L’ATTIVITA’ MOTORIA “DOPO” IL COVID

Scrivo “dopo” con un notevole ottimismo, ma, almeno da un punto di vista economico, ci siamo pienamente dentro. Da un punto di vista clinico, almeno in Italia, una tregua decisamente apprezzabile si sta manifestando nella quasi totalità delle regioni e, pertanto, si può “respirare”.

All’inizio di questa storia io mi sono comportato un po’ come quell’atleta che prova maldestramente a passare la riviera (la barriera con l’acqua nella gara dei 3000 metri siepi) con un gran balzo senza aver i  numeri per farlo e invece di acquisire un vantaggio sull’avversario, che appoggia il piede sopra prudentemente, rovina sull’ostacolo fra lo stupore del pubblico.

All’inizio mi ero proposto di non trattare del covid, ne parlavano tutti, per me, come per molti altri, era semplicemente una bufala televisiva.

Pochi giorni dopo un noto giornalista televisivo, neanche a leggermi nel pensiero tuonava: “Guardate che questo non è un problema inventato dalla televisione ma è un problema concreto e grave”.

Forse se avesse aggiunto “Non è una bufala della televisione come al solito” gli avremmo creduto di più, ma in tanti abbiamo continuato a non credere, assuefatti ad una tv che ci racconta balle dalla mattina alla sera.

Come minimo, pensavo io, è “anche” un problema televisivo e gli scaffali dei supermercati senza latte e pastasciutta ne sono la dimostrazione.

In effetti se invece che far provvista di spaghetti avessimo iniziato subito ad avere quelle precauzioni che era opportuno avere ma sulle quali non c’era chiarezza, sarebbe stato molto meglio. Sarebbe stato molto meglio non affollare i supermercati, le farmacie, gli ambulatori.

Insomma in questo presunto balzo per superare in modo indifferente la questione, mi sono sentito un po’ come Willy il Coyote e mi sono trovato da allora a non riuscire a scrivere più nemmeno un articolo senza accennare in modo diretto o almeno indiretto a ‘sto stramaledetto virus. Willy il Coyote precipita, lascia lo stampo e dopo, anche se c’è il rischio che gli rovini addosso qualcos’altro prova a muoversi. Perché muoversi è fondamentale, se stai li fermo ad aspettare è quasi sicuro che ti piomba addosso qualcos’altro.

Ci troviamo in una situazione nella quale abbiamo capito che muoversi è importantissimo perché la mancanza di movimento ci ha provocato problemi e ci sono ancora vincoli burocratici a limitarci il movimento. Anche se il covid, almeno momentaneamente, ha allentato la sua morsa ci sono situazioni legate alla gestione di strutture pubbliche dove poter fare attività motoria che sono ferme al mese scorso quando ancora alcune precauzioni erano necessarie. Adesso ci si trova nel paradosso di vedere cosa succede ai tifosi di una squadra di calcio che, festeggiando la vittoria del trofeo della propria squadra, sono lanciati di fatto a far da cavie per vedere se il covid è davvero sparito da un certo territorio.  D’altro canto ci sono sportivi che non possono accedere ancora nemmeno con le dovute precauzioni ad impianti pubblici che sembrano destinati ad una ristretta elite di privilegiati i quali si sentono pure in imbarazzo nei confronti degli altri perché per fantasie burocratiche sono gli unici che riescono in qualche modo ad accedere ad impianti che essendo pubblici dovrebbero prevedere un’utilizzazione controllata ma non riservata a pochi eletti.

Non sappiamo cosa combinerà il covid in autunno, sappiamo che dobbiamo fare scorta di movimento adesso che è il momento buono per farla perché dopo potrebbe capitare che ci costringano ad un’altra clausura e allora più che gli spaghetti ci mancherà il movimento. E’ anche possibile che l’esperienza della Germania che pur chiudendo tutto ha lasciato i suoi cittadini liberi di muoversi all’aperto con le dovute precauzioni ci eviti in futuro di tornare alla clausura totale anche se il virus dovesse tornare in modo violento, in ogni caso non è opportuno procrastinare adesso situazioni di potenziale sedentariètà che possono benissimo essere affrontate con tanto buon senso e senza rischi per la popolazione.

Non vedo in giro le auspicate piste ciclabili di cui si argomentava poco fa con riferimento alla difficoltà di utilizzare i mezzi pubblici. Quelle, ovviamente non si possono costruire dall’oggi al domani ma sarebbe anche opportuno battere il ferro fin che è caldo perché ho paura che se tutto si evolve per il meglio l’argomento piste ciclabili torni nel dimenticatoio.

Ci sono delle situazioni nelle quali si sta temporeggiando in modo poco proficuo, si stanno esasperando i tempi della burocrazia per non fare niente come molto spesso accade in Italia e così, per esempio, con riguardo agli impianti sportivi pubblici si sta temporeggiando procrastinando i vecchi regolamenti perché se poi il covid ritorna siamo già pronti per fermare tutto. Con riguardo alle piste ciclabili invece non si sta facendo nulla perché se poi il Covid “non” ritorna è giusto che le macchine possano circolare liberamente come prima.

Insomma leggi che incentivano al movimento punto e basta non ne esistono. E’ tutto subordinato al Covid e dove l’incubo che questo torni frena l’apertura degli impianti si ostacola in un certo modo dove l’opportunità che questo non torni più frena l’evoluzione di certi progetti (le piste ciclabili necessarie se non puoi utilizzare i mezzi pubblici) si ostacola in un altro modo.

Il covid ci ha insegnato che muoversi è fondamentale, puoi far scorta di spaghetti e amuchina quanto vuoi ma dopo se ti bloccano in casa ti manca il movimento.

Speriamo che non ci blocchino più in casa e che emerga anche che l’ora d’aria aiuta pure a combattere il virus ma in ogni caso adesso, a scanso di equivoci, bisogna proprio darsi da fare per arrivare all’autunno senza nessun deficit di movimento.