I VERI PROBLEMI DELLO SPORT

Si sta facendo un gran clamore per i fatti relativi ad una dozzina di squadre di calcio di alto livello in Europa. Ne parlano tutti come se le sorti dello sport girassero attorno a quelle problematiche. Sono fatti che riguardano poco più di duecento calciatori professionisti. E per me possono pure fare quello che vogliono, sono strapieni di soldi hanno pure la capacità di inventarsi quello che vogliono. Il problema non sono loro che giocano ad un gioco divertente e che rende pure un sacco di soldi ma siamo noi che li guardiamo ed il problema non è proprio quando li guardiamo ma quando nel guardarli ci dimentichiamo di dare importanza alla nostra attività sportiva che è importante come la loro e forse anche di più.

La stessa cosa avviene nel momento in cui commentiamo le loro scelte in tema di attività agonistica dimostrando di dare un importanza colossale alla loro attività agonistica e trascurando la nostra. Per conto mio la Federazione calcio può tranquillamente escludere quei club dai campionati nazionali, non penso che quei club ne patiranno un gran danno. Molto semplicemente decideranno se il loro torneo fra ricchi è più importante del torneo fatto assieme a tutte le altre squadre oppure se questa trovata è l’ennesima scemata per snaturare uno sport che nasce decisamente bello ed affascinante e rischia di diventare noioso quando il danaro limita le possibilità di successo solo a pochi eletti.

Io penso che la federazione per compito istituzionale dovrebbe occuparsi di diffondere il più possibile lo sport presso la cittadinanza e così con riferimento al calcio, per esempio, è molto più importante tutelare la pratica sportiva di quelle centinaia di migliaia di ragazzini che lasciano l’attività agonistica perchè a 14-15 anni si rendono conto che non hanno possibilità di diventare dei grandi campioni e visto che una scuola supercompetitiva bussa alla porta non è opportuno perdere troppo tempo su un’attività agonistica molto onerosa in termini di tempo che quasi sicuramente non potrà portare a nessuno sbocco professionale e che di sicuro sottrae molto tempo alla preparazione scolastica.

Questa cosa che avviene nel mondo del calcio in realtà avviene anche in tutti gli altri sport e se avvenisse attorno ai 20 anni, pazienza, perché ormai a quell’età uno lo sport l’ha già capito abbastanza ed almeno un po’ ha capito sulle sue reali possibilità di emergere, ma quando questa cose avviene a quindici anni è una vera e propria tragedia in prima istanza da un punto di vista della salute dei ragazzi che hanno certamente molto bisogno di muoversi ma anche da un punto di vista sportivo perché in molti sport a quell’età del potenziale sportivo di un certo soggetto non si è ancora capito un bel nulla.

Per cui se si vuole valutare la faccenda da un punto di vista della salute pubblica non ci sono dubbi: guardatevi tutta la televisione che volete che immortala le gesta degli eroi del calcio ma non trascurate il calcio autentico dei ragazzi. Da un punto di vista sportivo il discorso è proprio uguale uguale e dovrebbe riguardare a maggior ragione le federazioni sportive. Se i professionisti vogliono ammazzarsi di fatica magari esasperando ulteriormente il ricorso ai trattamenti farmacologici per sostenere ritmi impossibili che facciano pure quello che vogliono, l’importante è che non perdiamo di vista l’attività agonistica di quei ragazzi che possono andare in futuro a competere con questi supereroi perché, più che di qualche centinaio di supereroi che giocano in tutti i modi che vogliono, contano le gesta di centinaia di migliaia di ragazzi in grado di giocare comunque molto bene che tutti noi siamo pure autorizzati a vedere quando giocano anche se per televisione continuano a farci vedere sempre gli stessi che si sfidano fra loro.

Allora, tanto per cambiare, il problema per conto mio non è riferito all’organizzazione dello sport di vertice quanto a quella dello sport di base che sarebbe pure buona cosa che fosse svincolata anche economicamente dalle problematiche dello sport di vertice. Adesso qualcuno sostiene che questa superlega potrà far bene anche allo sport giovanile perché può fare arrivare soldi anche a quello, io ritengo che lo sport giovanile sia sacrosanto e deva essere tutelato anche dalle pagliacciate dello sport di vertice, che i soldi a quello possano arrivare solo se gli eroi si sovraespongono in televisione mi pare un po’ tragicomico e penso che deva esistere un’organizzazione sportiva che vigila su queste cose. In sintesi quando lo sport di base funziona i gladiatori possono pure fare quello che vogliono, l’importante è che non esista alcun ricatto dello sport artificiale su quello autentico.