LA SOCIETA’ SCHIZOFRENICA

Un po’ schizofrenici lo eravamo pure prima del Covid ma ora lo siamo a livelli record. E’ come se il Covid avesse fatto esplodere una schizofrenia latente che già prima si manifestava in più ambiti.

Come al solito dovrei pensare al mio orticello, a ciò che ha a che fare con l’attività motoria, con lo sport. Ebbene, mi tocca rilevare come il mio ambito sia stato una di quelli più bersagliati da questa schizofrenia dilagante. Se istintivamente si crede che grazie allo sport ed all’attività motoria ci si potesse salvare dagli incubi è invece evidente come proprio l’attività sportiva e motoria in genere siano state investite da una quantità di norme che ne hanno di fatto complicato in modo assurdo la fruizione, creando anche dei problemi di salute alla popolazione limitando quella grande opera di prevenzione sanitaria che può esercitare l’attività sportiva.

Siamo immersi in una società schizofrenica e non possiamo darne la colpa solo ai politici che evidentemente buona parte di questa colpa, soprattutto in Italia, ce l’hanno se è vero che, nonostante siamo uno degli stati con un tasso di vaccinazione fra i più alti al mondo, siamo bersagliati da una quantità assurda di norme, talvolta anche incomprensibili, che ci creano un sacco di complicazioni esistenziali nello sport ma anche nella vita comune con ovvie ulteriori ricadute negative ancora sullo sport.

Lo sport in tale situazione è doppiamente bastonato. In primis per la complessità delle norme emanate per disciplinare la sua fruizione in base ai protocolli anticovid ed in seconda battuta perché i cittadini stressati da una marea di norme in tutti gli ambiti fanno sempre più fatica a trovare il tempo per praticare una sana attività sportiva. Insomma giocare a dribblare le normative anticovid durante tutte le attività della giornata per poi ritrovarsi a combattere contro le stesse anche quando si va a fare sport è disarmante e viene voglia di andare a casa ad abbandonarsi sul divano come, fra l’altro, molto pubblicizzato dalla pubblicità dei divani che penso che siano una delle poche categorie merceologiche non penalizzate da questa stramaledetta pandemia.

Sono riusciti a dividere l’Italia in due: quelli che nonostante la pandemia provano a sopravvivere e a pensare ai vari problemi dell’esistenza e quelli per i quali i veri problemi dell’esistenza sono passati in secondo ordine perché c’è un problema che sovrasta tutti gli altri: la pandemia. Così se qualche rapinatore insiste nella ormai antiquata e superata cattiva abitudine di rapinare banche è abbastanza giustificato perché con gli squilibri sociali che ci sono è il minimo che possa accadere ma se qualche cittadino per affari suoi personali, che può anche non aver voglia di raccontare, non ha fatto “nemmeno una dose” di vaccino viene visto come un pazzo criminale da internare subito in manicomio. Ormai il quesito non è nemmeno più se uno si è vaccinato o meno ma quante dosi si è fatto e pare quasi che più dosi si è fatto e più abbia contribuito al progresso della nazione. Ricordo che nei primi mesi della vaccinazione c’erano i soggetti che andavano a vaccinarsi per primi che venivano visti con una certa diffidenza, come se fossero dei raccomandati e pertanto chi tardava a vaccinarsi era visto come un soggetto affidabile che certamente non aveva portato via il posto a nessuno. Adesso se qualcuno è un po’ in ritardo con una dose viene guardato di sbieco, come potenziale dissidente, soggetto destabilizzante del quale meglio provocare l’espatrio con qualche norma studiata ad hoc. Non ne parliamo di chi, per qualche stramaledetto motivo, non ha fatto nemmeno una dose. E’ la televisione ad informare tutto ciò e l’ha fatto pubblicizzando la vaccinazione come se fosse la panacea di tutti i mali. Ciò ha portato allo scontro sociale: chi guarda la televisione e dunque è stato indottrinato all’ortodossia che sei vuoi salvare la patria devi vaccinarti e i nuovi pericolosi anarchici che non hanno nulla a che vedere con quelli degli anni ’70 ma sono semplicemente persone che per qualche stramaledetto motivo non possono o non vogliono vaccinarsi.

E allora c’è il popolo della televisione che acclama “In questo stato ci puoi stare solo se ti vaccini perché è una nazione fondata sulla televisione e la televisione ha detto che bisogna vaccinarsi” e poi c’è il popolo degli anarchici che crede di essere in possesso della Verità assoluta e non si rende invece conto che la verità attuale è intrisa di televisione e dice “Ma smettetela di pensare con la testa della televisione e pensate con la vostra testa” e hanno torto tutti perché si arriva allo scontro sociale, che non è per niente produttivo e scatena quella schizofrenia dilagante nella quale siamo inequivocabilmente immersi.

