RIPARARE E MIGLIORARE PIU’ CHE SOSTITUIRE

A volte sembra filosofia pura più che attività motoria e questa volta scomodo nientepopodimeno che Lucio Battisti (e Mogol che l’ha scritta con lui) che nel famoso pezzo “Sì, viaggiare” dice che è molto meglio riparare che buttare.

Non è un articolo di meccanica questo, non parlo di moto o di auto (per esempio della mia che tutti danno per spacciata dopo 20 anni ma continua a consumare meno di moderne utilitarie a gasolio andando a metano e se i camion mi “spingono” in salita perché non riesco a fare più degli 80 chilometri all’ora sostengo che il problema è un loro falso problema non un mio problema reale, aggiungendo che loro inquinerebbero decisamente di meno ai 70 km/h che non ai 90…) ma finisco per trattare l’attività motoria partendo da distante.

Nell’era dove la tecnologia ha fatto passi da gigante (ma continuiamo ad inquinare come dei disperati perché ci manca la tecnologia “in testa” per inquinare di meno…) buttiamo via un sacco di cose e ricicliamo molto poco, non ripariamo più praticamente nulla e abbiamo perso la capacità di “migliorare” le cose che tendiamo semplicemente a “sostituire” se non ci soddisfano. Ora questa cosa è già piuttosto triste con riferimento a delle cose (il filtro del motore di una moto, come nel caso di Lucio Battisti, un vecchio orologio oppure un’ auto che sembra obsoleta ma continua ad inquinare meno di quelle moderne che sono ancora progettate per funzionare con carburanti antichi) ma con riferimento alle persone è veramente tristissima.

E così ci sono i rapporti intrapersonali che si sostituiscono invece di tentare di migliorarli e pure i pezzi delle persone vere e proprie che tendiamo a sostituire perché non ci soddisfano più. Non ci credete? Eppure io mi trovo spesso a rispondere a quesiti di persone che vogliono letteralmente cambiare “pezzi” del loro corpo e la prima risposta che provo a dare è che loro probabilmente non devono cambiare proprio nessun pezzo ma semmai devono cercare il sistema per tentare di funzionare meglio. Nessuna sostituzione di filtro, solo soffiarci un po’ su.

Si parte da una grave non accettazione di sé per approdare a desideri di onnipotenza del tipo “Adesso cambio un po’ di pezzi e mi ripresento in altra veste”. Ciò che non  si vuole assolutamente fare verso la società (chi ha il desiderio di cambiare pezzi alla società al giorno d’oggi? Chi è quel pazzo scatenato che vuole portare avanti una rivoluzione da solo invece di uniformarsi a quella finta delle masse “telecomandate”?) lo si vuole fare verso sé stessi. Non è la società che è folle a pubblicizzare modelli che con la salute non hanno nulla a che fare, sono io che sono inadeguato a stare in questo corpo e devo assolutamente cambiare dei pezzi. Penso che questa sia la società in assoluto che sta raggiungendo record storici in fatto di adeguamento su modelli sociali. Passi per quando dovevamo metterci tutti gli stessi jeans e bere la stessa bevanda ma adesso stiamo facendo violenze sul nostro corpo non sul modo di vestire o di bere.

Una mentalità ecologica non può portarci a pensare in questo modo, ma qui più che di ecologia si tratta proprio di filosofia, io direi di ideali cristiani. Se dico di ideali cristiani dopo ci sono i non cristiani che si arrabbiano e allora penso di ideali e basta anche non  cristiani perché penso che anche i non cristiani ritengano che il loro corpo è una cosa da rispettare. Se non rispetti te stesso non rispetti nemmeno gli altri.

Da questi discorsi cosmici passo all’attività motoria e l’attività motoria non serve per cambiare pezzi, per sostituirli, ma solo per migliorare la funzionalità dell’intero sistema. Se c’è una panza un po’ troppo accentuata miglioro tutto il sistema per fare in modo che quella panza pesi di meno, poi se cala un po’ anche la panza bene, altrimenti ho comunque migliorato l’intero sistema e anche se a livello estetico il problema è rimasto a livello di salute ne ho guadagnato molto perché l’efficienza organica è migliorata in modo sensibile nel complesso. Invece che farci un esame a compartimenti stagni per individuare i “pezzi” da sostituire dovremmo imparare a valutare noi stessi in modo globale secondo criteri più elastici ed informati non solo da informazioni esterne ma anche e soprattutto da quello che sente il nostro corpo. Abbiamo allenato il nostro corpo a percepire troppo ciò che viene dall’esterno e troppo poco ciò che viene dall’interno. Così quando cambia il vento sentiamo di dover cambiare perché ciò che è dentro pesa poco.

In tema di attività motoria questa cosa vuol dire solo reimparare a muoversi con umiltà ascoltando le sensazioni del proprio organismo e non i dettati della moda. Quando uno stimolo motorio è adeguato alle nostre capacità motorie è sempre utile, stimolante e conveniente, quando deriva da modelli che non hanno nulla a che fare con le nostre esigenze può essere inadeguato, inutile e pure pericoloso. Soffiare sul filtro, non cambiarlo, anche perché nel cambiarlo c’è pure il rischio che ne mettiate uno sbagliato. Se proprio volete cambiarlo sostituitelo con uno giusto per il “vostro” modello, non per quello degli altri.