E’ PIU’ IMPORTANTE DIVERTIRSI O “FARE” IL RISULTATO?

E’ su quel “fare” il risultato che non sono d’accordo. Nel momento in cui ci consideriamo dei “produttori” di risultati e ci apprestiamo a “fare” il risultato, per conto mio siamo fuori strada. Io dico che dobbiamo tentare di divertirci, anche senza rendere spasmodica questa ricerca, e poi, probabilmente, io penso anche molto probabilmente, possiamo ottenere anche il risultato che non da certamente fastidio ed aiuta a proseguire nell’attività.

La ricerca del divertimento spasmodica non produce molti effetti, mi vengono in mente quei giovani che per divertirsi a tutti i costi si rincoglioniscono in modo indecente ed il giorno dopo non si rendono conto nemmeno cosa hanno “fatto”. Quelli hanno perso un’ottima occasione per vivere delle ore spensierate, in allegria e magari pure per avviare rapporti sociali potenzialmente validi. Qualcuno dice che per vincere la timidezza deve aiutarsi con lo sballo e posso capire questa cosa ma se ti rincoglionisci al 100% non capisci più cosa ti succede e non penso che si riescano a vivere delle ore effettivamente belle con l’organismo che combatte contro l’insulto di uno sballo che non è fisiologicamente raccomandabile.

Ecco, come con riferimento allo sballo si dice di tentare di rilassarsi in qualche modo ma senza rincoglionirsi da non capire più niente, anche con lo sport il divertimento passa da una stimolazione che è divertente ma non ti stressa al punto tale da mettere l’organismo in uno stato di stress e di affanno. Non ci crede nessuno che l’unica attività sportiva veramente divertente è quella che ti coinvolge al 100% e ti pone nella condizione di bramare il risultato e renderlo condizione assolutamente necessaria per proseguire l’attività.

Pertanto l’obiettivo è come riuscire a divertirsi in modo fisiologico anche per creare la condizioni per “ottenere” (più che “fare”) buoni risultati dove il risultato non è assolutamente necessario per proseguire l’attività perché nel momento in cui ti diverti ciò è già sufficiente a motivare l’attività.

C’è chi dice che si diverte solo se ottiene risultati, chi dice così per conto mio è già un pochino fuori strada ma può redimersi se si rende conto che può giungere al risultato anche senza stressarsi più di tanto. Sei malato di risultato? Pazienza, almeno trova le forze e la fantasia per giungere a questo senza stressarti più di tanto.

C’è chi dice che per giungere al risultato bisogna assolutamente impegnarsi al massimo e soffrire. Non sono per niente d’accordo, per conto mio chi è in questa condizione non ha ancora trovato le giuste strategie di allenamento e farebbe bene ad “impegnarsi” (qui sì che occorre vero impegno…) per trovare strategie di allenamento meno stressanti che non pongano l’organismo in una condizione di precarietà difficilmente sostenibile nel lungo periodo.

A chi mi dice che comunque con strategie di allenamento molto severe ed impegnative si riescono ad ottenere notevoli risultati agonistici rispondo che questa cosa è anche possibile, anzi se vogliamo è pure la moda ed è una strada molto battuta ma mina la possibilità dell’atleta di proseguire la carriera per un buon numero di anni perché è una strada troppo stressante per poterla seguire a lungo. Se c’è fretta ed ansia di risultato è vero che un regime di allenamento molto severo può portare anche al risultato in breve tempo ma perché mai un atleta deve togliersi il gusto del movimento, il gusto di una pratica sportiva razionale per anticipare per quale stramaledetto motivo un certo risultato agonistico?

Risposta: “Perché ci sono delle tappe agonistiche imprescindibili che, se non rispetti, il sistema sportivo attuale tende ad emarginarti e a buttarti fuori. Ed allora questo è un problema sociale della società tritatutto che ci dice di produrre, produrre e produrre ma noi invece abbiamo bisogno di vivere, vivere e vivere.

La serata vincente è quella che il giorno dopo ti ritrovi e dici che è stata proprio bella. La gara buona è quella che ti lascia un buon gusto, ti fa venire voglia di farne un’altra e ti rendi conto che la preparazione per affrontarla è anche divertente. Se invece è un continuo sballo con l’organismo che non ce la fa a starci dietro allora ti stai creando un problema. Se ci si affida al medico per farsi dare l’aiutino (che esiste, eccome se esiste…) per superare questa situazione per conto mio si è perso di vista il vero valore dello sport.

Per conto mio lo sport è uno strumento per divertirsi e stare bene, una pratica salutare ti porta a migliorare naturalmente i risultati e che ciò avvenga con certe tempistiche o con altre poco cambia. Se invece dobbiamo assolutamente rispettare alcuni parametri di miglioramento allora stiamo sconfinando nel lavoro, che va giustamente retribuito, ma allora il divertimento andrà ricercato altrove perché si fa molta fatica a divertirsi a contratto.