LA DOMANDA AL CONVEGNO

La settimana prossima parteciperò ad un convegno nel quale si tratta l’attività motoria per la terza età. Non è il primo e certamente nemmeno l’ultimo convegno che riguarda tale argomento e ovviamente verranno decantati con una serie di relazioni i benefici dell’attività motoria per la terza età, l’importanza di diffonderla presso la popolazione e pure la convenienza ad investirci su con fondi pubblici per risparmiare sulla spesa sanitaria.

Studi ormai vecchi hanno dimostrato che un investimento di un dollaro sull’attività motoria di prevenzione, a tutti i livelli ma in particolare quella per la terza età porta ad un risparmio di circa tre dollari in minori costi per l’assistenza sanitaria. Sono i famosi studi che fanno gli americani (non a caso si parla di dollari) che sono piuttosto sconcertanti perché sono tesi a dimostrare cose che ormai sappiamo tutti senza nessuna necessità di doverle dimostrare.

Mi è stato chiesto se volevo fare un breve intervento al convegno visto che sono ormai più di trent’anni che mi occupo del settore e sono uno dei pochi soggetti che se ne occupa a tempo pieno nella mia città.

Ho deciso che invece di fare un intervento che con la mia proverbiale prolissità rischierebbe di far addormentare gli intervenuti mi limiterò a fare una domanda. E’ una domanda alla quale purtroppo non c’è risposta e e semmai la dovesse avere vi prometto che scriverò qualcosa qui sopra al riguardo.

Essenzialmente l’origine della domanda nasce dal fatto che l’attività motoria per la terza età in Italia non è per nulla istituzionalizzata. Esiste solo nei convegni. Tutti ne parlano ma concretamente la sua organizzazione è affidata ad iniziative locali non coordinate fra loro che non hanno una legge quadro che le regoli.

Tecnicamente nelle palestre pubbliche lo spazio per l’attività motoria è una cosa opzionale e l’organizzazione dei corsi legata a circostanze particolari che non prevedono l’impiego di un insegnante di ruolo.

La figura dell’insegnante di attività motoria per la terza età in Italia è una figura astratta, esiste, ma non si sa chi deva assumerlo, non si sa dove deva essere cercato ed il più delle volte (anche in conseguenza di questo) è un professionista che fa questa attività come secondo mestiere perché come prima attività magari insegna a scuola oppure ha una palestra privata o si occupa di chissà quale altra attività fisica che magari c’entra anche poco con l’attività motoria per la terza età.

Detto questo la mia domanda sconcertante ma purtroppo molto pratica sarà la seguente: “Premesso che non voglio essere polemico con l’amministrazione comunale che si sta dando da fare (anche su mia sollecitazione) per risolvere questo tipo di problemi e premesso che non ho nessuna remora nei confronti dell’organizzatore del corso in oggetto che per quasi trent’anni mi ha dato una mano ad organizzare il corso nel migliore dei modi, mi trovo in un corso con pochi iscritti. Vuoi il Covid, vuoi i problemi di riscaldamento che in quella palestra si sono fatti sentire con largo anticipo già lo scorso anno, gli utenti si sono ridotti di numero in questi ultimi anni e quest’anno erano talmente pochi che l’organizzatore ha dovuto arrendersi dicendo che purtroppo con quel numero di iscritti non si riuscivano a coprire nemmeno i costi organizzativi. A quel punto io ho temporeggiato sperando che arrivasse qualche nuovo iscritto ma quando ho visto che non arrivavano ho dovuto arrendermi ammettendo che in effetti non c’erano i numeri per far partire il corso. D’accordo con l’organizzatore abbiamo deciso che con quella struttura organizzativa il corso non poteva più partire. Poi è partito il miracolo (o il disastro a seconda dei punti di vista…) all’italiana. Visto che io mi occupo solo di attività motoria per la terza età e non di Zumba o Salsa o Pilates e pertanto restavo praticamente disoccupato in quell’ora ho deciso di reinventarmi in quello che io più che un corso definisco un “esperimento sociale”. A quei quatto gatti che sono sopravvissuti come potenziali utenti del corso e molto delusi che non si faceva più nulla ho detto: “Se volete la palestra la chiedo io, mi invento una mia forma organizzativa e tutti i costi me li accollo io, anche se rischio di andare in perdita…” Precisando che questa perdita probabilmente non ci sarà ma che quasi certamente in virtù di tale situazione ci sarà un rimborso spese per il sottoscritto praticamente irrisorio, se non tendente allo zero, la domanda atterrante è. “Voi al mio posto cosa avreste fatto? Sareste stati con le mani in mano ad attendere che l’anno prossimo arrivi qualche iscritto in più? Avreste fatto un corso accelerato di Zumba per reinventarvi insegnante di Zumba e proporre un prodotto più accattivante per un’utenza di un’ altra età e magari pronta a spendere anche qualche soldino in più?”

No, io ho fatto questa proposta naif, l’insegnante è pure l’organizzatore del corso. Se lavoro bene forse avrò qualche utente in più e potrò essere rimborsato adeguatamente in caso contrario devo dire che il Covid prima e il riscaldamento carente poi mi hanno creato un problema di disoccupazione. Non sono certamente l’unico in Italia. A parte ciò che si dice nei convegni l’attività motoria per la terza età in Italia è anche questa.