IL LIBRO DI SCIENZE MOTORIE PER LE SCUOLE SUPERIORI

Ho letto un libro di scienze motorie per le scuole superiori (sarebbe meglio dire che l’ho scorso, più che letto, non ci ho impiegato molto) perché bisogna aggiornarsi e mi sono scoppiate dentro delle considerazioni.

Il libro è fatto bene, è aggiornato, si vede che non è un libro datato ma proprio per questo manca di qualcosa.

Un tempo il libro di testo per l’educazione fisica non esisteva nemmeno. Soldi risparmiati. Si potrebbero risparmiare anche adesso mettendo il libro in dotazione alla biblioteca scolastica e, se fosse per me, di attività motoria ne metterei ben più di uno perché per farsi un’idea abbastanza aderente alla realtà bisogna certamente sentire più campane.

In tema di attività  motoria bisogna essere informati poi non è che lo studente abbia questa grande necessità di portare avanti e dietro da scuola il libro di testo o i vari libri di testo perché ciò che viene messo a punto a scuola è più di ordine pratico che inerente alla teoria del movimento.

E’ necessaria una parte pratica e questa parte è predominante. Non sto assolutamente dicendo che il libro di testo sia inutile, tutt’altro. Ciò che manca in quel libro di testo, invece, a mio parere, sono tutta una serie di indicazioni utili ad affrontare in modo concreto i problemi di effettuazione dell’attività motoria a scuola. Manca un ponte fra teoria e pratica e questo ponte deve essere agganciabile al libro di testo.

Mi spiego meglio. Nell’elencare in modo quasi enciclopedico tutte le questioni inerenti l’attività motoria e pure in modo moderno, manca quella che, in modo decisamente moderno, limita di fatto la fruizione di attività motoria a scuola. In sintesi se il libro di testo è come una specie di manuale di istruzioni per svolgere l’attività motoria a scuola manca l’analisi di quelle che sono le problematiche concrete per affrontare tale attività.

Per essere ancora più chiaro, un obiettivo per uno studente che entra a far parte di un certo istituto scolastico a 14 anni potrebbe essere che anche grazie all’utilizzazione del libro di testo quando finisce il corso di studi in quinta classe, alcune problematiche relative alla fruizione di attività motoria in quell’istituto scolastico siano state risolte.

Si obietterà che non è compito degli studenti e forse nemmeno dei professori, appianare quella serie di inconvenienti che limitano di fatto la fruizione di attività motoria in ambito scolastico più o meno su tutto il territorio nazionale ma, se non vogliamo nasconderci dietro ad un dito è opportuno ammettere come possa essere importante studiare (e ho scritto proprio “studiare” che potrebbe benissimo essere affiancato anche ad un molto indicativo “escogitare”) tutte le strategie possibili per incrementare la quota di attività motoria in ambito scolastico proprio in questa materia, così come, per esempio in italiano potrebbe essere utile studiare le cause dell’abbandono di un certo tipo di terminologia che fa ancora decisamente parte della lingua italiana.

Insomma se la parte teorica del libro riguarda tutta una serie di procedure e di modalità per l’esecuzione dell’attività  motoria riguarda anche la problematica della effettiva messa in pratica di queste procedure in ambito scolastico.

Se così non fosse si potrebbe arrivare all’ipotetica assurda e improponibile soluzione che visto che a scuola non c’è tempo né la possibilità pratica di effettuare attività motoria allora ci si limita anche grazie ad un libro di testo a studiare in classe ciò che si dovrà necessariamente fare in ambito extrascolastico perché a scuola non si riesce a fare.

Tentando risolvere il mio cronico problema di mancanza di sintesi vorrei provare una forse impossibile sintesi rilevando una dicotomia fra completezza del libro di testo e incompletezza del programma realmente eseguibile nella scuola italiana. In modo forse assurdo dico che per rendere veramente completo quel testo manca il capitolo forse più importante e specifico per quel problema: quello che analizza l’approccio della scuola italiana all’attività fisica e la filosofia che ne condiziona in modo determinante le linee di attuazione del programma. Una nuova cultura del movimento a scuola è auspicabile e possibile, forse deve partire proprio da alcune considerazioni che devono essere presenti sui libri di testo e che possono servire effettivamente alla realizzazione di un cambio di passo. Altrimenti possiamo rassegnarci ad una più limitante “storia dell’educazione fisica in Italia” che non penso che abbia grande importanza rispetto a ciò che accade comunemente nella realtà attuale della scuola italiana.