Commento a “Nell’attività motoria tutto è sperimentale”

“Pare di leggere delle insinuazioni fra le righe di “Nell’attività motoria tutto è sperimentale” nel senso che se quell’affermazione può aprire un dibattito sull’attività motoria l’articolo pare scritto più che altro come provocazione per contestare alcuni provvedimenti un po’ troppo rigidi presi durante la pandemia. Se, come dici tu, l’attività fisica e la scienza medica corrono su due binari diversi è proprio possibile che alcuni provvedimenti in materia di tutela sanitaria possano essere presi con una certa filosofia mentre tale approccio metodologico non può certamente essere quello che riguarda il mondo dell’attività fisica….”

In effetti nel sottolineare con aria trionfante come nell’ attività fisica non si possano assolutamente ipotizzare sconvenienti coercizioni perché tutto è estremamente aleatorio, non ci sono certezze e dunque si può candidamente confessare la continua sperimentazione, tendevo anche a polemizzare su alcuni provvedimenti troppo energici che noi cittadini italiani abbiamo dovuto sopportate nella lotta al Covid.

Più volte ho sottolineato come non ci si sia messo molto a bloccare i cittadini in casa quando non si trova nemmeno la forza di predisporre regolamenti per costringere a lasciare le automobili a casa. E’ pressoché certo che l’inquinamento ne stermina molti di più del Covid ma mentre nella lotta al Covid i provvedimenti sono stati decisamente energici, nella lotta all’inquinamento i provvedimenti sono praticamente inesistenti, finti e privi di un qualsiasi peso.

Non si capisce se conta di più l’economia o la salute. Se conta di più l’economia allora i provvedimenti messi in atto in molti paesi nella lotta contro il Covid sono semplicemente scriteriati, se conta di più la salute non si capisce perché nella lotta all’inquinamento si resta continuamente fermi all’ABC e non si trova nemmeno la forza per liberarsi dalla schiavitù delle auto.

Fra centomila problemi anche gravi che hanno creato alla cittadinanza i vari provvedimenti per la lotta al Covid quello di chiudere in casa tutti ha fatto capire una cosa molto importante: che un mondo senza auto (solo quelle necessarie alle esigenze dei disabili) può essere molto migliore e più sano. Ebbene questo è il punto di partenza per trattare davvero di salute a tutto tondo senza fermarsi a sterili discussioni sulle varie strategie per debellare più in fretta il Covid. Non sappiamo come cavarcela prima possibile da questo virus che c’è da sperare che si adatti a noi meglio di quanto noi ci siamo adattati a lui. Però c’è una indicazione ben chiara su come combattere l’inquinamento. Per combattere l’inquinamento è opportuno voltare pagina sull’era dell’automobile e non è un tornare indietro bensì un clamoroso passo in avanti. Le automobili devono servire essenzialmente ai disabili, gli altri possono usare i mezzi pubblici oppure andare a piedi e/o in bicicletta, dai bambini che hanno un terribile bisogno di muoversi liberamente nelle città che attualmente non sono in sicurezza per loro, agli anziani che se non sono messi talmente male da essere costretti all’uso dell’auto privata devono comunque potersi muovere in un ambiente protetto dove l’errore e la mancanza di rapidità di riflessi non deva essere una condanna a morte.

Allora da cittadino ed insegnante di educazione fisica anche se non sono un medico, mi permetto di dire che la salute è sempre importante e lo è se si combatte il Covid e mi auguro che la serie di provvedimenti che vengono presi per contrastarlo siano meno devastanti possibile per la popolazione, ma lo è anche se si combatte l’inquinamento che causa un numero spropositato di decessi e se il cambio netto del sistema dei trasporti provoca uno sconquasso a livello economico penso che questo sconquasso possa essere monitorato ed essere accettato come il male minore di una lotta che non ha minor importanza di quella al Covid. E’ chiaro che questo tipo di lotta non può ricadere esclusivamente sugli interessi di certe categorie ma devono essere previsti degli ammortizzatori sociali per tutelare chi subisce danni da una revisione autentica delle abitudini di movimento dei cittadini.

Insomma se si riesce a bloccare in casa un cittadino per garantire la sua salute non si vede perché per lo stesso motivo non si possa essere in grado di bloccare in garage la sua auto. I correttivi per questa mossa terribilmente rivoluzionaria possono esistere, non c’è dubbio, gli effetti collaterali sono solo di natura economica, perché quanto a salute effetti collaterali proprio non ce ne sono.