L’ALTRA FACCIA DELL’ATTIVITA’ MOTORIA

In un’epoca dove tutti sono pluralisti, dove il pluralismo viene visto come un valore positivo, dove “bisogna” essere pluralisti (io dico “si può” essere pluralisti perché se “bisogna” allora non si è pluralisti per niente…) uno dei pochi ambiti dove il pluralismo latita è quello dell’attività motoria. E’ strano perché l’attività motoria dovrebbe essere in movimento per definizione, in continua evoluzione ed invece a volte pare ingessata su stereotipi culturali intoccabili.

Mi piace girare la frittata guardando alcuni aspetti dell’attività motoria da un altro punto di vista e ipotizzando che ci siano diversi modi di intenderla, anche se forse questa presunzione è pura fantasia.

Questa fantasia riesco ad articolarla su più punti e ad elencarli forse potrò sembrare abbastanza eretico ma ciò non mi da fastidio, anzi.

La prima eresia è quella sui canoni del corretto movimento. Esistono ancora oggi, nel terzo millennio, delle scuole di pensiero che dicono che “il movimento va fatto così, punto e basta” e dunque esistono ancora oggi nel terzo millennio moltitudini di soggetti che vogliono muoversi e ci provano ma imbattendosi in un istruttore che dice che “il movimento va fatto così, punto e basta” perdono l’entusiasmo per l’attività motoria quasi prima di cominciarla o comunque molto prima di aver capito come funziona e si dichiarano sconfitti in breve tempo.

Io sono un eretico e dico che il movimento fa fatto come cavolo vuoi tu, l’importante è che ti muovi e non provi noia nel muoverti perché qui dobbiamo sconfiggere un grosso mostro che è la sedentarietà e non possiamo perderci in quisquilie che possono ostacolarci in questa lotta entusiasmante.

Un’ altra eresia è quella sulla necessità di adoperare cardio frequenzimetri, di pedalare e camminare e/o correre sudando in palestra stando sempre fermi sullo stesso posto. Per me non è necessario usare il cardiofrequenzimetro nemmeno per i cardiopatici (possono essere controllati benissimo anche senza cardiofrequenzimetro) quindi tanto meno per i soggetti sani, non è necessario, salvo che i cambiamenti climatici non ci portino a condizioni impossibili, nemmeno pedalare o correre al chiuso per più di pochi giorni all’anno quando proprio le condizioni all’aperto sono assolutamente proibitive. Non siamo in Siberia, questi giorni per fortuna sono pochi.

Poi è eretico pensare di svolgere gran parte dell’attività motoria nell’espletamento delle normali commissioni di tutti i giorni. Negli affaracci di lavoro si ha sempre fretta, impensabile non servirsi dell’auto. Invece usare la bicicletta o andare addirittura a piedi dovrebbe essere un lusso consentito a molti cittadini se è vero che facciamo parte di uno di quei paesi che hanno aderito ai progetti per combattere l’inquinamento. Altrimenti vuol dire che quei protocolli sono tutti protocolli finti e concretamente non si vuole combinare nulla. Per cui firmiamo e  firmiamo ma io non vedo questo gran fiorire di cantieri per dotare l’Italia di una efficiente rete di piste ciclabili. Vedo solo che si continuano ad asfaltare e riasfaltare tangenziali e strade a veloce scorrimento dove continuano a passare camion che dovrebbero trasferire la loro merce su razionali treni che non danneggiano l’asfalto e corrono su rotaie molto resistenti. In sintesi continuiamo a sprecare asfalto per i camion ma ne impieghiamo gran poco per le biciclette e per i pedoni.

Eretico pensare di rottamare automobili a gasolio (carburante che inquina un’infinità) fornendo incentivi non per chi acquista un’altra auto a gasolio (che inquina quasi come quella vecchia e comunque molto più di una vecchia carcassa a metano) bensì per chi acquista una bici elettrica che è il vero mezzo del futuro per combattere davvero l’inquinamento.

