LA “CONSULENZA PER L’ATTIVITA’ MOTORIA”, QUESTA SCONOSCIUTA…

Le precisazioni sui limiti professionali dell’esperto del  movimento (sia esso un “vecchio” diplomato ISEF o un “nuovo” dottore in Scienze Motorie) hanno portato a galla una questione piuttosto curiosa inerente la gestione dell’attività motoria. Praticamente il consulente dell’attività motoria proprio non si sa chi sia, è come se non esistesse. Si conosce l’insegnante di educazione fisica in quanto insegnante che insegna a scuola, si conosce l’istruttore di palestra in quanto tecnico del movimento che insegna in una palestra privata, si conosce l’allenatore sportivo in quanto tecnico specialista di una ben precisa disciplina sportiva che segue negli impianti sportivi ad essa dedicati, infine è molto di moda la figura del Personal Trainer (quando mai mi sono chiamato Personal Trainer Gratuito, è stata una terribile fonte di equivoci…) che è il tecnico che individualmente segue un allievo e lo segue, ahimè, proprio costantemente, passo passo senza alcuna ombra di consulenza. Di consulenza per l’attività motoria, con riferimento a queste figure professionali, neanche l’ombra, nemmeno il personal trainer che dovrebbe essere il consulente per eccellenza, no perché anche quello è visto esclusivamente come conduttore diretto di un’attività da modulare nel momento stesso dell’effettuazione. Ma allora i consulenti cosa sono? Solo i commercialisti? O quelli finanziari che ti dicono come investire i tuoi soldi? Oppure nel campo dell’attività motoria sono quelli che se devi organizzare un evento sportivo ti dicono come fare perché abbia successo? Sì, certamente sono anche quelli ma il consulente dell’attività motoria vero e proprio è quello che inquadra la tua situazione di attività fisica e ti da delle indicazioni per arrangiarti. Non ti segue assolutamente passo passo, ti aiuta a cavartela da solo, ti da le indicazioni per poter affrontare autonomamente l’attività motoria che è quello che la maggior parte delle persone hanno sempre fatto con successo fino ad una cinquantina di anni fa.

La fortuna dei vari personal trainer che seguono costantemente il soggetto nell’attività fisica è iniziata con il dilagare della sedentarietà. La gente ha disimparato a muoversi ed ha disimparato in modo talmente patologico che ha addirittura bisogno di un tecnico che segua costantemente l’attività per non sbagliare.

Quando io affermo che il fisioterapista, che da un programmino di esercizi da fare a casa all’allievo ormai riabilitato, è una persona onesta e non invade certamente il nostro campo d’azione lo dico sinceramente, ne sono perfettamente convinto. Quel fisioterapista non invade il nostro campo e ci fa invece pubblicità mettendo in essere quello che dovrebbe essere un importantissimo ambito della nostra professione ma che per troppo tempo abbiamo trascurato: quello della consulenza sull’attività motoria.

Intanto si può affermare che anche se quei consigli si basano su esercitazioni di ginnastica attiva e, pertanto, dovrebbero far parte del nostro campo di competenza sono comunque trattati con grande professionalità dal fisioterapista e poi c’è da affermare come, in un primo tempo, quegli stessi esercizi possano essere considerati a tutti gli effetti come parte integrante del piano di riabilitazione e pertanto certamente gestibili dal primo riabilitatore che è il fisioterapista. Poi è vero che in un secondo tempo può entrare in gioco anche l’esperto di attività motoria che si sovrappone con l’adozione di esercitazioni che anche se non contemplano la fisioterapia somigliano molto ai “protocolli di mantenimento” suggeriti dai fisioterapisti.

Insomma i migliori diffusori dell’attività di consulenza dell’attività  motoria che dovremmo impegnarci noi a diffondere e pubblicizzare sono proprio i fisioterapisti che fanno capire che ad un certo punto la ginnastica va a sostituire in toto l’intervento di riabilitazione.

Scusate l’ipercriticità nei confronti della mia categoria ma la spreco solo perché in realtà amo fin troppo il mio mestiere e voglio che si evolva e non resti ancorato a cliché culturali di altre ere ma molto spesso accade che l’intervento di riabilitazione va alla perfezione finché c’è stata la collaborazione del fisioterapista poi quando questa collaborazione finisce crolla tutto perché l’esperto del movimento non esiste. Quando il fisioterapista, troppo zelante, si blocca del tutto e non da nessuna indicazione sul “dopo di lui” (e purtroppo, quando fa così, non lo fa per rispetto alla nostra categoria ma lo fa per noncuranza come a dire “Io il mio lavoro l’ho fatto, adesso sono tutti affari tuoi…”) si evidenzia in modo netto questo “buco” di professionalità che è solo ed esclusivamente colpa nostra che pensiamo che uno possa passare dall’infortunio al campo sportivo troppo facilmente.

Quando invece il fisioterapista onesto  (e sottolineo alla nausea che così facendo non invade nessun campo di competenza anzi ci fa pubblicità perché da importanza al nostro lavoro…) dice “Guarda, quello che potevo fare io con la riabilitazione l’ho fatto adesso devi proseguire e rifinire il lavoro con la tua buona volontà con questi e questi esercizi che ti devi gestire tu e non posso farteli fare io come un  baby sitter…” da certamente un grosso aiuto alla piena riabilitazione dell’allievo che non può  sentirsi un atleta perfettamente funzionante appena finita la riabilitazione e fa capire come la ginnastica vera e propria, quella che è la “nostra” materia, sia fondamentale per il completo recupero dell’infortunato.

Il consulente dell’attività motoria non è un baby sitter, è un  esperto che deve  valutare il grado di salute dell’allievo per capire se è il momento opportuno per la ginnastica poi non può operare con le modalità di continuità diretta del fisioterapista perché sarebbe semplicemente poco razionale (se non quasi “disonesto”) proporsi con quelle modalità. Da questo punto di vista io sono distante anni luce dalla filosofia dei personal trainer di tipo classico (e per questo forse, a scanso di equivoci era meglio se mi chiamavo in altro modo perché la gente su quel “Gratuito” non capisce che è un pretesto per dire che dopo i miei consigli ti devi arrangiare…) che seguono fin troppo costantemente l’allievo come fossero fisioterapisti.

Se vogliamo essere razionali nella proposizione dell’attività motoria per tutti (tutti, non solo gli ex infortunati) dobbiamo diffondere il concetto di consulenza dell’attività motoria come “quell’insieme di informazioni che possono aiutare l’allievo a capire che tipo di attività motoria svolgere e come affrontarla”.

Altrimenti andiamo avanti a dire “io avrei bisogno di muovermi ma non ho i soldi per pagarmi il personal trainer” oppure “non ho i soldi ed il tempo per iscrivermi in palestra”. Ma questo è prendersi in giro. Ci si può muovere senza palestra e senza personal trainer. Bisogna certamente pensare a quel che si fa. Non si trova chi ti da i consigli? Questa è colpa nostra che ci sappiamo proporre solo come istruttori di palestra. Speriamo che le cose cambino. Buona attività motoria a tutti. P.s.: Se volete muovervi ma non sapete cosa fare non rinunciate a muovervi. Scrivete pure qui sopra. E se non do i consigli giusti non deprimetevi, andate pure in giro a dire “Il PTG è ignorante”. E’ già una buona pubblicità. Meglio ignorante che… inesistente.