UN’ALTRA VITTORIA DELLO SPORT TELEVISIVO SU QUELLO VERO

Il peggior odio è l’indifferenza.

Mai come questa volta il vero calcio italiano è stato odiato tanto. Cos’ha la gente contro il vero calcio che salva centinaia di migliaia di ragazzini dalla sedentarietà precoce?

In Italia ogni anno si disputano circa 580.000 incontri di vero calcio, più di mezzo milione. Come si fa a dire che il calcio nazionale va male per colpa di una decina di incontri giocati male dalla nazionale di calcio? Si continua a confondere il calcio nazionale (più di un milione di praticanti per lo più tutti molto appassionati e coinvolti) con la nazionale di calcio (una trentina di privilegiati che guadagnano un  po’ troppo per poter fare con serenità il loro mestiere).

Io non so se l’attuale presidente delle Federazione Calcio sia un cane che si è dato da fare per creare più problemi possibile a questi 580.000 incontri di calcio. So che in tema di nazionale ha provato a risparmiare qualche milione di euro e adesso dicono che ha sprecato un miliardo di euro degli italiani perché non ha avuto il coraggio di spendere 5 milioni di euro in più per un eventuale contratto con un allenatore della nazionale fra i più quotati. Se io fossi lui avrei speso ancora molto meno e forse avrei portato la nazionale al disastro ben prima. Penso che con 40.000 euro all’anno si possa trovare un  professionista serio che ti può allenare in modo dignitoso la nazionale. A più di tremila euro al mese è un vero e proprio professionista e può fare quel lavoro lì a tempo pieno senza cercarsi altri impieghi.

Se la nazionale di calcio conta così tanto si potrebbe semplicemente dire che gli stranieri possono giocare in tutti i campionati, anche la serie B, ma non in serie A perché la serie A ha bisogno di qualificare i migliori calciatori italiani che poi dovranno formare la nazionale. Ma una disposizione così verrebbe definita razzista. Allora si potrebbe mettere una regola meno razzista che stabilisca che in una squadra di serie A ci devano essere in campo sempre almeno otto giocatori italiani (certe in campo ne hanno quasi sempre otto di stranieri, ma è il campionato italiano?). Verrebbe definita razzista pure quella. Allora si potrebbe fare che lo stramaledetto allenatore della nazionale può avere a disposizione i giocatori dei quali ha bisogno per 70-80 giorni all’anno per poter creare un buon  gruppo di giocatori che riescono a giocare bene insieme. I club non ci starebbero assolutamente. Allora si vuole uovo, gallina e culo caldo perché i miracoli non è in grado di farli nemmeno l’allenatore da cinque milioni di euro di ingaggio all’anno, ammesso che sia educativo e tollerabile avere un tecnico della nazionale che percepisce compensi così elevati.

Il calcio italiano è misurato molto meglio dai 580.000 incontri di calcio che si disputano sui campi italiani tutti gli anni più che dai fasti e nefasti della decina di incontri che disputa la nazionale composta da giocatori che si vedono troppo poco per poter formare un gruppo e che, tutto sommato, per evidenti motivi economici, sono più interessati al loro rendimento nei rispettivi club di appartenenza più che nella pur gloriosa nazionale.

Per conto mio il calcio vero è quello che non si vede per televisione, se poi quello televisivo è talmente potente che può far passare in secondo ordine tutto quanto di autentico avviene sulle diverse migliaia di campi da calcio sparsi per tutta Italia allora vuol dire che c’è un gigantismo patologico del calcio professionistico rispetto a quello autentico.

Io non penso che il miliardo di euro smarrito per colpa dell’eliminazione della nazionale italiana sia stato smarrito dai ragazzini che affollano i campi di periferia. Penso piuttosto che sia stato smarrito da chi produce televisori e forse in parte pure da chi distribuisce birra, patatine, bevande e snack vari da consumare davanti alla tv durante la fruizione del calcio televisivo. Ecco allora la mia proposta potrebbe essere questa: lasciamo che il presidente della Federazione Calcio si occupi delle cose importanti e quindi dei 580.000 incontri autentici e valutiamo il suo operato per quanto avviene in quegli incontri. Poi pigliamo un manager per la gestione del business della nazionale di calcio e diamogli carta bianca. Se con i soldi di chi vende televisioni e generi vari da consumare durante le partite della nazionale riesce ad allestire una nazionale competitiva bravo, altrimenti o va a battere cassa da qualche altra parte o verrà esonerato, non può certamente addebitare i costi della nazionale dei professionisti all’attività istituzionale che serve alla salute della gioventù. Smettiamola di confondere la nazionale di calcio con il calcio nazionale e soprattutto smettiamo di odiare il calcio vero ignorandolo completamente ogni volta che la nazionale è in difficoltà e facendo finta che non esista: è quello il miracolo del nostro calcio e non che ogni tanto, in modo piuttosto imprevedibile, riusciamo pure a vincere i mondiali di calcio. Quelli sono molto belli da vedere in televisione e forse ci fanno pure gustare di più la birra (nazionale o estera?) ma non servono alla salute dei nostri ragazzi.