FORZA E INTEGRAZIONE? FORSE DA VECCHI…

Non pretendo di avere il verbo, tanto più che continuo a dire che la scienza del movimento non è una scienza esatta (a mio parere non è nemmeno una scienza) e per cui anche se fossi un luminare dovrei fare le mie osservazioni con il più basso tasso di sentenziosità possibile.

Sulla mia “Piramide del movimento” sono stato fortemente criticato anche con argomentazioni piuttosto convincenti con riguardo alle utilizzazioni delle esercitazioni sulla forza in età un po’ avanzata. Non a caso si sono anche inventati un “Silver fitness” (e daje con i nomi in inglese) che è un’attività di palestra per anziani che contempla anche esercitazioni sulla forza. A questo discorso è stato ovviamente associato un discorso sull’integrazione alimentare che va quasi sempre a braccetto con tutti i discorsi sulla forza.

Nel pieno rispetto delle opinioni di tutti parto subito da quest’ultimo punto che è quello che mi trova un po’ più resistente e refrattario al mutamento delle mie posizioni in proposito: l’integrazione nei soggetti sani. Io ho più volte accennato al fatto che ritengo la via dell’integrazione alimentare con prodotti di sintesi (e dunque da farmacia) percorribile per quei soggetti che hanno qualche squilibrio alimentare e qualche problema di assimilazione. Mi auguro di non avere problemi di questo tipo fin che campo e dunque sono un po’ presuntuoso perché vuol dire che mi auguro di morire sano. Non c’è dubbio sul fatto che un certo tipo di integrazione possa avere una sua utilità documentabile in una fetta di popolazione per fortuna non troppo estesa che però è in lenta e continua espansione perché sta aumentando la popolazione anziana. Io sconsiglio questi trattamenti quando non strettamente necessari in primo luogo perché sono molto costosi e poi perché li ritengo una strada senza ritorno nel senso che se uno è arrivato ad avere quel tipo di problemi difficilmente torna indietro e li risolve con l’integrazione alimentare, al più può contenerli buttando dentro in modo esogeno certi elementi ma andando di fatto ad ampliare il problema perché l’organismo si disallena a produrre da sé certe sostanze e se gli somministriamo la “pappa pronta” tira i remi in barca completamente affidandosi all’aiuto dell’integrazione in modo cronico. In breve se uno prova a rientrare dall’integrazione prova degli stati di disagio che sono più percepibili dei miglioramenti ottenuti con l’integrazione. Come dire ti do “uno” quando ti aiuto ma ti tolgo “due” quando smetti, per cui inizia più tardi possibile perché non te la caverai più. Per fare un parallelo con l’ortopedia (così mi arrivano critiche pure da lì) è come quando andiamo subito a fare plantari su misura al minimo inconveniente: togliamo la possibilità alla struttura di reagire con i suoi adattamenti e la via del sostegno plantare rischia di diventare cronica ed insostituibile, per cui il mio parere sui plantari è “Sì” ma solo quando sono strettamente necessari e c’è una conclamata causa non affrontabile con altri sistemi meno invasivi.

Sono sempre opinioni e anche a livello scientifico non si mettono mica molto d’accordo: sui plantari per esempio la scuola francese dice cose diametralmente opposte a quelle degli americani. Non so se i problemi dei francesi siano diversi da quelli degli americani, ma è così. Ecco forse sugli integratori c’è la scuola mia e quella del resto del mondo: io dico che servono solo alla tasca di chi li produce, il resto del mondo dice che sono l’invenzione del secolo, o almeno questo è ciò che traspare da quello che ci racconta la pubblicità per televisione. Comunque, a parte il fatto che per reggere i ritmi della civiltà dei consumi ci siamo inventati anche cose folli, pare abbastanza accettato che gli integratori restano una cosa raccomandata soprattutto per i vecchi e se per televisione emergesse almeno questo l’abuso di quei prodotti verrebbe forse limitato.

Lasciando perdere i misteri del mercato (ma sono poi misteri? Andiamo ancora con vetture  gasolio perché non abbiamo la tecnologia per produrre vetture che vanno con altri sistemi di alimentazione?!?) vorrei ora spostarmi sul discorso per me più “possibilista” della forza.

In effetti la forza è allenabile anche in terza età e bisogna ammettere che è una delle doti che reagisce pure meglio alla stimolazione alla faccia della terza età.

Nel dibattito “allenare le doti che reagiscono meglio o quelle che reagiscono meno bene” io ho dato sovente ragione a quelli che sostengono che sia sensato dare maggior attenzione proprio a quelle che reagiscono meglio: è certamente tempo speso bene, se poi avanza tempo si può tentare di escogitare anche qualcosa per le doti che reagiscono meno bene. Ecco, per un principio di coerenza dovrei dire che, visto che sappiamo che nelle persone anziane la stimolazione della forza è ancora molto produttiva, è sensato dedicare tempo proprio a quel settore della preparazione fisica. E posso anche essere parzialmente d’accordo ma solo parzialmente però perchè entra in gioco un altro fattore. Quando parliamo di anziani non parliamo più semplicemente di doti che reagiscono meglio o meno ai vari stimoli allenanti ma parliamo anche di doti che possono venir meno in modo piuttosto drammatico per la realizzazione di determinati compiti motori. Ecco allora che anche se l’elasticità in età avanzata reagisce un po’ poco ai vari stimoli allenanti e deve essere allenata con molta prudenza per non rischiare di provocare infortuni c’è da dire che quel poco di miglioramento che si può ottenere può avere un vantaggio inestimabile nel contesto della preparazione fisica globale proprio perché è diventato un fattore decisamente deficitario. Per cui è vero che il lavoro sulla forza da risultati più che buoni ed i miglioramenti sono tangibili ma è anche vero che quei piccoli miglioramenti sull’elasticità, quasi invisibili hanno un’utilità che può essere ritenuta ancora più decisiva in valore assoluto.

Ovviamente sono dispute tutte molto contestabili e stare a disquisire sul sesso degli angeli forse è più facile. Mi piacerebbe almeno che passasse il concetto che la stimolazione adeguata del sistema nervoso è comunque decisamente utile a tutte le età e così per salvare capra e cavoli, nella disputa fra sostenitori delle preparazioni sbilanciate sulla forza e sostenitori delle preparazioni sbilanciate sull’elasticità (che sono comunque in contrasto fra loro perché è difficile incrementare la forza senza andare a minare un po’ l’elasticità e viceversa) mi piacerebbe che si trovasse almeno un punto di incontro sul fatto che comunque una adeguata stimolazione del sistema nervoso pare essenziale per tutti a tutte le età, qualsiasi sia lo sport che si voglia preparare. Se questo concetto tornasse a passare per molto importante nelle maggior parte delle palestre italiane potremmo anche essere fiduciosi di un sistema che ha, di fatto, delegato alla struttura delle palestre private gran parte della cultura sull’attività motoria degli italiani.