PRIVILEGIARE L’ASPETTO ORGANICO E QUELLO COORDINATIVO

Dopo più di 1300 articoli sono finalmente giunto alla scoperta dell’acqua calda che oltre alle strutture e ai soldini per praticare lo sport a buona parte della popolazione manca proprio la cosa più essenziale: il tempo libero. Se non hai tempo libero puoi avere anche tutti i soldi che vuoi, le strutture migliori che si possano avere, ma non riesci a praticare sport, è già tanto se ne riesci a guardare un po’ per televisione di quello che fanno gli altri.

Dunque se il problema è il tempo libero che manca allora bisogna trovare qualche stramaledetta strategia per ottimizzare il tempo e riuscire ad ottenere risultati dignitosi con poco tempo a disposizione.

Ed allora la mia scoperta dell’acqua calda è che bisogna concentrarsi sull’aspetto organico della preparazione che è fondamentale per la salute e su quello coordinativo che è certamente la via più breve per ottenere risultati dignitosi. E’ in tal senso che deve essere interpretata la mia cronica critica a chi perde troppo tempo in palestra con pesi e macchine da palestra. Tale tipo di preparazione può essere utile come rifinitura per chi sia allena già una ventina di ore alla settimana e allora tre, quattro ore di muscolazione ci possono anche stare per garantire un tono muscolare efficiente che non patisca squilibri dovuti ad una preparazione piuttosto voluminosa e magari anche un po’ specialistica.

Ma se uno ha appena il tempo di affrontare i rudimenti del suo bistrattato sport cosa va a perdere tempo in palestra? Un minimo di parte organica occorre sempre, hai voglia di metterti a pedalare come un alienato poco allenato in palestra o peggio ancora su un tapis roulant. Quella parte di preparazione va fatta all’aperto tutto l’anno per rinforzare le difese immunitarie e per fare in modo che non sia troppo eroica andrebbe fatta negli orari più idonei e pertanto negli orari più caldi nella stagione invernale (la famosa pausa pranzo che deve essere dignitosamente ampia) oppure negli orari più freschi d’estate (la mattina presto oppure la sera approfittando dell’ora legale che ci lascia chiaro fino a tardi).

Assolto l’obbligo della parte organica, che più che un fatto di sport è un fatto di salute, bisogna concentrarsi sugli aspetti coordinativi e tecnici del proprio sport che se si ha poco tempo è un imperativo assoluto per non risultare ridicoli nel confronto con gli altri. Purtroppo siamo più inclini a fare i confronti sulla panza o sui bicipiti ma se si trascurano gli aspetti coordinativi fondamentali di un certo sport si rischia di essere portati ad abbandonarlo abbastanza presto perché il confronto con chi ha una certa continuità di preparazione risulta impietoso. Ed allora è un cane che si morde la coda perché un soggetto è scarsamente performante perché ha poco tempo per curare gli aspetti coordinativi pertanto scade nei risultati, pertanto viene disincentivato a praticare quello sport con una certa continuità e alla fine finisce per chiudersi in una palestra a sollevare pesi mandando a quel paese del tutto la possibilità di restare competitivo nel suo sport.

Io noto che generalmente sui ragazzi la prima mazzata sulle velleità di rendere in modo dignitoso nel proprio sport la da la scuola che toglie il tempo necessario per potersi preparare bene ma la mazzata finale la da la palestra attrezzata. Quando il ragazzo finisce per iscriversi ad una di quelle classiche palestre private con i lustrini, fatte essenzialmente per buttare giù la panza, perde ogni speranza di restare competitivo nel proprio sport perché altera in modo drammatico la quota di preparazione utile per migliorare il rendimento in favore di quella atta ad incrementare la forza. Il ragazzo si trova in un paio di stagioni con una muscolatura perfino esuberante ma che non gli serve proprio a nulla perché ha tralasciato in modo imperdonabile gli aspetti tecnici e coordinativi del suo sport. Talvolta lo stesso ragazzo finisce pure per pedalare in palestra (invece che farlo per andare a scuola o nei trasferimenti della vita di tutti i giorni) perché ha alterato in modo quasi pericoloso le sue doti muscolari in confronto alle capacità organiche.

Insomma è proprio perché si dedica troppo poco tempo allo sport che non ha senso perdere tempo in scriteriate preparazioni con i pesi e macchine da palestra.

E’ chiaro che a chi vende l’attività motoria talvolta che un ragazzo sia poco allenato nel suo sport non gliene frega proprio niente anzi prende spunto proprio da quello per spalancargli le porte della sala attrezzata. Ma la muscolazione, ripeto, ha senso solo per chi si prepara già molte ore in un certo sport per evitare squilibri muscolari, non ha assolutamente senso per chi fa sport si è no 4-6 ore la settimana e pertanto ha l’unico problema di restare efficiente a livello organico (soprattutto se nel resto della giornata è un sedentario a tutti gli effetti) e di trovare tutti gli espedienti tecnici necessari per restare almeno un minimo competitivo nel proprio sport.

Siamo tutti più o meno in deficit cronico di tempo libero, chi per la scuola chi per il lavoro, andare a perdere tempo in aspetti irrilevanti della preparazione fisica rischiando di abbandonare il proprio sport è un non senso da evitare tutti i costi. Oltre che un problema di strutture è un problema di scelta del tipo di preparazione, con la buona volontà si riesce a modulare la preparazione sportiva anche senza avere molto tempo a disposizione, chiaramente se a quel poco tempo andiamo a sottrarre quattro o cinque ore la settimana per il solo sviluppo della forza allora vuol dire che non abbiamo ben chiara l’importanza degli aspetti coordinativi in praticamente tutti gli sport. Quanto agli aspetti organici è assurdo provare a metterci una pezza in palestra. bisogna trovare assolutamente il tempo per riuscire a svilupparli nella quotidianità di tutti i giorni. Più o meno come si trova il tempo per lavarsi i denti. Questa è la teoria. La pratica è fatta di giovani che a vent’anni hanno già abbandonato l’attività sportiva e al quesito “Che attività fisica fai?” rispondono: “Mah, faccio pesi…”. Si stava meglio quando si stava peggio, almeno per certe cose che riguardano l’attività fisica.