IL DANNO DA TELEVISIONE

Se c’è una cosa che dovrebbe averci insegnato questa pandemia che per ovvi motivi non è stata molto pubblicizzata è quanto possa essere grave il danno da televisione quando si eccede nell’utilizzazione di questo elettrodomestico molto invadente.

Per colpa della televisione molti soggetti si sono rintanati in casa senza ascoltare i consigli del proprio medico di base ed hanno riportato danni alla salute non sottovalutabili ed aggravati da una sindrome da eccesso di televisione che è un danno nel danno. Sono per lo più soggetti che avevano molto bisogno di muoversi anche a causa di patologie molto diffuse e che con attenta precauzione avrebbero comunque dovuto uscire dalla porta approfittando delle deroghe per validi motivi di salute concesse a chi aveva bisogno di muoversi. Queste persone invece di consultare il medico di base che, ovviamente oberato di lavoro, non avrebbe comunque rinunciato a dare consigli utili a certi pazienti anche solamente per telefono senza intasare pericolosamente l’ambulatorio, sono rimaste invischiate nell’informazione televisiva pressapochista, superficiale, caotica e soprattutto pericolosa con riferimento a certe categorie di cittadini. Per televisione è passato il concetto che più si stava in casa e meglio era quando questa cosa era assolutamente fuori da ogni logica. Non si è fatto appello al buon senso e così ad ogni variazione di regolamento che concedeva delle opportunità si è pensato che era arrivato il momento per concedersi certi lussi senza immaginare che tutte le deroghe sono state formulate per tentativo ed errore senza un supporto di dati scientifici che non potevano esistere per la novità della situazione.

Così si è arrivati al paradosso dell’anziano segregato in casa con necessità assoluta di uscire per prendere aria contrapposto al giovane con la sigaretta perennemente in mano per regolarizzare la sua posizione di dissidente della mascherina che non la tiene nemmeno in mezzo al caos. Per quale motivo un anziano che ha bisogno di uscire faccia il recluso pensando che tale atteggiamento lo protegga dal covid se poi ospita anche persone che non hanno alcun riguardo e per quale altro motivo un giovane possa prendere in giro chi lo circonda perché visto che ha il vizio del fumo può pure stare con la mascherina abbassata questo non si sa. Fra mille indicazioni sull’utilizzo della mascherina, alcune delle quali anche fuori da ogni logica, non è passata quella che se uno ha bisogno di fumare o fuma in un luogo all’aperto decisamente isolato oppure fuma a casa sua.

Su questa propaganda al “Più stai in casa e meglio è” la televisione ci ha giocato per aumentare la sua popolarità e ha fatto danni incommensurabili, non solo per la segregazione proposta a soggetti che dovevano comunque trovare i momenti e le strategie per uscire in sicurezza ma anche per il bombardamento di informazioni dannose al quale sono stati sottoposti questi soggetti.

Certe persone si rendono conto solo ora, che stanno cominciando timidamente a cercare di affrontare una vita quasi normale, di quanto siano state condizionate nei loro comportamenti dalla televisione e quando guardano quello che succede fuori capiscono l’incongruenza di atteggiamenti completamente diversi nei confronti dell’esposizione al virus.

Il danno da televisione esisteva già prima del covid. La televisione è uno dei più pericolosi fattori di diffusione della piaga della sedentarietà ed al riguardo non mette assolutamente al corrente di ciò. E’ molto improbabile che per televisione appaia uno spot che ti dice che devi uscire di casa se vuoi mantenere un livello di salute accettabile, molto più facile che, approfittando della diffusione di un virus che presenta problematiche certamente nuove, inviti caldamente a stare in casa il più possibile, in qualsiasi orario ed in qualsiasi situazione perché fuori c’è il pericolo.

Pericolo nel pericolo molta gente ascolta consigli medici per televisione, senza consultare il proprio medico di base, perché è dalla televisione che ci si attendono certe risposte, non più dal proprio medico e ci si arrabbia pure perché i medici che passano per televisione danno pareri discordanti fra loro e insomma dalla televisione si vogliono indicazioni precise. Invece di capire che da lì non si possono prendere informazioni attendibili e bisogna proprio sentire il proprio medico che è quello che ci conosce e che ci può dare i consigli per la nostra situazione, si vogliono carpire i consigli dei professionisti dello spettacolo, di quelli che vanno a parlare perché fanno ascolti molto alti e aiutano a tenere elevati i prezzi delle inserzioni pubblicitarie.

Il danno da televisione è un danno fisico ma anche psicologico, crea una sudditanza psichica che è pericolosissima e lo spettatore cronico finisce per fare tutto quello che gli viene consigliato dai protagonisti della televisione al punto tale che se lo spettatore patologico va dal proprio medico e questo intima di uscire dalla porta e smetterla di guardare la televisione il paziente deviato continua a guardare la televisione invece di ascoltare il proprio medico. Terrorizzare un diabetico e costringerlo a fare centomila giri intorno alla tavola invece di istruirlo su come uscire rischiando meno possibile è una mossa semplicemente folle in presenza di una condizione di rischio medio bassa ma, tant’è, per televisione è passato pure questo concetto.

E’ una pandemia nella pandemia. Da quella del covid se i vaccini funzionano nel giro di pochi mesi potremmo anche esserne fuori, da quella della televisione temo che ci vorrà molto più tempo e dopo il covid verrà fuori senz’altro qualche altro ottimo motivo per restare fermi incollati davanti al teleschermo. Ma davanti al teleschermo la salute non la si conquista, la si perde e basta e questo dovrebbe essere abbastanza chiaro a tutti.