KIM COLLINS 9″93 SUI 100 METRI A 40 ANNI: ELEMENTARE WATSON…

A volte mi pare di essere Sherlock Holmes. E’ da anni (dal 2007 per la precisione, quando elaborai un breve studio statistico) che sostengo che nelle categorie masters il peggioramento nelle corse è più sensibile sulle lunghe distanze che non sulle brevi distanze, anche se i fisiologi continuano a raccontarci il contrario. Evidentemente i fisiologi non si occupano di atletica masters perché se cosi fosse basterebbe dare un’occhiata ai records delle varie categorie per rendersene conto. Ciò non avviene solo a livello mondiale ma anche a livello Europeo e dei singoli Paesi, pertanto è una statistica che viene confermata a tutti i livelli e che può contare, fra l’altro, su un buon numero di dati (visto che le categorie master sono almeno 13 se vogliamo scartare gli “over 35″ che sono troppo giovani per essere chiamati masters).

Kim Collins ha corso, primo quarantenne nella storia, i 100 metri in meno di 10” netti. Per conto mio è un risultato straordinario ma non mi sorprende più di tanto. Se non ci riusciva lui, prima o poi doveva riuscirci qualche altro splendido quarantenne. A chi sostiene che a 40 anni si può andare forte ancora solo sulla Maratona forse ha qualcosa da dire anche Bernard Lagat che corre sui 1500 come pochi ventenni sanno fare. Il fatto che nella maratona ci siano molti quarantenni che vanno forte dipende essenzialmente da una cosa: che nel mondo vi sono un’infinità di quarantenni che corrono ancora la maratona. Se vi fossero anche un’infinità di quarantenni che corrono i 100 metri o i 400 o i 1500 metri in quelle distanze avremmo dei records che farebbero chiaramente capire, anche al più ostinato dei fisiologi, che, se ci si allena, sulle brevi distanze si perde sensibilmente meno che sulle lunghe. Insomma l’età ci ruba la capacità di resistere più che la capacità di andare veloce.

Semmai il discorso può essere più complesso e da approfondire parlando di sedentari o “quasi sedentari”: è pure possibile che il sedentario che non si esercita abbia, per colpa della mancanza di esercizio fisico, degli scadimenti di velocità paurosi, ancora più gravi di quelli patiti sulla resistenza. Questo, in effetti, è un argomento che può essere anche sviscerato dai fisiologi, in quanto come appassionati di atletica e dunque “statistici” di questo sport, non abbiamo dati di riferimento per poter dire come scade mediamente il sedentario. Il sedentario non gareggia, nemmeno si allena, non può offrirci dati per fare una statistica in proposito. Mi preme solo rilevare che anche se fosse vero che il sedentario, a differenza dello sportivo, perde più in velocità che in resistenza comunque questo suo perdere tanto in velocità, tutto sommato è meno drammatico del perdere tanto in resistenza. Perdere tanto in resistenza vuol dire scadere a livello organico e questo è un danno molto grave che può superare addirittura la sciagura di scadere molto a livello muscolare.

Per cui posso capire quando i fisiologi ci raccomandano di curare la resistenza man mano che si sale con l’età: è importante farlo per mantenere efficiente l’organismo. Non li capisco invece quando ci ammoniscono a non “rischiare” con le prove veloci. E’ certo che allenarsi da sprovveduti sulle prove veloci non è una bella cosa ma non lo è certamente nemmeno nelle prove di resistenza. Allenandosi razionalmente nelle prove veloci si ottengono risultati più che soddisfacenti a tutte le età, l’unico vero rischio è pensare che la velocità sia riservata solo ai giovani mentre i “vecchi” devono solo “soffiare come dei disperati” a mantenere quel po’ di resistenza che possono tenere nonostante l’età.

L’immagine del master che si diletta solo nelle corse su strada perché per lui la pista ormai è solo un ricordo del passato è un’immagine da cancellare. E’ vero che non tutti i quarantenni possono correre i 100 metri in 9″93 come Kim Collins ma se ci sono tanti maratoneti che corrono la Maratona anche in più di 4 ore senza vergognarsi assolutamente (e non si vede perché dovrebbero vergognarsi) ci potrebbero essere anche tanti centometristi che corrono i 100 metri in 14″ o anche più senza per questo doversi vergognare. In fin dei conti, in valore tecnico assoluto correre i 100 metri in meno di 14″ è probabilmente più significativo che correre una Maratona in meno di 4 ore. Non capisco perché nel mondo ad ogni momento c’è qualche atleta attempato che si mette in testa di provare a correre una Maratona in meno di 4 ore mentre non c’è nessun pazzo scatenato che vuole correre i 100 in meno di 14″. Con la dovuta preparazione fanno più che bene entrambi gli obiettivi. Con la preparazione sbagliata un 100 “provato” in 14″ può procurarci un bello strappo muscolare ed una Maratona “tentata” sotto le 4 ore può anche causarci uno stato d’affaticamento generale per niente salutare. L’imperativo è fare le cose con il buon senso dopodiché correre veloci può essere certamente prerogativa anche dei non più giovani così come tentare di resistere nonostante l’età. Sappiate che se arriverete a 100 anni sarà molto più facile gareggiare sui 100 metri che sulla Maratona. Per scaramanzia qualche 100 metri provatelo fin d’ora…