Per combattere questa schizofrenia occorre solo tolleranza ed ampiezza di vedute. Chi guarda troppo la televisione deve capire che può esistere anche un altro mondo oltre a quello della televisione e chi non la guarda, oppure la guarda ma la contesta, deve capire che purtroppo in questo sistema economico comanda chiaramente il mercato e lo fa servendosi della televisione e pertanto tutto ciò che passa per televisione è vangelo anche se in molte situazioni è chiaramente una declinazione esasperata del Dio danaro che non era propriamente il Dio descritto nel vangelo.

Insomma siamo in deficit cronico di tolleranza, subiamo leggi che non invitano alla tolleranza e protestiamo anche in un modo che è squisitamente televisivo e non ispirato alla tolleranza.

C’è una norma che ci perseguita ormai da mesi che ha stressato tutta la popolazione: è quella sul lasciapassare verde (che poi non ho mai capito cos’ha di verde). Invece di chiedere compatti la sua cancellazione ci siamo divisi in due provocando l’elaborazione di una norma che è ancora più idiota che è quella sull’obbligo vaccinale per i soggetti con più di 50 anni che equivale a farsi trattare come dei deficienti come se a 50 anni uno non fosse capace di intendere e volere e valutare con attenzione se è più opportuno essere vaccinati o meno. Ci hanno fatto passare la vaccinazione come un qualcosa che va fatto per gli altri quando è chiaro che è un trattamento volto a tutelare la salute del singolo e non ha nessuna implicazione sulla maggiore o minore trasmissibilità del virus. Chi, in un ponderato calcolo fra rischi e benefici, ha convenienza a vaccinarsi fa benissimo a farlo per tutelare la sua salute e indirettamente anche quella degli altri se effettivamente con quella vaccinazione ha buone possibilità di stare bene e pertanto non intasare gli ospedali, chi non può vaccinarsi non deve rispettare nessuna norma di carattere sociale perchè se in seguito a quella vaccinazione subisce un danno fa del male anzitutto a sé stesso e poi anche alla comunità in due modi: gravando sul sistema sanitario nazionale e facendo una pessima pubblicità al vaccino perchè per ogni danneggiato dal vaccino ce ne sono mille che prendono una fifa blu e si chiedono se valga proprio la pena vaccinarsi. Pertanto di eroi che si immolano alla logica del vaccino a differenza di quanto sbandierato a più riprese in televisione (pure da attori e cantanti…) non ce n’è proprio bisogno perché l’immagine del vaccino si tutela anche evitando di vaccinare soggetti che ne possono uscire con reazioni assolutamente da scongiurare.

Mi auguro che la popolazione acquisisca nuove consapevolezze e instradi verso le giuste scelte la nostra classe politica che fino ad ora ha operato scelte eccentriche talvolta addirittura riprese da altri stati che però hanno avuto il merito di fare prontamente retromarcia nel momento in cui si sono resi conto che tali scelte non erano azzeccate.

Ecco, forse nella nostra classe politica manca l’umiltà di ammettere gli errori ed è la dote che probabilmente manca anche a chi da mesi sta chiedendo l’abrogazione delle norme che hanno sconquassato il nostro vivere civile.

Nel nostro paese per colpa di questa mancanza di umiltà si è verificato in questo periodo un curioso record mondiale. Il record di manifestazioni da parte della popolazione per richiedere la rimozione di una certa norma accompagnato dal record di immobilismo da parte della classe politica che continua ad ignorare ogni forma di protesta.

Guardiamo l’aspetto positivo della questione: a parte quel folle ed incomprensibile attacco alla sede del sindacato a Roma di qualche tempo fa non si sono verificati altri incidenti in centinaia di manifestazioni sparse su tutto il territorio. Merito dei manifestanti che evidentemente non sono molto pericolosi e anche delle forze di polizia che hanno sempre saputo gestire tutto con grande professionalità. L’aspetto negativo della questione è che mai come ora si è verificata una clamorosa spaccatura fra popolo ed istituzioni. Il popolo ne ha chiaramente la nausea di norme che ostacolano il quieto vivere e la politica sforna a ritmi stordenti nuove norme sempre più complicate, assurde e irrazionali che non corrispondono certamente alle richieste e alle esigenze della cittadinanza. Forse la via più breve sarebbe di mettere semplicemente a disposizione di tutta la popolazione tutte le cure che ci sono, vaccini compresi, e tornare ad occuparsi delle cose che contano davvero. Poi la televisione può continuare a programmare i palinsesti come vuole per ragioni di mercato, ma almeno la politica deve fare la sua parte e garantire la tutela del lavoro e dei diritti fondamentali dei cittadini. Tutti.