GIOVANI, SUPERCICLABILI ED EDUCAZIONE

Se qualcuno ritiene che io inneggi ad una gioventù strafottente, ribelle e prepotente che vuole cambiare il mondo non ha capito proprio nulla. Per conto mio il giovane al passo con i tempi deve essere molto umile, educato e pure prudente perché purtroppo qui c’è davvero da cambiare il mondo e noi vecchi abbiamo dimostrato ampiamente di non saper nemmeno da che parte cominciare.

Si parla spesso di rilanciare l’economia ed è un’espressione tristissima perché sa terribilmente di tentativo disperato di rianimare un’economia che ormai tutti, anche i conservatori più incalliti, dovrebbero aver capito che non poteva funzionare ancora molto.

Forse sì, è proprio opportuno far ripartire questo tipo di economia urgentemente, che è l’unica che abbiamo, ma con il solo scopo di cambiarla altrettanto urgentemente con lo stesso spirito con il quale un automobilista con la batteria completamente andata prova disperatamente a far ripartire la macchina per l’ultima volta per andare in fretta dall’elettrauto a far cambiare quella batteria esausta.

Leggevo su un sito veramente interessante che è il sito www.bikeitalia.it ,  redatto da giovani intraprendenti e per niente strafottenti che le “superciclabili” sono un vero successo (dove esistono…) in fatto di mobilità urbana e le “corsie ciclabili di emergenza” allestite a causa del Covid lo sono altrettanto.

Visto che il sito è fatto veramente bene posso pure permettermi un attimo di criticarlo, ma nemmeno di criticarlo, di fare un’osservazione che si collega alla necessità di essere educati e tolleranti anche nel sostenere cause che sono comunque urgenti ed improcrastinabili. Adesso io non so se questi giovani (che non sono ragazzini ma sono giovani rispetto al sottoscritto) siano solo politicamente corretti e consci di dover essere poco irruenti per essere più efficaci ma è pure possibile che senza strategie politiche siano semplicemente convinti di tutto ciò che hanno scritto perché sono calati in una realtà leggermente diversa di quella che vivo io. Nel dettaglio: non c’è dubbio che le superciclabili siano decisive per proporre la rivoluzione della bicicletta, sono quelle che possono dare una marcia in più al modo di intendere l’utilizzazione della bici nella vita di tutti i giorni. Per quanto riguarda invece le “corsie ciclabili d’emergenza” mi permetto di dissentire completamente proprio perché avendo un grande rispetto per questo sito (a tal proposito se vi interessate di mobilità urbana non state a perdere tempo a leggere qui sopra e andate subito a consultare quel sito che la tratta centomila volte meglio di quanto la tratto io…) non ho paura di discostarmi su qualcosa.

Ripeto, non so se si tratta di atteggiamento politicamente corretto o se hanno una realtà diversa dalla mia, ma a casa mia le corsie ciclabili di emergenza (e sono convinto anche in tantissime altre città d’Italia, non voglio far fare brutta figura solo alla mia città in una questione sulla quale purtroppo bisogna proprio dire “mal comune mezzo gaudio”) sono state un vero fiasco, un fallimento, un’inequivocabile presa in giro e lo si era capito subito appena le hanno disegnate tanto è vero che io mi sono praticamente arrabbiato con i miei concittadini che non hanno reagito energicamente a questa clamorosa presa in giro dimostrando che i ciclisti non contano niente e possono pure essere trattati a pesci in faccia che tanto non succede nulla.

Allora io capisco questi giovani del sito “www.bikeitalia.it” che hanno bisogno di stare attaccati alla realtà per poterla modificare e capisco che “piuttosto di niente” anche uno straccio di corsia ciclabile quasi inservibile (che poi è quello che mi hanno risposto i responsabili qui da me…) è già qualcosa e se si sputa su tutte le soluzioni che le amministrazioni comunali propongono a volte anche con grossi sacrifici poi si rischia di non ottenere nulla.

Allora torno al discorso dei giovani prudenti ed educati: qui bisogna essere molto educati e morbidi perché ci hanno costruito (mi metto fra i giovani anche se non lo sono…) un’ Italia con una buona rete autostradale, con 40 milioni di auto che circolano tutti i giorni quando invece ci occorre un’Italia con un ottima rete di superstrade ciclabili e 40 milioni di biciclette che circolano tutti i giorni. Siamo nel paese dove la bicicletta sta in garage tutta le settimana e si tira fuori nel fine settimana quando invece questo è il trattamento che deve essere riservato all’automobile se non vogliamo morire di smog dopo esserci salvati dal Covid.

Pertanto, cari ragazzi di www.bikeitalia.it, avete proprio ragione: le superciclabili sono la mossa decisiva per farci cambiare passo, per accogliere il futuro. Poi se voi mi raccontate che qui da noi il futuro è già iniziato perché hanno disegnato quattro righe per terra io faccio finta di credervi per educazione, per la stessa educazione che voi avete nei confronti di chi continua a prenderci in giro (e mi ci metto dentro anch’io perché in bici ci andrei pure io se non fosse troppo pericoloso), però detto fra me e voi, il futuro non è questo.

Siamo veramente allo stadio larvale e che da quelle larve di corsie ciclabili di emergenza possano nascere delle superciclabili mi pare cosa un po’ ardua. In ogni caso con la polemica non si va da nessuna parte, accettiamo passo passo ciò che arriva, forse io sono irruento perché mi sento troppo vecchio ed ho paura di non riuscire a vedere i frutti concreti di questo mutamento in atto che non può certamente essere troppo traumatico.

Sono sempre convinto che i giovani devano pretendere un mondo diverso da quello che noi abbiamo disegnato per loro credendo che fosse il migliore possibile e sono altrettanto convinto che se non saranno loro a chiederlo energicamente difficilmente questo mondo potrà nascere perché la vecchia classe dirigente non ha fantasia, siamo inequivocabilmente ancorati al modello di sviluppo dell’Italia del boom economico, ma le autostrade, ormai, sono state costruite tutte, l’automobile ce l’hanno tutti e da quel tempo è passato più di mezzo secolo. Nel frattempo è successo qualcosa che ha dato vita a nuove esigenze.