CONCENTRATI SU CIO’ CHE FUNZIONA…

Mi dicono che do il peggio di me quando faccio la “popò” che non sarebbe quella cosa che i bambini fanno al water ma un qualcosa che ci assomiglia: la “POlemica POlitica”.

Anche nell’ultimo articolo quando “commentavo un commento” di un mio lettore ho perso l’occasione per fare una cosa che forse aiuta le mie analisi sullo sport: partire sempre da ciò che funziona.

Nello sport mi riesce un po’ meglio, quando devio sulla politica non mi riesce praticamente mai.

Scegliendo questa strada potevo semplicemente dire che il mio lettore ha tratto giovamento dall’esistenza dei campionati studenteschi riservati alle ultime classi della scuola superiore, campionati che rischiano di sparire per mancanza di concorrenti, e la bella notizia è che fin tanto che a questi è stata data una certa importanza sono riusciti certamente ad avvicinare allo sport un po’ di ragazzi.

Da li’, invece, io sono passato inevitabilmente alla scuola sulla quale non riesco a raccontare nulla di buono e alla società che non si capisce se si tiene questa scuola perché le fa comodo o se ha semplicemente paura che una scuola autentica sia in grado di cambiare tutto, facendo partire la vera politica, quella che ormai da decenni si fa solo in televisione come spettacolo televisivo.

In effetti è probabile che sia meglio che io mi occupi solo di sport nel senso che sono appassionato di sport mentre non ha molto senso che mi occupi di politica dal momento che non sono appassionato di politica.

C’è che troppe volte scopro lo sport a tutti i livelli condizionato in modo determinante dalla politica come nell’ultima delirante riforma dello sport.

Bisogna partire sempre da ciò che funziona, nella scuola i campionati studenteschi hanno funzionato molto bene solo che bisogna dargli nuovo vigore perché in alcuni ambiti stanno perdendo colpi (quelli per le quarte e quinte superiori) nella politica per conto mio non funziona proprio nulla però i giovani hanno capito che la politica non si fa per televisione ma nelle piazze e pertanto l’unica possibilità è che vadano a parlare con la polizia mettendosela dalla loro parte chiarendo che sono lì per fare politica vera e non per andare in televisione a fare i randellati.

Alla politica televisiva non ci credo perché è fatta da personaggi che percepiscono stipendi non in linea con quelli delle persone che vogliono rappresentare e pertanto non rappresentano un bel niente se non gli interessi di altre persone benestanti che hanno problemi di mantenimento di una certa situazione e non di cambiamento.

Se si vuole cambiare qualcosa la politica si fa nelle piazze isolando i violenti e collaborando con la polizia. Se non si vuole cambiare nulla si accetta la politica dei big della televisione e per avvalorare quella bisogna dimostrare anche che nelle piazze ci sono solo gli sfaccendati che vogliono spaccare tutto, che è quello che la televisione continua a raccontarci altrimenti nessuno guarda più la politica televisiva.