I LIMITI DI PTG

Molti mi chiedono anche consigli di dietologia ed io sono costretto a deluderli perché non sono un dietologo. Sì è costruita l’immagine, in Italia, del “Personal trainer” che è anche un dietologo ed è un’immagine decisamente fuorviante, perché quasi mai il Personal Trainer è un dietologo, così come quasi mai il dietologo è un professionista che si occupa anche di attività fisica, sono due cose diverse.

A forza di sentire parlare di problemi di dietologia però un’idea me la sono fatta ed è proprio quella che la gente farebbe bene a scindere le due cose. Non so se ci sia la moda, fra i dietologi, di dire di iniziare ad accostarsi all’attività fisica proprio nel mentre in cui un soggetto incomincia una certa dieta. Se esiste questa moda è una moda del tutto inopportuna ed anche i dietologi dovrebbero rendersene conto.

Vista dalla mia parte se un soggetto qualsiasi che è sempre stato sedentario viene da me e dice che ha finalmente deciso di muoversi e mi chiede consigli sono ben lieto di poterlo aiutare ma se lo stesso soggetto mi dice che parallelamente ha deciso anche di mettersi a dieta gli chiedo subito: “Perché proprio ora? Non puoi fare una cosa alla volta?”. Accostarsi all’attività fisica, soprattutto per chi è sempre stato sedentario è una cosa fantastica ma richiede una serie di adattamenti. Sono adattamenti di una certa importanza ed anche difficilmente prevedibili nella loro evoluzione nel senso che non tutti reagiamo allo stesso  modo all’attività fisica. Tutti sanno che l’attività fisica tende ad aumentare le uscite e pertanto può far venire più fame, può portare istintivamente ad alimentarsi un po’ di più. Se uno si mette a dieta, magari pure una dieta restrittiva come apporto calorico, proprio nel momento in cui inizia ad accostarsi all’attività fisica rischia di fare dei disastri. Rischia di non recuperare gli allenamenti ,rischia di nutrirsi troppo poco per il nuovo fabbisogno calorico, rischia di crearsi dei problemi, oltre che a tavola anche nello svolgimento dell’attività fisica perché sarà portato a pensare che aumentare il carico di attività fisica è un supplizio insostenibile.

Pertanto sono del parere che se un soggetto ha per la testa contemporaneamente l’idea di combattere la sedentarietà e pure quella di sottoporsi ad un nuovo regime dietetico farebbe bene a schiarirsi un po’ le idee prima di iniziare a mettere in atto quei propositi. Io suggerisco una cosa alla volta ed ho i miei buoni motivi per suggerire così, poi se non sa da che parte cominciare potrebbe anche interpellare il suo medico di base per capire se nel suo caso è più urgente prima sconfiggere la sedentarietà o prima mettere mano al regime dietetico. Penso che sia proprio il medico di base ad aver i numeri per capire se per quel soggetto è più urgente una cosa o l’altra. Sono d’accordo che ci possa essere bisogno dell’aiuto sia del dietologo che del consulente per l’attività motoria ma tale aiuto non può partire contemporaneamente perché i due professionisti rischiano di ostacolarsi a vicenda con le loro proposte e di fare caos.

Un dietologo che predispone il suo piano e raccomanda al paziente di non cambiare le abitudini di movimento lo capisco. Quel dietologo vuol vedere se quel paziente con una nuova dieta riesce a fare senza problemi tutte le cose che faceva prima. E’ un quesito lecito e penso pure importante per poter calibrare ad arte la nuova dieta. Ma quel dietologo che parallelamente alla nuova dieta da improbabili consigli sull’attività motoria al paziente esortandolo a muoversi diversamente va incontro a sorprese perché né lui né un consulente dell’attività motoria potranno sapere che sorprese ci sono dietro l’angolo. E così, quando una nuova dieta è stata messa a punto ed il soggetto in questione si mette in testa che adesso ha anche voglia di muoversi più di prima è pure possibile che con le nuove abitudini di movimento la dieta torni a sballare e così io sono costretto a rispedire il personaggio dal dietologo. Insomma l’ideale sarebbe che almeno una delle due variabili fosse gestibile con un minimo di prevedibilità. Purtroppo io sono pressoché sicuro che avendo a che fare con un sedentario l’accostamento all’attività motoria sarà del tutto imprevedibile e questo è uno dei limiti di PTG ed uno dei motivi per cui io spero che se proprio uno deve mettersi a dieta non vada a farlo proprio quando inizia a muoversi diversamente.

Le due cose sono collegate ma per non fare troppa confusione è opportuno muoversi con prudenza ed andare ad inserire le variazioni di movimento solo in modo da poterle interpretare bene in tutti i loro adattamenti. Quanto meno banale capire che se uno si muove di più farà fatica a mangiare di meno.

Insomma i consigli sono possibili, i miracoli diventano molto difficili anche se i professionisti interpellati sono molti, anzi, proprio per quello. Troppi consigli alla fine rischiano di fare solo confusione, pertanto il mio consiglio base resta… una cosa alla volta!