PTG E L’INSEGNANTE DI EDUCAZIONE FISICA TERRITORIALE

Facendo assistenza presso il percorso della salute mi sono reso conto di una cosa.

Io che sono un insegnante di educazione fisica di vecchio stampo, che istigo ad andare ancora “a sensazione” piuttosto che usando come indicatore il cardiofrequenzimetro sono, in realtà, per il servizio che sto svolgendo, “troppo avanti”.

Mi spiego: l’insegnante di educazione fisica territoriale non è ancora stato inventato, è una cosa che forse verrà istituzionalizzata fra vent’anni, quando ci accorgeremo che davvero la sedentarietà è una piaga sociale che costa veramente troppo alla società in termini economici e soprattutto per la qualità della vita.

Al momento siamo ancora talmente indietro che non sappiamo nemmeno adoperare il medico di base. Il medico di base, istituzionalizzato dalla notte dei tempi e assolutamente disponibile per tutta la popolazione, ha evoluto il suo servizio ed è sempre più propenso a svolgere un’importante opera di prevenzione, ma è il cittadino che non ci sente.

Essenzialmente l’assistito va dal suo medico di base per farsi ordinare le medicine. Se questo non ordina nessuna medicina, non prescrive nessun esame ma sentenzia semplicemente che l’assistito, se non vuol trasformarsi da comune cittadino a paziente bisognoso di medicine, deve assolutamente praticare un qualche accidenti di attività fisica allora il “futuro paziente” torna a casa depresso e commenta sconsolatamente “Il medico ha detto che va tutto bene non mi ha ordinato nessuna medicina”, tralasciando il fatto che in realtà ha prescritto l’attività motoria come necessaria ed urgente. Alla fine è più entusiasmante il medico che ordina un sacco di medicine di quello che non ne ordina proprio. Il concetto di prevenzione non è ancora nella testa dei cittadini e soprattutto la ormai diffusa abitudine dei medici di base di prescrivere l’attività fisica viene vista come una frase di contorno, tanto per dire qualcosa come “Mi saluti tutti a casa…”

In effetti i medici nel prescrivere l’attività fisica sono un po’ in crisi, non sanno da chi mandarti e sanno benissimo che l’assistito dirà “Si, si, certamente…” ma dopo non farà nulla.

L’insegnante di educazione fisica territoriale potrebbe servire per dar forza a queste prescrizioni mediche che altrimenti cadono nel nulla e per far capire che quando il medico dice che c’è bisogno di fare attività fisica non parla perché ha la lingua ma perché la medicina moderna suggerisce questo tipo di indicazioni.

Ripeto, forse mancano vent’anni ad una mossa di questo tipo e me ne accorgo al percorso della salute quando tratto con gli avventori del parco. Molti sanno già cosa fare e svolgono un piano di preparazione fisica che è proprio adeguato alle loro esigenze (soprattutto quelli che si affidano poco ai consigli presi da Internet) ma alcuni proprio sono distanti anni luce dall’idea che possa essere opportuno che un insegnante sia a loro disposizione per poterli consigliare sull’attività fisica.

Quando io ho avuto la malsana idea di chiamarmi “Personal Trainer Gratuito” ho commesso un grave errore. Avrei dovuto chiamarmi “Consulente per l’attività motoria” ma questa denominazione mi deprimeva, mi richiamava a quelle che sono le consulenze tecniche di ben altri ambiti e che ricordano terribilmente l’ambiente di lavoro più che quello dello svago.

La gente che legge “Personal Trainer Gratuito” crede che io sia lì per seguire minuto per minuto l’attività fisica di chi si presenta lì. Se così fosse potrei seguire al massimo una persona per ora. Il concetto di consulente dell’attività motoria non passa, nemmeno nel 2015.

Alcuni sono addirittura delusi dal fatto che io sia lì solo per dare consigli e demoralizzati dicono “Ah, io se devo fare attività fisica per conto mio proprio non ci riesco, ho bisogno di un istruttore, di un gruppo…”. A questi mi viene voglia di replicare: “Ma scusa se il medico ti ordina la pastiglia per la pressione, perché se continui così ci arrivi, pensi che verrà a casa tua a fartela prendere tutti i giorni, magari con un gruppo di altri che ne hanno ugualmente bisogno, così siete pure in compagnia?!”

Altri hanno capito che sono lì per dare consigli ma sono semplicemente esterrefatti che io sia a disposizione gratis, credono che ci sia sotto il trucchetto e che sia pronto a spedirli in una palestra privata dove dovranno pagare certamente. Assolutamente non passa il concetto che assistere la popolazione nell’attività di prevenzione sia una cosa molto importante.

E’ chiaro che se io sono a disposizione gratis non posso fornire un tipo di assistenza continua come quella che un allenatore offre al suo atleta ed in quel senso ho sbagliato a chiamarmi “Personal Trainer Gratuito”. Allora, scherzando, dico che sono l’insegnante di educazione fisica della “Mutua”.

Obiettivamente manca un’immagine dell’insegnante di educazione fisica che assiste anche chi non è più a scuola.
Alcuni mi chiamano “PTG” ed è l’abbreviativo che mi piace di più, è la sigla con la quale firmo i miei comunicati sulla bacheca. Poi però c’è quello che non sa chi è “PTG” ed allora torniamo al punto di partenza.

E a questo punto mi tocca citare un film di Woody Allen che mi è piaciuto moltissimo dove il protagonista, un attore, si stufa di fare l’attore e viene fuori dallo schermo dando vita ad immagini di grande cinema. Prendendo spunto da tale film a chi chiede “Ma chi è PTG?” rispondo: “E’ l’omino delle tabelle del percorso della salute che si è annoiato di stare lì a dire scemate sulle tabelle, è stato preso dalla presunzione di dire qualcosa di più ed è sceso dalle tabelle…”

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