulle motivazioni che portano il cittadino comune ad ignorare i politici quando operano scelte sconsiderate in tema di attività motoria per la collettività.

Invece di fare le piste ciclabili tirano quattro righe sull’asfalto per far finta che si faccia qualcosa, invece che costruire palestre e aumentare il numero di ore di attività fisica dei nostri studenti malati di sedentarietà si comprano nuovi banchi e nessuno ha niente da obiettare. Su queste cose non c’è niente da contestare.

Gli assessorati allo sport e quello all’istruzione invece di collaborare litigano fra loro perché uno spinge per aumentare la fruibilità degli spazi per fare sport e l’altro crea vincoli sempre nuovi.

Anche questa ostilità è figlia di una carenza di strutture patologica e crea il conflitto fra scuole e società sportive ma, accidenti, fin tanto che la scuola non è ancora cominciata possiamo lasciare che le società sportive possano usufruire degli spazi comunali o dobbiamo fare in modo che la scuola sia devastante nei suoi modi di gestione dell’attività motoria già prima che sia iniziata?

Ho sempre reclamato come non esista collaborazione in tal senso. La scuola vede le società sportive come quel nemico che vuole appropriarsi degli spazi scolastici per fare sport con un’invadenza insopportabile. Manco la società sportiva facesse irruzione con i suoi istruttori nelle aule mentre si sta studiando Dante.

Molto semplicemente le società sportive si adoperano per fare in qualche modo ciò che la scuola non riesce a fare a livello istituzionale. Se la scuola non riesce a gestire l’attività motoria come minimo non dovrebbe ostacolarla.

La mossa risolutiva sono milioni di banchi nuovi. E dove cavolo li mettiamo quei nuovi banchi che non ci sono spazi nemmeno per quelli vecchi? Succede a scuola quello che succede nelle moderne palestre private. Non hanno gli spazi ma continuano a comprare macchine nuove. Occorrerebbero istruttori qualificati, ma comprano macchine. E anche nella scuola probabilmente occorrono istruttori qualificati, insegnanti che abbiano una visione d’assieme della scuola italiana e non solo concentrata su una specifica materia.

Lo studio necessario non è quello che ci fa capire quanto sia importante l’attività  motoria, ormai quello lo sanno pure i muri ed i banchi nuovi, lo studio importante è quello che studia questo immobilismo di fronte all’evidenza che in tema di attività motoria si fa sempre meno anche se è diventata una vera e propria emergenza sociale.