UMORISMO FINTO (O VERO?) SUI “MINIMI” SISTEMI

All’Isef, qualche annetto fa, un mio amico che poi ha anche trovato il tempo di arrivare 7° alle Olimpiadi di Los Angeles nel lancio del disco, mi prendeva in giro chiedendomi: “Dai, raccontaci qualcosa sui massimi sistemi…”.

Mi prendeva in giro parzialmente perché poi, con pochi altri, finivamo sempre per parlare di sport e attività motoria in genere in un modo che gli altri facevano fatica a starci dietro perché ci mancava poco che coinvolgessimo i massimi sistemi. Insomma avevamo un modo un po’ a 360° di affrontare l’attività motoria che mi è rimasto dentro e quando sento dispute che riguardano la possibilità di usare i pesi o solo i sovraccarichi a corpo libero per l’incremento della forza mi annoio e tendo ad abbandonare il confronto.

Non ho mai avuto passione per il capello da spaccare in quattro, la disputa la cui risoluzione non cambia quasi nulla nel processo di perfezionamento sportivo, quanto mi sono perso in voli pindarici di sapore quasi galileiano pur di andare a pescare fattori di prestazione da me ritenuti determinanti.

Ebbene, oggi mi viene da fare dell’umorismo sui “minimi” sistemi, non sui “massimi sistemi” ed è un umorismo che non so se sia finto o vero nel senso che molte volte scherzando parto per affrontare un argomento sul quale ho una mia posizione ben precisa. Proprio perché traspare in modo inequivocabile che quella è davvero la mia posizione finisco per far ridere davvero perchè non c’è nulla di più comico di uno che sostiene una posizione assurda seriamente.

Insomma per finta o davvero se faccio ridere mi sta anche bene. E’ curioso che desti più polemiche quando mi metto a parlare dell’inutilità della preparazione con i pesi in certi ambiti, argomento del quale me ne frega poco o nulla e allora lì tanto vale che stia zitto e mi concentri sui minimi sistemi.

Intanto cosa sono i “minimi” sistemi. Sono quelli che se non li consideri non vai da nessuna parte. Un minimo sistema è quello che prevede che tutta la popolazione mondiale possa accedere al cibo. E’ un minimo sistema che non funziona ancora sul nostro pianeta. Un altro minimo sistema è quello che prevede un’assistenza sanitaria a disposizione di tutti e che dia libertà di cura a tutti gli abitanti della terra. Non esiste nemmeno nei paesi ricchi perché laddove ci sarebbero i mezzi economici per offrirla viene inficiata da leggi folli che limitano la libertà di cura.

Insomma il dialogo sui minimi sistemi rischia di essere un tormentone peggiore anche di quello sui massimi sistemi di galileiana memoria.

Trattando di “minimi sistemi” invidio un po’ i preti ma non invidio per niente i medici. Ai primi riconosco un primato nella materia. Hanno le chiavi giuste per affrontare un dialogo sui minimi sistemi ed è solo dal punto di vista delle varie religioni (in uno slancio ecumenico direi più o meno di tutte) che si può affrontare con un po’ di razionalità un vero dialogo sui minimi sistemi. E’ curioso come la religione che è forse la meno razionale delle cose umane abbia i numeri (e forse solo lei) per affrontare in modo esaustivo una materia che riguarda l’essenzialità nella razza umana, ciò che conta davvero per sopravvivere e soprattutto per vivere più che per sopravvivere semplicemente.

I medici non li invidio per niente, ingabbiati nella scienza che troppe volte ha a che fare con la politica (i nostri tempi ne sono la chiara dimostrazione) e così anche se la medicina ha fatto passi da gigante per migliorare potenzialmente la qualità della vita in modo decisivo ci troviamo con scelte applicative sul campo semplicemente disastrose perché il sistema politico inquina la scienza in modo determinante e la mina nella sua efficacia.

Mi piace pensare che gli insegnanti di educazione fisica si possano trovare a metà strada in una posizione meno difficile perché non devono fare i conti con la scienza e possono permettersi il lusso di scavalcare pure i dogmi religiosi. In realtà i dogmi che frenano l’esperto di attività motoria sono più quelli scientifici che quelli religiosi ed io ho sempre sostenuto che un buon tecnico somiglia di più ad un buon prete che ad un grande scienziato, in ogni caso il tecnico di sport ha a che fare essenzialmente con soggetti sani e si può permettere il lusso di non dover applicare alcun protocollo standardizzato, c’è più spazio per la fantasia, più spazio per una prudente sperimentazione che più che una sperimentazione vera e propria è un gioco.

In campo medico la sperimentazione è drammatica e quello che è accaduto negli ultimi anni non ha bisogno di commenti. Lì c’è solo da sperare nel buon senso della classe medica e nella creazione di un vero scudo penale a 360° per i medici che altrimenti finiscono per diventare dei burocrati al servizio della politica.

La religione ha i suoi tempi e talvolta pare avulsa dalla realtà politica.

Allora il mio punto di vista sui “minimi sistemi” si risolve nel fatto che la religione deve evidenziare le linee cardine sulle quali muoversi. Noi insegnanti di educazione fisica che abbiamo buone possibilità di movimento studiamo le strategie applicative di queste linee guida ed infine la medicina, che purtroppo deve confrontarsi continuamente con la politica, deve vedere quali garanzie può offrire al cittadino perché ci possa essere un’esistenza libera e più gradevole possibile anche per chi vive situazioni di disagio.

A parole sembra tutto estremamente facile, nei fatti ci sono le guerre, la corruzione, le ipocrisie dei potenti che non vogliono rinunciare alle loro posizioni di privilegio e tutto appare decisamente farraginoso.

Meditate gente, meditate… e ridete pure ma non fino a farvi sopraffare dagli spasmi addominali.