Meglio tardi che mai…

Dopo oltre un anno che l’ho scritto mi sono stati riconosciuti dei meriti su alcune puntualizzazioni su un mio ormai vecchio articolo intitolato “I limiti dell’antidoping”.

Quando scrivo che l’istituto dell’antidoping va rifondato perché è anacronistico, fonte di ingiustizie e pure costoso in modo assurdo passo per un folle utopista però almeno le osservazioni che stanno alla base di questa presunzione non sono ritenute del tutto prive di fondamento.

Io sostengo sempre che il problema doping è essenzialmente un problema giornalistico nel senso che secondo la stampa sportiva gli unici colpevoli sono quei quattro disgraziati di atleti che vengono pigliati positivi. Io sostengo invece che quelli, pur non essendo dei santi, meritano le “attenuanti generiche” perché se sono stati pigliati positivi vuol dire che: 1) Come minimo non hanno le “spalle coperte” politicamente nel senso che se fossero degli “intoccabili” si sarebbero certamente trovate le vie legali e non per non farli cadere nella gogna dell’antidoping; 2) Non sono correttamente assistiti da un punto di vista medico perché in ogni caso se fossero seguiti da medici attenti non sarebbero risultati positivi all’antidoping; 3) In conseguenza di ciò si può anche dire che sono dopati in modo poco efficace ed arcaico perché, appunto, se fossero dopati con prodotti di ultima generazione non sarebbero risultati positivi all’antidoping; 4) In conclusione si può proprio affermare che fra i vari “colpevoli” sono quelli più sprovveduti nel senso che si sono comportati in modo grossolano e poco accorto.

In sintesi nella rete dell’antidoping finiscono i pesci piccoli ma non i pesci grossi e prendersela solo con i primi fingendo che il problema sia risolto così è miope oltre che ingiusto.

Ora, il fatto che pur avvalorando queste situazioni non si riesca a trovare un deterrente, un sistema per disincentivare la pratica molto diffusa dell’integrazione farmacologica (non chiamiamolo doping altrimenti i più “trattati” ci denunciano per calunnia e dicono giustamente che loro non sono dopati, “dopato” è solo chi risulta positivo all’antidoping…) non giustifica il massacro mediatico al quale vengono sottoposti sistematicamente tutti gli atleti che vengono pescati positivi a qualche accidenti di sostanza che non si usa più ormai da tempo perché… l’antidoping è in grado di rilevarla.

E’ possibile che questo tipo di antidoping, anche se ingiusto, vada avanti ancora per un bel po’. E’ assurdo che il giornalismo sportivo continui a trattare l’argomento con quel piglio scandalistico che pare un’assurda pantomima per far credere che lo sport di alto livello sia assolutamente puro. Nello sport di alto livello circolano un sacco di soldi e pensare che sia puro e trasparente è proprio un po’ infantile. Forse ancora più che sperare in un antidoping che fa una sana autocritica e ammette che qualche erroruccio abbastanza imperdonabile nella caccia alle streghe è proprio stato compiuto.