Il mitico direttore dell’Isef di Verona, prof. Walter Bragagnolo. negli anni ’80 diceva che gli atleti sono molto forti, abili e resistenti perché riescono a produrre notevoli risultati “nonostante” la presenza degli allenatori.
Queste cose a Scienze Motorie non si raccontano più come tante storie che invece sarebbe opportuno raccontare perché come diceva il buon prof. nella trasformazione degli Isef in Scienze Motorie, si è gettato il bambino con l’acqua sporca. La trasformazione degli istituti in facoltà è stata la sagra dei medici e l’ingresso in massa dei medici che notoriamente di attività motoria non ci capiscono una cippa ha prodotto lo scadimento di alcuni insegnamenti basilari per la formazione dell’esperto di attività motoria.
Fosse solo così pazienza, ce ne sono tante di cose che per motivi esclusivamente politici o di casta tendono a peggiorare, il problema è che si è persa l’umiltà che è il requisito fondamentale per ogni tecnico che si occupa di sport. e così la famosa frase “Nonostante che esistano i tecnici…” è stata debitamente occultata come gli illuminanti testi di Pietro Mennea sui sistemi di occultamento del doping che… sono stati debitamente occultati.
La lezione più grande che ho ricevuto ultimamente l’ho ricevuta da un mio allievo che risponde perfettamente al monito del compianto prof. Bragagnolo. Questo è giovane, forte e già strapieno di gravi impegni di studio nonostante non abbia ancora raggiunto la maggior età (ma per conto mio i problemi di studio non dovrebbero mai essere assillanti e gravi altrimenti dopo uno smette di studiare quando è assodato che se non si vuole tornare indietro bisogna studiare fin che si campa ed in modo autentico, non per dargliela da bere al professore di turno…). Appena arriva al campo capisco subito che è forte e talentuoso ma mi dice anche subito che ha problemi di studio e non potrà allenarsi molto. “Nessun problema” rispondo “Se anche ti alleni poco tu sei uno di quelli che fanno buoni risultati anche senza allenarsi tanto (nonostante l’allenatore…) e pertanto fai come meglio credi nella gestione degli allenamenti, l’importante è che ti rendi conto che ti fa bene alla salute e serve soprattutto per non rincoglionirsi con lo studio perché se studi troppo obiettivamente il rischio rincoglionimento è dietro l’angolo.”
Questo purtroppo resiste poco non per gli allenamenti piuttosto diradati e sempre senza nessun problema di fatica ma per il semplice motivo che i problemi di studio aumentano. Sparisce, lo chiamo qualche volta al telefono ma mi risponde che purtroppo non ce la fa con lo studio. Si fa rivedere miracolosamente dopo quattro-cinque mesi ed è veramente miracoloso perché torna che è più forte di prima, corre anche meglio come se avesse trovato qualcuno che gli ha sistemato la corsa con accorgimenti vincenti (molto difficile al giorno d’oggi perché sono tutti troppo impegnati a “correggere” invece che a capire la corsa del loro atleta) e mi fa proprio capire che si migliora “nonostante” la presenza del tecnico. Lui in quei mesi lì non ha fatto proprio un cavolo, ha solo studiato, è stato bravo a non rincoglionirsi ma di attività motoria non ne ha fatta ed è migliorato in modo sorprendente. Sparisce di nuovo perché i problemi di studio non sono stati risolti e mi verrebbe da dire che se vuole risolvere i problemi di studio deve semplicemente allenarsi e praticare attività fisica ma poi se viene bocciato ed i suoi genitori vengono a sapere che ho consigliato l’attività fisica per risolvere i problemi scolastici (sposti il punto d’osservazione, impari a sdrammatizzare e soprattutto capisci che si vive una volta sola e non ci si può immolare allo studio…) va a finire che mi rigano l’automobile e siccome di righe ne ha già molte mi tagliano pure le gomme.
Ecco, allora riprendendo vecchi adagi buttati con il bambino e l’acqua sporca, io sostengo che noi dobbiamo essere fondamentalmente dei motivatori e dobbiamo raccontare storie che convincano i ragazzi che il tempo speso al campo sportivo è tempo speso bene a prescindere dai risultati agonistici che si ottengono.
Non sono riuscito a motivare questo ragazzo alla pratica dell’atletica leggera, non sono riuscito a raccontargli storie fantastiche e lui temo che sia ancora impelagato nei suoi incredibili problemi di studio.
Mi sento un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento, anzi forse un po’ meno vincente perché lui, tutto sommato, ha dato vita ad una storia veramente fantastica.