GINNASTICA PER L’ARTROSI

Dire “ginnastica per l’artrosi” è un po’ come dire “acqua per la sete”. Più o meno tutta l’acqua funziona per la sete. Salvo che non sia quella del mare, che è salata, oppure che non sia inquinata. Poi non deve essere ne troppo calda ne troppo fredda e… non deve essere nemmeno troppa perché allora crea comunque problemi. Insomma, tendenzialmente, tutta la ginnastica è utile per l’artrosi. Quella “salata” è quella più diffusa, nel senso che è quella che compriamo, talvolta a caro prezzo (per quello è… salata!), nelle palestre private, ma se il professionista che ce la propone è una persona competente, a differenza dell’acqua del mare, assolve benissimo al suo compito di togliere la sete di movimento, anche se ci svuota le tasche. Quella troppo calda o troppo fredda sono invenzioni che spesso ci costruiamo noi per sottrarci ad una ginnastica che a volte può essere un po’ noiosa. Ma, anche lì, un buon professionista dovrebbe presentarci qualcosa di poco noioso, ha studiato per questo, è nelle sue facoltà. Quella “inquinata” purtroppo esiste, come l’acqua. E’ figlia del nostro tempo, è figlia delle mode. A volte chi ci “vende” la ginnastica, pur di vendercela la “inquina”. E’ la ginnastica di moda dove l’apparenza va oltre la sostanza e dove l’immagine sostituisce la qualità del prodotto. Viviamo in un mondo che vende molti scatoloni vuoti e, a volte, anche un certo tipo di ginnastica è in realtà uno “scatolone vuoto”.

L’immagine degli scatoloni vuoti non è solo una metafora ad effetto, purtroppo è anche una realtà concreta. Guardate quante difficoltà vi sono nel risolvere il problema dello stoccaggio dei rifiuti solo perché le grandi industrie rifiutano di piegarsi alle nuove esigenze in fatto di produzione di rifiuti. Per loro convertirsi ad imballaggi meno gradevoli ma più facilmente smaltibili è una vera tragedia e oppongono forti resistenze a queste richieste.

Insomma di fronte a queste assurdità non dobbiamo meravigliarci se anche nel mondo della ginnastica può circolare la ginnastica “inquinata” che è quella che serve a poco ma ha una bella immagine e costa di più di quella tradizionale.

C’è un trucchetto per scoprire questo tipo di prodotti: chiedetevi se il corso al quale vi siete iscritti è di moda. Se è di moda questo è già un ottimo indizio per sospettare che questo prodotto sia uno “scatolone vuoto”. Insomma se è di moda vuol dire che, come minimo, una bella immagine ce l’ha e, se è così vuol dire che sono stati fatti degli investimenti per lanciare quel prodotto e dunque, questi investimenti dovranno avere un ritorno economico per essere convenienti. Alla fine voi pagate la ginnastica, che c’è proprio da augurarsi che sia di buona qualità ma non è detto, e pagate anche l’immagine che si è voluto dare a quel prodotto per lanciarlo.

Questo, più che un inno alla ginnastica di tipo tradizionale a corpo libero, è un monito a non voler credere che il prodotto di moda sia il prodotto migliore. La ginnastica è sempre stata utile, è sempre stata utile per l’artrosi oltre che per altre cose è se viene fuori che una “nuova metodica” è certamente più efficace di una meno nuova quello probabilmente è solo un lancio di mercato, un vero e proprio business, alla scoperta del quale è meglio mandare avanti agli altri. Lasciamo che gli altri sperimentino, poi se funziona potremo provare anche noi quel tipo di ginnastica.

Ricordo il lancio di un tipo di ginnastica del quale non voglio fare il nome, perché è ancora terribilmente attuale e non voglio danneggiare nessuno, che i primi anni fece dei veri e propri disastri.

