COME FAR FUNZIONARE L’ISTRUTTORE

Siamo abituati a far funzionare aggeggi molto complicati tipo computer, telefonini, elettrodomestici con grande contenuto tecnologico poi ci troviamo in difficoltà per far “funzionare” un istruttore di palestra che è uno degli animali più semplici che ci sia. Purtroppo a volte l’istruttore ha un minimo di contenuto tecnologico e ce l’ha quando è l’ultima pedina di un sistema complesso di distribuzione dell’attività motoria che è veicolata pure dai famigerati “supermercati del fitness”.

Se siete entrati in un supermercato del fitness non vorrei scomodare nientepopodimenoche Dante con un roboante “Lasciate ogni speranza o voi ch’ entrate” ma ci si va piuttosto vicini nel senso che bisogna avere le idee ben chiare. Non è che l’istruttore di supermercato dell’attività motoria non sia preparato è che purtroppo non lo lasciano lavorare nel senso che ha ordini “dall’alto” di non concedere troppo tempo agli allievi. Insomma con l’abbonamento al supermercato vi siete accaparrati il diritto ad usufruire dello spazio palestra, di una quantità smisurata di macchine da palestra (la maggior parte di esse abbastanza inutili) e potete contare anche su un minimo di attenzione da parte di un  istruttore che potrebbe benissimo seguirvi come Dio comanda ma in quel caso non farebbe più gli interessi della mega azienda che regola il suo sistema di lavoro.

Pertanto vi consiglio di sfruttare l’opportunità di questi spazi palestra soltanto se non avete realmente bisogno di un istruttore e sapete già cosa fare ma se avete bisogno davvero dell’istruttore o lo conoscete personalmente, ed allora sarà disposto a dedicarvi davvero il tempo che serve per studiare nei dettagli la preparazione, oppure vi farà una splendida scheda di lavoro per liquidarvi in poco tempo. La sua assistenza poi si limiterà a controllare l’efficacia di questa fantastica scheda di lavoro ma un vero rapporto tecnico-allievo sarà molto difficile instaurarlo in queste moderne cattedrali del fitness.

Se invece avete la fortuna di essere incappati in una palestra umana con tanto di personale “vero” e dove addirittura magari bazzica pure il titolare della palestra che, udite udite, è pure un esperto del settore e non solo un imprenditore con grandi mezzi finanziari ma che di attività motoria non ci capisce niente, allora potete instaurare un autentico rapporto di collaborazione con il tecnico che vi porterà in breve tempo a saperne più di lui. Sì, perché il fine ultimo di un buon istruttore è fare in modo che l’allievo riesca a conoscere così bene sé stesso e la materia che alla fine non avrà più bisogno nemmeno dell’istruttore. Per cui, paradosso, se entrate subito in una palestra con “finti” istruttori (o meglio “veri istruttori” che non riescono a lavorare per il sistema di organizzazione della palestra) non ne venite più fuori, se invece entrate subito in una palestra con tutti i crismi allora potrete pure andare in seguito ad iscrivervi dove l’istruttore non ha tempo di seguirvi perché saprete già cosa fare.

Far funzionare l’istruttore non è una cosa difficile se questo ha tutto il tempo per lavorare con voi. Basta che spiegate qual’è la vostra situazione di partenza e quali sono i vostri obiettivi, lui vi illustrerà le strade possibili per giungere a quegli obiettivi e imparerà dalle vostre reazioni di adattamento ai vari stimoli allenanti a capire come funzionate per spiegarvi ancora meglio in  che modo andare a variare il carico per giungere ai risultati più soddisfacenti. Non pensate che ciò sia possibile solo ripetendo pappagallescamente una scheda di lavoro. Questa può essere solo una traccia di partenza che dovrà continuamente essere revisionata ma è proprio dal modo in cui si sarà revisionata che si potrà capire quali sono gli scenari evolutivi della vostra preparazione. A priori non si può prevedere un bel nulla, nemmeno se bombardate il vostro istruttore con una inifinità di dati sul vostro vissuto motorio.

Quando distinguo fra palestra dove il “capo” è presente ed è pure un esperto di attività motoria ed azienda dove ci sono una serie di dipendenti ma dove chi comanda da ordini senza nemmeno essere reperibile in palestra non lo faccio per semplice refrattarietà al sistema delle palestre-business ma lo faccio perchè tale differenza è quella che mina alla base la qualità del rapporto di fiducia fra istruttore ed allievo. L’ingrediente numero uno per la qualità del rapporto è la fiducia e la mancanza di conflitto di interessi fra le esigenze dell’allievo e quelle dell’istruttore. L’istruttore onesto è quello che non crea un rapporto di dipendenza fra sè e l’allievo e contribuisce alla crescita del suo bagaglio di informazioni sull’attività motoria. L’allievo evoluto è un allievo libero di andare dove vuole che può anche non aver più bisogno della palestra, in ogni caso farà una pubblicità convincente del luogo che ha frequentato e sarà veicolo di crescita per la clientela della palestra. E chiaro che dietro ad un meccanismo di questo tipo non può esistere un sistema palestra dove la maggior parte delle ore sono passate ad eseguire “schede di lavoro” con macchine con i sovraccarichi o a pedalare su una ciclette o a camminare su un tapis roulant. La qualificazione del lavoro del professionista esperto di attività motoria è molto ostacolata dal sistema di lavoro in “batteria” dove l’obiettivo non è la qualità ma sono i grossi numeri e dove l’allievo non è un  soggetto che deve imparare ad autogestirsi quanto prima l’attività fisica ma è un cliente che deve restare costantemente a disposizione a costo di non staccarsi mai dalla ciclette o dal tapis roulant e finire per macinare più chilometri così che non per le strade della sua città. L’allievo che non si evolve, resta dipendente, pedala in palestra ma non cresce e non può certamente fare una pubblicità autentica.

In un rapporto proficuo bisogna ammettere che l’istruttore deve essere “spremuto” e non può permettersi il lusso di fare programmi con lo stampino. E’ chiaro che è un modo di lavorare più complesso, per certi versi meno accomodante, poco rassicurante e che espone anche a critiche perché andare controcorrente è sempre difficile. Chi cerca la “scheda di lavoro” non fa fatica a trovarla in altre palestre, ma se cerca quella probabilmente non vuole rompersi le scatole a capire qual’è l’attività motoria migliore e si accontenta della frequentazione della palestra come di un fatto di moda, senza troppe pretese. Come molto spesso accade si tratta di scegliere fra la sostanza e le apparenze. Visto che molti vanno in palestra per rimodellare il fisico è pure possibile che l’apparenza sia la scelta prioritaria. Però a me hanno sempre insegnato che la salute è ancora più importante.