ATTENZIONE AGLI SCHERMI ED ALLE CUFFIETTE

A volte mi vengono chiesti consigli molto specifici che faccio fatica a dare anche se mi piacerebbe avere gli elementi per poterli formulare. Per esempio mi vengono chiesti consigli per ben precisi esercizi a corpo libero e se partiamo da una certa situazione ben descritta io posso anche essere preciso nel consigliare un certo esercizio se invece trattiamo situazioni con un alto grado di genericità non posso mettermi a fare un trattato enciclopedico con tutti gli esercizi possibili ed immaginabili per le varie situazioni. Finisco, in mancanza di quadri precisi, per dare indicazioni di metodo. Una di queste che mi sento di dare perché ha carattere universale e penso che possa funzionare anche fuori dai confini del Bel Paese è quella che riguarda l’utilizzazione della tecnologia con riferimento all’attività motoria. Il mio consiglio, personale e piuttosto semplice è questo: tentate di contenere il tempo passato davanti a schermi vari fuori dall’orario di lavoro e tentate pure di non esagerare, durante l’attività motoria con le mitiche “cuffiette”. Il consiglio è semplice, non è facile da mettere in pratica, i perché di questo consiglio sono altrettanto semplici.

L’esagerazione di tempo passato davanti a schermi vari (telefonino, computer, tablet, televisione) è una delle prime cause di sedentarietà. L’utilizzazione “cronica” delle cuffiette durante la pratica di alcune attività motorie diventa spesso un limite per l’affinamento tecnico e per lo sviluppo delle capacità motorie. In breve, grazie agli schermi non trovate il tempo per dedicarvi all’attività motoria poi, grazie alle cuffiette, quando trovate questo tempo non riuscite a trovare la concentrazione necessaria per ottimizzare quel poco tempo dedicato all’attività fisica.

Così può accadere che mi venga chiesto un dettaglio per un particolare esercizio a corpo libero e che la mia risposta, evasiva ma non del tutto campata in aria sia che “Se trovi il tempo per fare attività fisica e per pensare a quello che fai durante questa attività, la miglior sequenza di esercizi a corpo libero te la costruisci tu anche se non  hai mai visto una seduta di ginnastica a corpo libero in vita tua. Il corpo libero, per certi versi, è un fatto di fantasia e soprattutto di messa a punto sulla base delle proprie caratteristiche fisiche.”.

Non fermatevi a guardare gli esercizi degli altri, create i vostri esercizi che quasi di sicuro, con riferimento alla vostra situazione, saranno più vincenti di quelli degli altri. Non abbiate paura di far lavorare la vostra fantasia ed insistete nel processo di messa a punto di questi esercizi. Alcuni è pure possibile che non siano utili e li abbandonerete del tutto, altri forse necessiteranno solo di una revisione mentre altri ancora si potranno rivelare azzeccati fin dal primo momento e si tratterà solo di modificare le quantità ed i ritmi di esecuzione per ottenere il massimo beneficio possibile.

Quando vi dico di stare alla larga dagli schermi non ve lo dico solo perché portano via il tempo necessario per fare attività fisica ma anche perché questi accidenti ci trasmettono contenuti che limitano la nostra fantasia in tema di scelta del movimento. Peggio, danno indicazioni fuorvianti perchè fanno passare il messaggio di una attività motoria stereotipata che non esce da certi canoni e non  lascia spazio alla fantasia. Qualcuno cerca proprio negli schermi la risposta ad una attività fisica che sente di dover fare ma non sa come pianificare e come strutturare. Il mio sito non è che uno dei tanti esempi di questo atteggiamento e sembra proprio che io predichi bene ma razzoli male a proporvi il mio sito che non fa altro che inflazionare il mare delle informazioni poco attendibili di Internet.

Ed infatti proprio perché sono veicolate attraverso Internet io vi invito a soppesare bene la qualità delle informazioni che passano da qui. Io potrei anche essere animato dai più sani propositi ma è già il solo fatto di scrivere invece che propormi come istruttore che interagisce costantemente con l’allievo a crearmi dei limiti decisamente consistenti di efficacia del mio messaggio. Francamente penso che anche il più straccio dei tecnici, se vi conosce, abbia più possibilità del sottoscritto di dare dei consigli vincenti per la vostra attività fisica. E’ per quello che vi invito sempre a tentare di migliorare la comunicazione con il vostro istruttore, se ce l’avete. Essenzialmente io posso dare degli indirizzi (più ancora che consigli specifici) a chi non è in contatto con nessun istruttore ed il paradosso è che vi esorto a cercare le risposte più dentro a voi stessi che dentro agli schermi.

Scrivendo di altri schermi devastanti, come la televisione, è come se leggendo un telegiornale io vi dicessi: “Non so qual’è la realtà, so solo che non è quella che vi raccontano le televisioni e per tentare di comprenderla dovete uscire per strada invece di stare a casa a guardare la televisione.” E’ chiaro che il telespettatore pigro e abituato a credere alla realtà delle televisioni cambia canale e cerca informazioni da qualche altro telegiornale. In ogni caso se è questo che volete fare con l’attività motoria vi invito caldamente a pensare a quello che fate invece di ripetere pappagallescamente ciò che vi viene proposto da uno schermo magari mentre ascoltate le cuffiette nell’illusione che la perfezione dell’esercitazione proposta non meriti nemmeno di essere ascoltata.

Non sono assolutamente contrario alle cuffiette ma ritengo che sia più sensato adoperarle dopo aver messo a punto un’attività fisica che è stata ben ascoltata per poter essere considerata utile. A chi mi dice che usa le cuffiette perché altrimenti l’attività fisica è noiosa rispondo che il problema non sono le cuffiette ma l’attività fisica noiosa. Se l’attività fisica è scelta bene non è noiosa nemmeno se condotta senza le cuffiette e, al contrario, può venir voglia di ascoltare la propria musica preferita in un altro momento, quando magari la nostra attenzione non è distratta da altro.

Nella nostra era ipertecnologica ormai ragioniamo con la mentalità del telecomando. Tutto è finalizzato a diminuire gli sforzi ed a pensare di meno. Manca solo un telecomando per azionare un aggeggio che ci fa fare ginnastica. Ma quella non sarebbe ginnastica ma ginnastica passiva che in altri termini si chiama fisioterapia e provate a sentire un fisioterapista se vi da qualche possibilità sul fatto che il suo prezioso lavoro possa essere un  giorno sostituito da quello di un robot. La ginnastica vera invece è solo quella attiva e non può nemmeno per idea (malsana fra l’altro) essere somministrata da un robot perché per bravo ed esperto che sia non riuscirà mai a mettersi dentro i nostri neuroni per pilotare il nostro movimento. A quel punto il robot non sarebbe più lui ma saremmo diventati noi.

Non c’è niente da fare, all’attività fisica, se si vuole farla bene, bisogna pensarci e in una delle mie uscite ad effetto contestabilissime arrivo ad affermare che è molto meglio un pessimo esercizio fatto con la consapevolezza di sbagliare (riuscirò a trovare il sistema per migliorarlo) di un ottimo esercizio fatto senza pensarci. Qualcuno sostiene il contrario, alla fine, siccome la scienza del movimento non è una scienza esatta, è solo questione di gusti. Io, il cervello in pausa preferisco averlo quando sono dal dentista finché trapana perché la consapevolezza di quello che sta facendo sul mio dente mi mette in ansia. Quando pratico l’attività motoria preferisco essere “connesso” con il mio cervello, tanto per usare un termine tecnologicamente molto in voga.