LO SGUARDO D’ASSIEME

L’altro giorno ho scritto un articolo sulla tecnica di corsa. Quando scrivo quel genere di articoli ormai mi pare di prendere in giro il mio lettore, non perché abbia scritto frottole, tutt’altro, ho scritto cose che ho maturato in quasi mezzo secolo di esperienza sul campo e che sui libri non ci sono scritte ma perché, tutto sommato, ritengo che siano dettagli quasi insignificanti in un mare dell’attività motoria che è inquinato in un modo impensabile e di una calma piatta, desolante in questo inquinamento, quasi oleoso.

Penso che alla mia età non abbia senso mettersi a disquisire sui dettagli, quelli devono essere lasciati ai nuovi scienziati, a quelli che si reputano scienziati e che non hanno capito la cosa più importante sul movimento che è il fatto che non possa essere trattato come una scienza.

Lo sguardo d’assieme mi impone di guardare ad altre cose più che alla tecnica di corsa e allora mi viene da pensare, in tempo di Pasqua, a quanto sarebbe utile un Gesù Cristo che fa nell’attività motoria quello che aveva fatto al tempio con i mercanti. Qui si tratta proprio di ribaltare i banchi.

L’attività motoria dei nostri tempi è decisamente mercificata, fa bene alle casse di chi la propone, ma è poco utile al fisico di chi la consuma.

Il concetto base è che non è abbastanza pubblicizzata l’attività all’aperto perché pericolosamente gratuita e anche i nostri amministratori non fanno nulla per proporcela perché pericolosamente in contrasto con gli interessi del mercato dell’auto. O vai in bicicletta e a piedi oppure vai in automobile, non ci sono alternative.

Nel momento in cui prendi la via della bici e del cammino li utilizzi tutti i giorni e non solo al sabato e la domenica e allora per la civiltà dell’auto sono dolori.

Molto meglio chiudere gli “sportivi” in una bella sala attrezzata con tanto di lustrini, farli sentire a loro agio e poi rispedirli a casa con le loro automobiline a fine “seduta”. Il concetto è che l’attività fisica è una “sessione” di allenamento, non è nella vita di tutti i giorni, nelle cose comuni.

Questo sguardo d’assieme è una visione disfattista dell’attività motoria oppure troppo ottimista e rivoluzionaria perché pensare di cambiare il paradigma, l’obiettivo base, che deve essere la salute dell’utente e non il volume dei flussi finanziari attorno al mercato dell’attività fisica è proprio una vera follia.

Pensate pure alla tecnica di corsa, cominciate a valutare quanto poco ci sia scritto concretamente anche sui testi specializzati su questo argomento e da lì traetene spunto per capire che mai come nell’attività motoria chi fa da sé fa per tre e che nessun libro è in grado di dare le risposte specifiche che servono al vostro organismo. Un po’ come nessun amministratore è in grado di efficientare il sistema di trasporto pubblico sulla vostra situazione di vita specifica per consentirvi di abbandonare l’auto una volta per tutte.

Viviamo nel futuro ma siamo inesorabilmente ancorati agli schemi del passato. Gesù Cristo con i mercanti al tempio non è ieri, è adesso.