GIORNALISMO IDIOTA E SPORT

Una volta tanto sostengo la Maratona. Io che sono in realtà un grosso sostenitore della mezza Maratona (detta “Maratonina”) che trovo più fisiologica, facile da affrontare, talvolta addirittura più spettacolare, mi trovo a sostenere la Maratona, precisamente la Maratona di Roma che, al momento, è la Maratona più importante d’Italia.

Il giorno della Maratona ero a Roma e, per quel che ho visto, la Maratona di Roma sta crescendo bene. Certo prima di arrivare ai livelli di New York o anche delle altre importanti Maratone europee quali Londra, Berlino e Parigi ce ne vuole ancora ma intanto è importante anche apprezzare questi significativi progressi a livello organizzativo che la possono lanciare in un’orbita meno provinciale e un po’ più internazionale. Non dobbiamo dimenticare da dove si è partiti. Fino a pochi anni fa la Maratona di Roma era ancora identificata come quella manifestazione utile per le battute di Alberto Sordi in un certo tipo di film. Senza volerlo il grande comico romano ha dato un contributo alla Maratona di Roma, che poi questa manifestazione sia alla ricerca di un’etichetta che ben si discosta da quella conquistata al cinema quello è abbastanza ovvio.

Adesso accade che un giornalista di si scagli contro la Maratona di Roma provocando un putiferio di reazioni. L’importante è che se ne parli e quel giornalista potrebbe aver centrato due obiettivi in un colpo solo: primo quello di far parlare di se stesso, secondo quello di far parlare della Maratona di Roma.

Bisogna essere molto attenti quando parliamo di giornalismo idiota. Per certi versi un articolo apparentemente idiota può essere un articolo molto utile se focalizza l’attenzione su un argomento che merita interesse.

La Maratona di Roma è un argomento che desta certamente interesse perché il grado di civiltà di un paese, nel terzo millennio, si misura anche in base alla capacità di organizzare un evento sportivo quale può essere la più importante maratona nazionale. Certamente all’estero vieni anche giudicato per come riesci ad organizzare queste cose, non solo per l’Expo o per altre cose colossali.

Il giornalista in questione, che preferisco non menzionare per ovvi motivi, si è scagliato contro la Maratona di Roma con argomentazioni idiote ed ha centrato, non so se senza volerlo o se con arguzia insospettabile, un elemento importante per far crescere questa manifestazione. Una volta organizzato bene l’evento, e su questo ci siamo, bisogna portare sul percorso un milione di spettatori. Praticamente la Maratona di Roma deve diventare l’evento di quel periodo. Così come New York si blocca la prima settimana di novembre per quella che è la sua Maratona che è probabilmente la più riuscita al mondo, Roma deve riuscire a bloccarsi la prima settimana di primavera (prego definire bene la data e confermarla con costanza perché anche quello è un ingrediente del successo) per la sua Maratona che può diventare certamente una delle più seguite al mondo.

Non è solo il comitato organizzatore di New York a far grande la Maratona di New York ma anche e soprattutto la sua popolazione. Così Roma, per far diventare veramente grande la sua Maratona, ha bisogno dei romani.

Mi viene in mente la “Montefortiana” che è una corsa che si disputa in provincia di Verona tutti gli anni la terza settimana di gennaio e che ha reso famoso nel mondo il paese che la organizza. Monteforte d’Alpone, vicino a Soave, è famosa per il suo vino, per il suo campanile un po’ strano e per la “Montefortiana” che è appunto questa corsa organizzata molto bene che da oltre quarant’anni coinvolge tutto il paese ed ospita sistematicamente quasi 20.000 podisti. I 20.000 della Montefortiana non sarebbero certamente contenti se a  dare una mano al comitato organizzatore molto efficiente, non ci fosse tutto il paese con il suo calore.

Così Roma, per “scimmiottare” davvero (come dice con arguzia il giornalista “ipercritico”) New York, ha bisogno dei romani e solo in quel modo la Maratona di Roma potrà avere il riconoscimento internazionale che merita, senza bisogno di articoli falsamente idioti scritti chiaramente con l’intento di provocare un clamore che non potrà mai sostituire il calore della popolazione che si stringe attorno alla manifestazione della sua città.