CANDID CAMERA

Ho fatto un giretto in bicicletta da sfaccendato oggi, purtroppo lo sono davvero in troppi momenti di ‘sto stramaledetto Covid, ed ho notato delle cose.

Intanto alla faccia della zona rossa c’era un gran casino in giro, però non è che abbia visto ‘ste grandi scorrettezze da quel punto di vista, tutti con la mascherina e, nei posti dove sono passato io, che chiaramente non sono andato in cerca del caos, non ho notato nessun comportamento a rischio.

A rischio Covid.

Facendo il giro in bici il rischio l’ho notato di ben altra natura però siccome sono partito male mi sono deciso subito di darmi una calmata e mi sono messo in testa che ero oggetto di un esperimento, di un giochino di “Candid Camera” che “…vogliono vedere come mi comporto e come reagisco alle varie provocazioni.”

Così in modo normale ed istintivo vi posso raccontare solo il primo di tre episodi perché gli altri due sono influenzati da questo “autocontrollo da Candid Camera”.

Bene, prima che arrivasse la Candid Camera sto per attraversare una via che attraversa la ciclabile, ho la precedenza con tanto di segni sulla carreggiata (loro hanno lo stop) prima di me passano altri ciclisti e un’auto che deve attraversare la pista attende che passino quei ciclisti, io sono un istante in ritardo non proprio attaccato e piuttosto tranquillo (sono sfaccendato… non ho fretta) e la signora a bordo di quell’auto ferma decide di aspettare un secondo (un secondo, non mezz’ora) per far passare anche me. Ammettiamo pure che se voleva con una bella sgommata poteva anticiparmi e lasciare l’onere del mio attraversamento all’auto che seguiva ma molto educatamente decide di condonarmi quel secondo di ritardo. Non stava telefonando, era perfettamente attenta alla guida, è stata semplicemente cortese ed educata, trovarne di automobilisti così. La signora alla guida dell’auto che seguiva evidentemente non era della stessa pasta perché a metà di quel lungo secondo di attesa (vuol dire all’incirca dopo 5 decimi di secondo che per chi fa i 100 metri ad alto livello sa che possono anche essere tanti ma per le persone normali di solito non sono molti…) si produce in una clamorosa strombazzata con tanto di insulti all’indirizzo della malcapitata davanti. A quel punto ho reagito un po’ malino perché non  lavorare mi fa male alla salute e posso fare lo sfaccendato fin che voglio che però lo stress del non lavoro è peggio di quello del lavoro. Ho fatto passare la mia benefattrice, mi sono piantato sul posto ed ho urlato: “Lo vede che c’è l’attraversamento ed ho la precedenza e la signora educata vuole farmi passare? Cosa c’è da suonare?” L’ho urlato che ha sentito tutto il quartiere, la signora che voleva farmi passare, che a quel punto ho voluto far passare io, mi ha ringraziato dicendo “Per fortuna che glielo ha detto lei…” e quella che ha abitualmente suonato, con tanta normale istintività, come si fa sempre in Italia appena uno si ferma davanti un secondo, ha fatto una faccia terrorizzata come di una che ha a che fare con un pazzo scatenato che potrebbe fare chissà cosa. Ho capito la forza della mia voce dagli occhi terrorizzati della vera vittima della scena che alla fine è diventata questa e non la tranquilla signora strombazzata che voleva farmi passare.

Proprio per quello andando via mi sono dato un bel 5 come voto perché avrò fatto anche un favore alla signora educata ma alla strombazzatrice stolta ho urlato dietro troppo forte. Avrà pensato che non sono nemmeno italiano perché qui in Italia è normale fare i maleuducati per strada e suonare continuamente, c’è poco da scaldarsi così clamorosamente.

Ed allora mi sono messo in testa l’idea della Candid Camera. Siamo in Italia, capiterà di peggio, sono io sotto esame con le mie reazioni da stressato non questi atteggiamenti da italiano medio. Anzi sono quasi più italiano medio io a reagire così che non loro.

Poco dopo arriva il secondo esame e mi controllo… troppo.

Sulla ciclabile un giovane ciclista mi supera bello spedito e nel superarmi rischia di travolgere un’anziana ciclista che arriva in senso opposto perfettamente sulla sua carreggiata. Bisogna ammettere a parziale scusante del giovane, forse più imbranato che arrogante, che c’è la pista con il trucchetto perché, perversione delle ciclabili italiane, le tre corsie sono un po’ ingannevoli nel senso che bisogna guardare bene per capire che la più a destra è la mia normale, la seconda centrale nella pista è quella dove sopraggiungono i ciclisti in senso contrario (e dove stava perfettamente l’anziana signora) mentre quella più a sinistra è l’unica riservata esclusivamente ai pedoni. Si può equivocare pensando che la centrale sia una corsia di sorpasso comune ai due sensi ma non è così. La signora prende paura e grida contro il prepotente il quale grida ancora più forte così: “Ma svegliati e guarda dove vai!” Accompagnando il tutto con consueto gestaccio. Io ho capito subito l’errore del ciclista ed anche se sono vecchio ed artrosico ci impiegavo un attimo ad accelerare per gridargli che quello che si doveva svegliare era lui e non la signora che era perfettamente nella sua carreggiata. Non l’ho fatto perché fresco delle urla di pochi minuti prima ho deciso di non replicare. Qui mi sono dato un bel 4 pieno perché d’accordo reagire con educazione ma non reagire per niente in una situazione così è stata una mezza vigliaccata nei confronti dell’anziana indifesa.

Si può migliorare, sono certo che arriverà un’altra occasione, siamo in Italia, vuoi che non arrivi un’altra occasione. Ed infatti l’altra occasione arriva e mi do un bel sei politico e ve lo scrivo subito senza farvi penare prima ancora di descrivere la scena.

E’ la cosa più comune che possa capitare sulle ciclabili ma anche sulle comuni strisce pedonali. C’è la lunga teoria delle auto che passano (alla faccia della zona rossa) ed i pedoni e ciclisti che avrebbero la precedenza che attendono e nessuno si ferma. Arriva quel momento e so che mi devo concentrare perché se sbaglio anche qui Candid Camera mi boccia del tutto. Prendo un secondo di tempo per regolare il tono della voce e fare inequivocabili gesti educati ad indirizzo degli automobilisti che non si fermano. Alla signora che mi sta a fianco chiedo gentilmente: “Ma, scusi, queste sono strisce pedonali o sbaglio?” la signora, con tanto di carrozzina,  non ci prova assolutamente a passare anche per non fare due morti in un colpo solo. Mentre dico così un automobilista vede i miei gesti e produce quel capolavoro di arte e tecnica che è il rallentamento dell’autovettura in prossimità delle strisce pedonali. A quel punto, sempre facendomi notare, faccio scudo alla signora con carrozzina e iniziando a passare, gentilmente (senza urlare…) le dico: “Se queste sono strisce pedonali penso che possiamo passare” inforco la bici e vado senza attendere commenti perché con tutta quella gentilezza la signora poteva pure pensare che ero un attempato signore che cercava di fare avances a signora con carrozzina. Li finalmente mi sono dato ‘sto stramaledetto sei politico ed ho capito quanto è difficile reagire educatamente quando come ciclista e pedone ti trattano come se non esistessi.

La storia è quasi a lieto fine perché sono sopravvissuto e penso che possa esistere anche un sistema per far capire tutte queste cose senza incazzarsi troppo. Basta solo avere un buon autocontrollo. Fate finta che ci sia sempre Candid Camera.