PEDONI CONTRO CICLISTI: GUERRA FRA POVERI

Succede in Italia e probabilmente non in molti altri paesi civili del mondo: la guerra fra pedoni e ciclisti essenzialmente perché mancano le piste ciclabili, quelle poche che ci sono sono sottoutilizzate e utilizzate male e non c’è assolutamente un’ educazione stradale che disciplini il comportamento di pedoni e ciclisti (manca pure quella per camion ed auto che ammazzano un sacco di persone figuriamoci quanto viene ritenuta essenziale quella di pedoni e ciclisti che non ammazzano nessuno e al più si fanno ammazzare…).

Due esempi su tutti: il classico pedone ignaro che telefona tranquillamente in prossimità delle strisce pedonali senza nemmeno provare ad attraversare la strada, tanto sa benissimo che siamo in Italia e nessuno pensa minimamente di provare a fermarsi. Se fossimo all’estero provocherebbe un ingorgo, ma siamo in Italia e può tranquillamente telefonare vicino alle strisce pedonali che nessuno si ferma. Se poi vuole pure attraversare e c’è un momento per passare può continuare tranquillamente a telefonare, a quel punto ha preso la strada ed è inutile che tronchi la telefonata, tanto sopraggiungerà un automobilista che a sua volta sta telefonando e se quell’automobilista ha deciso di travolgerlo lo travolgerà sia che stia telefonando sia che non stia telefonando, non cambia nulla. In sintesi non è importante come si attraversa la strada, l’importante è continuare la telefonata.

Altro esempio classico: il pedone sulla pista ciclabile che cammina in mezzo alla pista e magari pure affiancato da un altro pedone occupando tutta la sede stradale, e ovviamente sta anche telefonando. Del resto siamo in Italia cosa vuoi che passi una bicicletta e poi siamo proprio sicuri che quella è anche una pista ciclabile e non solo un percorso pedonale? C’è ben segnalato da qualche parte? Ed in ogni caso se proprio passa una bici può anche aspettare, sarà qualche sfaccendato che ha tempo da perdere, mai più è uno che va a lavorare in bicicletta, chi è che va a lavorare in bici in Italia? La bici si usa quando hai tempo da perdere…

Sono piccole grandi cose che ti fanno capire che in Italia non esiste una cultura della bicicletta come mezzo di trasporto e allora si può pure scatenare una guerra fra ciclisti sfaccendati che non si capisce per quali motivi dovrebbero transitare su percorsi ciclo pedonali anche nei giorni feriali (la bici va usata solo alla festa) e pedoni che visto che con le auto non possono ribellarsi perché è una cosa che non si fa e sia mai che fate arrabbiare un automobilista, allora non trovano nulla di meglio che prendersela con i ciclisti come se fossero i veri responsabili di un traffico insostenibile ed impazzito. Nasce una patetica guerra fra poveri fra due categorie che dovrebbero essere assolutamente solidali fra loro in quanto entrambe derise e sbeffeggiate dagli automobilisti. A volte il ciclista è davvero prepotente nei confronti del pedone e quando fa così non capisce proprio nulla perchè giustifica la giungla stradale invece di contestarla.

Ci sono altre situazioni nel quale il ciclista dovrebbe ragionare per far ragionare anche gli altri utenti della strada invece di scatenarli su atteggiamenti aggressivi. Per esempio quando, in assenza di piste ciclabili il ciclista percorre un breve tratto a lui vietato o perché è solo pedonale (un vero e proprio marciapiede) o perché è una strada con qualche altro divieto. In quel caso il ciclista se proprio compie la trasgressione dovrebbe avere comunque il buon senso di andare molto piano e non rendersi pericoloso per gli altri. Se è così il suo comportamento può solo che far capire che in quel punto di strada manca una corsia per i ciclisti. Se invece sfreccia non curante del pericolo allora non si capisce che c’è una lacuna nella viabilità per i ciclisti ma si pensa semplicemente che sia un prepotente (come “tutti” gli altri ciclisti perché a quel punto è facile generalizzare) e pertanto deve essere punito chiedendo ancora più divieti e limitazioni per i ciclisti.

Così accade che il ciclista su piste ciclabili semplicemente folli dove c’è una rientranza ogni 100 metri si metta normalmente ad invadere la carreggiata delle auto che si possono permettere il lusso di viaggiare dritte senza rientrare da nessuna parte e poi, per esempio, che il ciclista non scenda dalla bici ad ogni pisciata di cane in corrispondenza delle strisce pedonali come prescritto dal codice della strada. E’ chiaro che se faccio scendere continuamente il ciclista dalla bici non lo incentivo a prendere questo mezzo, sarebbe meglio far scendere l’automobilista a spingere l’auto e vedere se ha qualcosa da ridire però, proprio per questo, il ciclista che si rifiuta di scendere su tutti gli attraversamenti pedonali deve comunque affrontarli in modo prudente e non attraversare ad una velocità che con quella dei pedoni non c’entra nulla.

Insomma pedoni e ciclisti insieme hanno da chiedere a gran voce una formulazione del traffico che abbia più rispetto per essi. Se invece di allearsi in questa grande richiesta pensano a litigare fra loro facendosi ostruzionismo a vicenda allora non hanno capito nulla e si meritano di annaspare nella città delle automobili. Spero che il futuro non sia questo.