Eretico pensare che la bici elettrica possa essere il mezzo per quei giovani che vogliono risparmiare sui costi dello scooter. No, la bici elettrica deve essere visto solo come quel mezzo che può servire agli anziani che non ce la fanno più ad andare in bicicletta ed è pur vero che è anche quello ma è anche il mezzo che ti fa arrivare sul luogo di lavoro senza sudare ed il mezzo che ti consente di fare qualche chilometro in più in bici senza farti sentire Bartali. Grazie alla bici elettrica possiamo usare la bici anche per tratte che con la sola bici sarebbero un po’ troppo pesantine anche per i giovani e dunque è quel mezzo che aiuta gli spostamenti degli anziani ma semplifica anche la vita dei giovani rendendoli indipendenti dalla schiavitù dello scooter (che quanto a costi di gestione è proprio un bel problema).

Eretico pensare ad uno sport che si fa a scuola in orario scolastico non in conflitto con la scuola bensì in collaborazione con la stessa dove lo studente che si qualifica in una certa competizione non deve maledire il giorno che si è qualificato perché questo impegno gli creerà problemi insormontabili di organizzazione dei tempi di studio ma può essere ben contento di aver onorato l’istituto per il quale partecipa che proprio non ha alcun interesse ad ostacolare le gesta sportive del suo studente talentuoso.

Eretico pensare a delle città dove muoversi a piedi ed in bicicletta è talmente importante che le macchine le fai viaggiare al massimo ai 30 chilometri all’ora per mettere in  sicurezza pedoni e ciclisti. Anche qui, come nel caso della lotta all’inquinamento, i vari protocolli devono essere solo finti proclami perché se si legifera concretamente per ottenere dei cambiamenti sostanziali si scatena la reazione del partito degli automobilisti che è uno dei partiti più forti e compatti che esista in Italia.

Eretico pensare a delle palestre che beneficiano di sgravi fiscali se assumono personale per migliorare la qualità del servizio, che prendono contributi per gestire la clientela che ha davvero bisogno della palestra e che possano essere tassate in modo opportuno se invece si dotano di un numero spropositato di macchine per far lavorare i clienti come se fossero polli in batteria.

Insomma siamo pluralisti su tutto ma in tema di movimento esistono dei dogmi che non si possono assolutamente smantellare e solo provare a vedere il rovescio della medaglia è già un gesto inopportuno e sovversivo.

L’ultima eresia è quella che coinvolge pure i medici e questa non è una critica ma solo un appello disperato perchè se non sono riusciti gli insegnanti di educazione fisica a farsi capire su queste cose è giusto che ci provino anche i medici perchè è una questione che riguarda anche loro e soprattutto loro: eretico pensare che i controlli medici di routine siano resi obbligatori per i sedentari e non per gli sportivi perché i soggetti veramente a rischio sono i primi e dunque, se proprio dobbiamo stabilire un’ ipotetica cadenza di controllo ideale, questa sarà opportunamente più fitta per i sedentari piuttosto che per i soggetti fisicamente attivi. Facendo i conti con i mezzi a disposizione si potrebbe ragionevolmente pensare che se per i sedentari i controlli potrebbero essere a cadenza annuale i controlli per i soggetti che si muovono, tendenzialmente più sani, potrebbero essere semplicemente a cadenza biennale. L’obbligatorietà di questi controlli dovrebbe essere subordinata al fatto di poterli offrire su base gratuita perchè non puoi obbligare un cittadino ad intensificare i controlli a pagamento. Il cittadino in salute alla fine ti fa risparmiare, se proprio dobbiamo mettere un ticket mettiamolo per i sedentari ingiustificati che non hanno nessuna scusa per fare i sedentari, se quelli hanno bisogno di più controlli potrebbe anche essere sensato addebitare loro i maggiori costi per tale situazione. Attualmente avviene esattamente il contrario: chi fa sport e pensa alla sua salute ha controlli obbligatori a pagamento, chi fa il sedentario può pure ammalarsi gratis senza nessun controllo.

I matti dicono che i matti sono gli altri ed io penso che anche gli eretici siano un po’ come i matti perché a me viene da dire che i veri eretici sono quelli che incentivano la sedentarietà in luogo della sana attività fisica.