Commento a “Genialità del Ciclobus”

“Il Ciclobus è indubbiamente un bel giocattolo, romantico e divertente ma non può di certo risolvere i problemi dell’inquinamento urbano e tanto meno il problema della sedentarietà patologica di molti ragazzini che abitano in quelle aree…”

 

Che il ciclobus sia un bel giocattolo non c’è dubbio, anche l’automobile è un giocattolo ed è intesa come tale da buona parte degli italiani che la comprano pensando non a ciò che accade 365 giorni all’anno ma soprattutto a cosa accade nei momenti di svago, così ci sono soggetti che vanno a lavorare da soli su un giocattolone enorme solo perché quel giocattolone serve magari per un utilizzo particolare per 15-20 giorni l’anno. Il Ciclobus è comunque un giocattolo intelligente, ecologico e anche se non risolve nessuno dei problemi di inquinamento e sedentarietà che incombono sulle nostre città ha comunque il merito di fare un ottima pubblicità ad eventuali strategie per risolvere quei problemi. Il Ciclobus ci ricorda contemporanemente che i bambini devono muoversi se vogliono stare bene e che devono farlo pure in un ambiente salubre meno molestato possibile dal petrolio. Il Ciclobus è una specie di manifesto viaggiante, tutti lo notano e tutti capiscono che i problemi che vuole sottoporre all’attenzione dei cittadini non sono problemi finti ma problemi con i quali combattiamo tutti i giorni e nell’affrontare i quali dobbiamo inventarci qualcosa. Ho capito che la soluzione non saranno centinaia di ciclobus sparsi per il territorio nazionale per far andare tutti i ragazzini a scuola in modo divertente ma in ogni caso ogni manifestazione che ponga l’accento sull’importanza del problema deve essere apprezzata. Ho già scritto più volte che la vera rivoluzione del traffico, per fare in modo che la bici possa prendere il sopravvento sull’auto nei centri urbani, sarebbe l’adozione sistematica del metodo cosiddetto della “casetta avanzata per i ciclisti”. Con quel metodo, adottato in tutti gli incroci dove non esiste la pista ciclabile, sarebbe finalmente l’automobilista a chiedere la pista ciclabile perché con quel metodo la bici viaggia sicura e rapida mentre quello che resta imbottigliato ai semafori è l’automobilista. Solo questa responsabilizzazione dell’automobilista renderebbe il problema delle piste ciclabili un problema di tutti e non un problema solo di pochi pazzi scatenati che si ostinano a voler usare la bicicletta in città progettate per le auto. Se la costruzione delle piste ciclabili rientra anche nei piani degli automobilisti allora c’è la possibilità che queste vengano costruite in tempi brevi anche magari approfittando dell’emergenza covid che è un pretesto più che sufficiente per rivedere tutta la rete ciclabile delle città italiane, ma se le piste ciclabili restano un’assurda pretesa solo dei ciclisti, ancora troppo pochi per aver peso politico allora non ci si possono fare illusioni, l’ammodernamento della rete ciclabile italiana avrà i tempi di esecuzione più o meno della mitica Salerno-Reggio Calabria.

E’ un cane che si morde la coda: i ciclisti che usano la bici per andare a lavorare e non solo come svago sono pochi, per questo motivo la rete ciclabile non è efficiente, per lo stesso motivo i ciclisti che valutano l’opzione bici per risolvere i problemi del traffico continuano ad essere pochi.

Il Ciclobus pur non potendo risolvere niente ha un impatto pubblicitario molto forte su tale questione spinosa che in qualche modo deve essere affrontata ed in quel senso si può certamente dire che è un gran bel giocattolo, decisamente più utile di quei giocattoloni enormi che costano diverse decine di migliaia di euro e che inquinano come le vecchie utilitarie di trent’anni fa alla faccia delle nuove tecnologie. La cosa fantastica del Ciclobus è che in città anche se dotato di nessun potentissimo motore che lo può spingere a viaggiare a 200 chilometri all’ora (cosa servono i 200 chilometri orari in un paese dove si possono fare al massimo i 130?!?) ha gli stessi diritti di quei barilotti che hanno motori con cilindrate spropositate, in una parola il ciclobus è il vero SUV del terzo millennio, Sport-Utility-Vehicle. Sport perchè i bambini pedalano, Utility perché non inquina e Vehicle perchè porta fino a 9 persone. Quelli che la gente continua a chiamare SUV adesso, non sono sportivi, non sono utili e non sono nemmeno tanto vehicle perché sono dei mega barilotti ingombranti il doppio di un ciclobus pur non riuscendo a portare 9 persone.