SPORT E SOCIETA’

Non sono contro la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2024. Mi fa solo un po’ paura. Mi fa paura perchè le Olimpiadi sono un evento di portata colossale la cui organizzazione richiede un impegno finanziario altrettanto colossale. Mi fa paura l’idea che l’Italia possa essere travolta dai Giochi Olimpici.

Probabilmente per capire queste dinamiche bisogna essere degli economisti ed allora è inutile che stia a disquisire di argomenti dei quali non ci capisco proprio nulla.

Quello che non è da economisti, invece, è un discorso sul tipo di sport che viene pubblicizzato e promosso dalle Olimpiadi. Siamo portati a  pensare che le Olimpiadi facciano la pubblicità allo sport in generale: a quello dei campioni ed a quello della gente comune. Non è del tutto vero. Ciò era vero, forse, ai tempi di Roma 1960 ma adesso non lo è più. Le Olimpiadi pubblicizzano soprattutto lo sport di vertice e solo in seconda battuta lo sport per la salute.

Purtroppo noi avremmo bisogno di pubblicizzare soprattutto questo secondo tipo di sport perchè al primo ci pensano già abbastanza gli sponsor ed è già fin troppo pubblicizzato.

Mi spiego con un esempio che riguarda il calcio che è disciplina non classicamente olimpica ma che mi serve per atterrare poi su quella che è la regina degli sport olimpici: l’atletica leggera.

Nel calcio, in Italia, abbiamo un settore giovanile che è una cosa semplicemente fantastica e non se ne parla mai abbastanza. Ci si lamenta del fatto che non produca un gran numero di campioni o che ne produca meno di un tempo, ma, a parte il fatto che io non sono nemmeno convinto della veridicità di questa osservazione, cosa ce ne frega se non riusciamo a produrre questa infinità di campioni quando abbiamo milioni di ragazzini coinvolti attivamente in questo sport? Il voto al settore giovanile del calcio italiano è dieci e lode. Punto e basta.

A dire il vero qualcuno non vuole dare la lode per quello che si vede fuori dai recinti (sono proprio recinti…non inferriate!) di gioco. Ma quella non è colpa dei bambini. Il gioco in quanto tale è da dieci e lode, poi lo spettacolo nel suo insieme non arriva alla lode perché abbiamo un pubblico di serie B. Un gioco da serie A con un pubblico da serie B.

E qui entra in gioco il discorso sulla, società, sullo sport di base, sull’educazione.

NON E’ LO SPORT DEI BAMBINI CHE DEVE IMPARARE DALLO SPORT DEGLI ADULTI. E’ QUEST’ULTIMO CHE SE VUOLE ELEVARSI DEVE ISPIRARSI AL GIOCO DEI BAMBINI.

E così gli adulti quando vanno a vedere i loro figli che giocano non devono andare con lo spirito di quando vanno allo stadio. Al contrario, quando  vanno allo stadio devono andarci con lo stupore di quando vanno a vedere i loro figli e se questo non si innesca più che vadano a vedere partite di altri bambini se lo sport degli adulti non è più convincente.

‘Mo arrivo all’atletica. L’atletica è uno sport stupendo ed ha anche un pubblico abbastanza corretto e preparato. Io invidio terribilmente il settore giovanile che ha il calcio in Italia. Se l’atletica avesse un settore giovanile così affollato penso che saremmo, atleticamente parlando, fra le nazioni più forti del mondo, la vecchia mitica DDR ci farebbe un baffo.

Abbiamo bisogno di sponsor che confluiscano sullo sport per tutti. Non ci torna utile un campione che arriva sul nostro territorio a fare il record del mondo, prende un fiume di danaro e poi torna a casa sua lasciando tutto come prima.

Se dobbiamo organizzare dei Giochi Sportivi, organizziamo i Giochi dello Sport per tutti. Invece che invitare sul nostro territorio milioni di spettatori a vedere le gesta eroiche di qualche migliaio di campioni, invitiamo milioni di atleti a fare sport sul nostro territorio.

Non si può, perché non abbiamo le strutture sportive per invitarli e non troviamo gli sponsor che ci danno i soldi per farle costruire.

Gli sponsor possono finanziare le strutture per i campioni ma non ci sentono su quelle per gli atleti normali. Gli sponsor hanno bisogno del record del mondo. Noi abbiamo bisogno di fare sport.

E allora continua ad esistere questa dicotomia fra sport di vertice e sport della base.

Dove una federazione è criticata perché i suoi migliori atleti non vincono il campionato del mondo, quando il problema non è negli atleti ma negli spettatori, anzi nei “telespettatori”.

Purtroppo il calcio non è il miglior sport per coinvolgere le persone di mezza età, va benissimo per i bambini ma meno bene per gli adulti arrugginiti. Ma quegli adulti arrugginiti vanno comunque tirati già dalla poltrona. Passando troppe ore davanti alla tv a vedere gli idoli del calcio, oltre a rovinare se stessi rovinano pure il calcio che guardano.

Il calcio deve ripartire dai bambini. Ed ha ottime basi per ripartire e dunque potenzialmente un grande futuro.

L’atletica deve ripartire da zero e quindi probabilmente dalla scuola. Fu proprio la scuola, con l’organizzazione dei Giochi della Gioventù a dare grande impulso all’atletica italiana negli anni ’70.

Organizziamo i Giochi della Gioventù mondiali, ma non solo con i più forti, coinvolgiamo tutte le città, invitiamo un milione di atleti. Con cento città un milione di atleti sono diecimila per ogni città. Non ci stanno? Non li vuole nessuno perché non faranno nessun record del mondo? Allora di sport non abbiamo ancora capito nulla ed a nulla varrà organizzare i Giochi Olimpici.