Domanda… da ortopedico

“Ciao, ho 47 anni e pratico attività fisica abbastanza varia con una certa regolarità.

Alcuni dolorini saltuari ad un’anca mi hanno portato a fare degli accertamenti clinici con i quali è stata riscontrata una malformazione congenita bilaterale alle anche sulla quale si è instaurata un’artrosi (anch’essa bilaterale).  L’ortopedico mi ha detto che non è una situazione sottovalutabile e devo monitorarla perché potrei essere costretto a dovermi operare a breve. Anzi ha aggiunto che in questi casi è meglio anticipare l’intervento piuttosto che portarlo più avanti possibile. Cosa mi consigli?”

 

Ti consiglio quello che consiglio a tutti e cioè di muoverti con raziocinio e prudenza, ma comunque con continuità e senza mai trascurare il movimento perché dal mio punto di vista (quello dell’insegnante di educazione fisica e non quello dell’ortopedico…) quelle sono le armi a disposizione che hai per stare meglio possibile.

La tua domanda, per il resto, è decisamente da ortopedico che tu hai fatto giustamente bene ad interpellare perché era importante evidenziare questa problematica. Poi io dico sempre che non bisogna fare del terrorismo, ti posso certamente aggiungere che fra gli ortopedici troverai gli “interventisti” ed i “non interventisti” e qui se ne potrebbe aprire una disputa di carattere medico che non finisce più. Io non so se il tuo ortopedico faccia parte della categoria degli interventisti o meno. Alle tue anche auguro che sia un interventista, perché se così è magari l’intervento che lui prevede fra non molto si potrà fare fra 20 o 30 anni. Se invece è un non interventista allora potrebbe essere che per ciò che lui ti ha consigliato semplicemente di monitorare qualcuno sarebbe già intervenuto anni fa.

Il fatto che tu ti accorga adesso di questo problemino mi fa propendere per una via di mezzo. L’inconveniente non penso che sia drammatico perché altrimenti te ne saresti accorto da bambino. Al tempo stesso mi tocca dirti che quasi di sicuro non è una fesseria perché se così fosse si sarebbe manifestato più in là con gli anni. A 47 anni non sei certamente un rottame e poi tu mi dici che stai già praticando con costanza una sana attività fisica e pertanto questi tuoi problemini non possono essere imputati ne a sedentarietà ne ad esagerazioni in fatto di attività fisica.

Posso solo che consigliarti di continuare con l’attività fisica come stai facendo, senza esagerare e di ascoltare con pazienza le informazioni provenienti dalle tue anche. Già il fatto che solo su un lato tu abbia avvertito i dolorini e sull’altro no mi fa pensare ad una cosa.

A pesare sulla scelta di intervenire o meno è certamente l’evoluzione dei sintomi oltreché il quadro radiografico. Se un’ articolazione non duole anche in presenza di un quadro radiografico sconsolante vuol dire che si sono instaurati degli adattamenti (molto probabilmente promossi anche dall’attività fisica) positivi che hanno aiutato gli equilibri funzionali di quell’ articolazione. Fare previsioni su quanto possa accadere a lungo termine in tal senso è difficile, comunque concordo pienamente sull’idea di monitorare la situazione anche se a livello dolori non dovesse peggiorare.

Ti cito una situazione del sottoscritto per completare il quadro. Io venticinque anni fa sono stato operato per un’esostosi calcaneare al piede destro. Tale condizione mi provocava tendiniti ricorrenti, ma c’è da dire che le tendiniti ricorrenti sono consuetudine in chi pratica la corsa di mezzofondo anche in modo un po’ esasperato come facevo io all’epoca. Chi è intervenuto mi ha detto che a breve (“quando vuoi tu, ma anche fra pochi mesi…”) avrei dovuto operare anche il piede sinistro perché si presentava nella stessa condizione del destro e avrebbe provocato certamente anche quello una tendinite dell’Achilleo sinistro. Dopo circa 300 mesi devo ancora operarlo e temo che non lo opererò mai più perché le mie capacità di stressare i tendini stanno venendo meno. Purtroppo non ce la faccio più a correre così forte in modo tale da provocarmi una tendinite…

Gli atleti di una certa nazione che non ti sto a dire qual’è (non l’Italia per fortuna…) avevano l’abitudine di sottoporsi preventivamente ad intervento chirurgico del tendine di Achille perché avevano notato che sistematicamente si prendevano tutti una bella tendinite, prima o poi, in seguito ai carichi di allenamento che venivano somministrati loro dai tecnici della nazionale. Chiaramente erano professionisti. La loro federazione operava degli investimenti sulla loro crescita atletica e pertanto proponeva addirittura l’intervento preventivo per non vedere andare in fumo quegli investimenti.

Questa,  a mio parere, è una cosa più aberrante del doping. Oppure, a seconda dei gusti, è medicina di alto livello. E’ la costruzione dell’uomo bionico. Dipende da cosa vuol fare uno. Se uno vuole andare sulla Luna ma ha dei problemi di prostata forse è pure costretto ad intervenire sulla prostata prima di andare sulla Luna. Oppure può controllare i problemi di prostata magari evitando anche l’intervento ma forse non potrà andare sulla Luna.

Preferisco l’atleta che perde ma lo fa con i suoi bei tendini di serie “b” che non l’atleta che vince con i tendini bionici. Ma io sono un romantico d’altri tempi.