IL SINDACO CHE GIOCA A CALCIO

Nella mia città hanno eletto un sindaco che è un ex calciatore professionista e pure di alto livello. Dico ex professionista perché come calciatore non è per niente “ex”, è ancora un calciatore anche se non più professionista e alla faccia della non più verde età fa comodo a qualsiasi squadra di dilettanti.

Lo sa tutta Italia chi è ma io mi ostino a mantenere la privacy e non faccio pubblicità di alcun tipo.

Ebbene, poco prima che fosse eletto sono andato a vedere una manifestazione di calcio a 5 dove lui era andato a farsi un po’ di propaganda elettorale (con il senno di poi mi tocca dire che è andato a giocare a calcio a 5 punto e basta…) e mi ricordo che aveva giocato qualcosa come tre ore anche se c’era già un caldino quasi estivo che non invitava a partite successive in rapida sequenza pure senza recupero. Mi ricordo che mi venne in mente una battuta che per fortuna non ho fatto ma che mi venne spontanea a vedere come giocava. Volevo dirgli: “Gioca pure tranquillo che tanto non ti eleggono e pertanto non sono le ultime partite che fai perché ne avrai tutto il tempo anche dopo…”. In effetti dalla foga con la quale giocava sembrava di vedere uno che gli hanno detto il contrario: “Sfogati pure che dopo non avrai più il tempo di giocare a calcio…”.

Mi sono sbagliato doppiamente e magari mi sbagliassi di brutto su tutta la politica italiana dove vedo uno scenario un po’ bloccato. Quell’aspirante sindaco è stato eletto alla grande è lì l’errore è ammissibile nel senso che i sondaggi non era che lo dessero netto favorito ma incerto, ma soprattutto ho cannato clamorosamente la previsione che in caso di elezione avrebbe smesso di giocare a calcio e quell’errore per un esperto del settore è inammissibile.

Il ragazzo (chiamiamolo ragazzo perché nello spirito lo è) continua a giocare a calcio anche se, ovviamente, adesso è solo un dilettante, ma si fa le sue partite di campionato e non ha nemmeno dirottato sulla casualità di “scapoli contro ammogliati”.

Allora qui devo dire la mia e, ‘na volta tanto la politica non c’entra proprio niente (c’entra quando tratto di piste ciclabili e di gente che deve liberarsi dalla schiavitù dell’auto se vuole riacquistare la salute ma non qui) e dico che questo è il miglior esempio che un sindaco può dare ai cittadini a prescindere da tante menate di pubblicità che con il vivere quotidiano non c’entrano nulla.

Siamo malati di stress, ogni scusa è buona per dare al lavoro quella falsa sacralità che lo mette come prima cosa della nostra esistenza e permette che venga calpestato tutto e tutti. Questo viene eletto sindaco e continua a giocare a calcio. Io dico che è il mio sindaco, non me ne frega niente di cosa fa di tutto il resto, può pure sbagliare tutto, ha già lanciato con i fatti il messaggio decisivo: l’importante è la salute. Non siamo qui per produrre, siamo qui per vivere.

Se facciamo passare il concetto di un’esistenza dignitosa dove senza sfarzi e lussi c’è tempo per tutti per una sana pratica sportiva sistematica e non è necessario lavorare dodici ore al giorno per arrivare a fine mese allora siamo finalmente all’alba di una nuova equità sociale. Come il sindaco trova il tempo per la sua partita a calcio tutti i cittadini devono trovare tempo per la loro attività motoria per la salute. L’importante non è il PIL ma la salute. Pensare che la crescita del PIL sia direttamente proporzionale alla salute è un non senso perchè vuol dire far concidere il concetto di ricchezza con quello di salute. Il problema della nostra società invece è proprio che c’è una moltitudine di personaggi che scoppiano di salute (nel senso che sono troppo ricchi) che non lavorano assolutamente per un riassetto della società in direzione di una miglior distribuzione della ricchezza, anzi remano contro proprio perché sono “malati” di ricchezza e per mantenere le loro posizioni hanno bisogno che la società del privilegio resti inalterata.

Lo sport ci insegna che ricchi e poveri siamo tutti uguali ma ci insegna anche che se non abbiamo il tempo per praticarlo vuol dire che siamo messi troppo male e non abbiamo speranze. Ed allora deve esistere un livello minimo di ricchezza sotto al quale non si può andare che è quello che ti consente di “non” lavorare dodici ore al giorno e trovare anche il tempo per le attività che combattono lo stress invece di alimentarlo.

Non conosco i dettagli della linea politica del sindaco della mia città (in politica sono costantemente disinformato, è proprio vero) ma sono convinto che un sindaco che gioca a calcio davvero senza far finta come potrebbe fare un personaggio pubblico che vuole dare una certa immagine. sia perfettamente d’accordo sul fatto che l’attività motoria per la salute è importantissima e un diritto in una società civile ed evoluta. Forza sindaco.