Non se perchè dagli Stati Uniti arrivò questo nome. E’ certo che quando un nome arriva dagli Stati Uniti bisogna farlo funzionare. Il marketing ti dice che se il nome è stato lanciato lì (anche se non è americano…) dovrà funzionare. Se invece arriva dalla Lituania o dal Congo non ha grosse possibilità anche se è il miglior sistema del mondo…

Beh, questo metodo di ginnastica aveva più di cento anni ed era stato clamorosamente “rispolverato” dopo oltre un secolo. Ma la gente non lo sapeva. Era un sistema inventato, all’origine, per le esigenze di movimento di alcune persone di più di cento anni fa, non per quelle di masse di contemporanei. Però era di moda, anzi era la moda del momento. All’inizio fece disastri. E invece che spargersi la voce che faceva disastri si allargò la moda. Gli insegnanti di educazione fisica furono tempestivi nel salvare il marchio. Il marchio funzionava benissimo (mica per niente era stato rilanciato negli Stati Uniti) e doveva essere salvato. Il problema era che quel tipo di ginnastica non funzionava per la gente di oggi. Funzionava per i militari di più di cento anni fa perché per questi era stato inventato. Niente paura, con un’operazione di lifting colossale ed azzeccatissima, riuscirono a rettificare il metodo, stravolgendolo ma rendendolo sicuramente efficace anche per tutta la gente che frequenta le palestre nel XXI secolo e deve andare in guerra in ufficio ma non al fronte (per fortuna!).

Il risultato finale è stato un tipo di ginnastica certamente funzionale, assolutamente proponibile a tutti, che funziona benissimo anche per l’artrosi e che potrebbero avuto benissimo l’idea di chiamare ginnastica per l’artrosi come tutte le ginnastiche normalmente proponibili alle persone normali.

Ma non poteva essere così perché bisognava lanciare il marchio e, ancora oggi, a parecchi anni da quel lancio, se vi iscrivete ad un normale corso che si chiama con quel nome rischiate di pagare qualche euro in più… solo per il nome.

L’importante è che quel tipo di ginnastica faccia bene e mentre i primi anni io ero costretto a sconsigliarla perché erano più quelli che proponevano il metodo originale “nudo e crudo”, noncuranti del fatto che funzionava solo per pochi eletti, adesso la consiglio perché propongono quasi tutti il metodo adattato, risultato del processo di revisione, che funziona per tutti ed è dunque veramente efficace.

Insomma la ginnastica condotta con buon senso è “tutta” per l’artrosi e, in più ha una valenza positiva anche per cose ben più gravi. A volte io dico che l’artrosi invece che un flagello è una benedizione perché è quell’accidenti che ci obbliga ad iniziare a muoverci e a combattere la sedentarietà. Così facendo oltre che contrastare l’artrosi si contrastano i problemi circolatori che sono ben più subdoli e pericolosi dell’artrosi. L’artrosi è la punta dell’iceberg, i problemi circolatori sono ciò che c’è sotto che molto spesso è ancora più grave.

Anche per quello non ha senso indugiare con gli analgesici in caso di artrosi. Gli analgesici possono essere giustificati solo nei momenti di dolore acuto ma non nel normale e quotidiano decorso dell’artrosi. L’artrosi va curata con il movimento. L’analgesico non è curativo e se consente di trascurare il problema perché ce lo fa sopportare elegantemente è potenzialmente diabolico in quanto ci sottrae dall’onere di servirci di una cosa, la ginnastica, che ci serve anche per fare prevenzione di cose più importanti. E’ il discorso della pubblicità dello Yogurt. Non è vero che basta trangugiare uno Yogurt per risolvere i problemi della vita. La ginnastica va fatta lo stesso, anche se lo Yogurt ci ha risolto i fastidiossissimi problemi intestinali. E la pubblicità televisiva ci devasta anche sui dolori articolari. Non rinunciate alla ginnastica perché la confezione da 300 pastiglie di analgesico te la tirano dietro come se fossero noccioline. Quelle trecento pastiglie vi spaccheranno lo stomaco e non cureranno l’artrosi. Per l’artrosi la terapia è una sola: il movimento, condotto con tanto buon senso e pure un po’ di attenzione, soprattutto se… è di moda