Commento a “Come devono essere le piste ciclabili”

L’articolo “Come devono essere le piste ciclabili” è interessante ma è anche da Mondo delle Favole. Non si capisce se in quell’articolo ignori o “fingi” di ignorare (ci fai o ci sei?!) le esigenze della lobby dei produttori di auto che in Italia è potentissima.

E’ ovvio che le piste ciclabili in Italia sono viste come dei “lunghi parco giochi” perché non c’è assolutamente nessuna programmazione per liberarsi della schiavitù dell’automobile. L’Italia è il Paese dei Balocchi e l’italiano medio non vede l’auto come un accidenti del XX secolo che ha provocato seri problemi all’ambiente, bensì come quel giocattolo che con un po’ di soldini si può cambiare ogni tot. anni anche se non ce ne sarebbe assolutamente bisogno perché tecnologicamente si evolve in tempi che sono il doppio o il triplo di quelli che sarebbero permessi dalla ricerca.

Poi ignori che dietro al mercato dell’auto, che ha un indotto furibondo ed una marea di addetti che non hanno nessuna voglia di cambiare mestiere, c’è pure quello dei carburanti e che comunque per liberarsi dell’auto non  sarebbe certamente sufficiente una rete ciclabile di prim’ordine ma occorrerebbe un sistema di trasporto pubblico che in Italia proprio non esiste. Autobus che arrivano dappertutto con cadenze accettabili, senza costringere l’utente a guardare continuamente l’orologio, con la possibilità di portare la bici sul mezzo pubblico e con tempi trasferimento almeno confrontabili con quelli dell’auto (è proprio vero che in Italia, alla faccia del traffico congestionato si riesce a far ancora prima con l’auto o con lo scooter piuttosto che con i mezzi pubblici e questo per una mancata programmazione che non è assolutamente casuale).

Per ridurre l’inquinamento sarebbe già una bella cosa che si riuscisse ad eliminare una volta per tutte il gasolio che è il carburante che fa più danni di tutti. Ma anche lì c’è una battaglia che è in primo luogo fra mercato e produttori dove il mercato comincia insistentemente a chiedere altri sistemi di alimentazione ma i produttori continuano a propinare auto a gasolio anche nel XXI secolo. E lì c’è da sperare che le logiche dei produttori di auto prevalgano su quelle dei produttori di carburante anche se spesso questi scelgono assieme. Una lotta al loro interno potrebbe procurare l’orientamento verso altri carburanti perché è vero che c’è bisogno di vendere molto petrolio ma è anche vero che c’è bisogno di vendere tante vetture ed il consumatore comincia finalmente ad essere un po’ scettico sul gasolio.

Per cui da una parte ci siamo noi che chiediamo le piste ciclabili (e come “gioco” potranno pure darcele ma per far fuori l’auto, scordatelo…) dall’altra ci sono loro che alla faccia dello sviluppo tecnologico ci fanno andare ancora con il carburante super inquinante del secolo scorso. E’ già tanto se riusciremo a trovare sul mercato auto più ecologiche altro che piste ciclabili per andare a lavorare…

 

“… e questa è una visione un po’ più realistica e meno fantasiosa della mia che non ho mai negato di vivere nel mondo delle Favole. Forse è proprio per quello che mi occupo di attività motoria e non di politica o di economia. Quanto ad Italia “Paese dei Balocchi” è proprio vero che lo siamo e a tal proposito mi piace riportare un’osservazione di quando ero bambino: non è vero che i bambini che giocano di più sono quelli che hanno più balocchi. Noi come paese abbiamo molti balocchi ma abbiamo perso un po’ la capacità di giocare e così mi pare che stia accadendo con le piste ciclabili, qualcosa c’è per giocarci alla domenica ma non abbiamo il gusto per giocare ad usare la bici tutti i giorni. Per la quotidianità insistiamo a giocare con l’automobile che evidentemente è ancora il giocattolo che ci piace di più…”.