ALLENAMENTI INDIVIDUALI E DI GRUPPO

Allenarsi in compagnia molto spesso è più divertente, allenarsi da soli a volte aiuta di più a tenere una buona concentrazione e ad azzeccare il carico giusto, si tratta di mediare fra la necessità di non rendere noioso l’allenamento e quella di non mettersi a fare l’allenamento che serve agli altri ma non a noi stessi.

Il giochino non è facile, anzi alla fine risulta pure piuttosto difficile perché una volta che si è entrati in certi gruppi di allenamento si fa fatica ad uscirne o per lo meno si fa fatica a discostarsene giusto per le sedute di allenamento che è  più opportuno fare da soli. Come minimo sarebbe opportuno cambiare compagni di allenamento secondo le circostanze. Questo sempre da un punto di vista dell’ottimizzazione del rendimento sportivo perché da un punto di vista dell’affiatamento del gruppo tale modo di agire può proprio essere quello che ci taglia fuori dal gruppo e ci fa emarginare. Ed è anche per questo che non è facile scegliere.

E’ piuttosto facile, invece, capire perché se ci si allena sempre con gli stessi compagni di allenamento e con le stesse modalità, qualcuno sbaglia. E’ un  semplice giochino matematico.  Se partiamo dalla considerazione che siamo tutti diversi e non ci sono due individui identici nemmeno fra i gemelli allora è evidente che lo stesso stimolo allenante o è sbagliato per tutti o se per qualcuno è azzeccato per qualcun altro è quasi di sicuro scorretto. Accade che quando il leader del gruppo imposta un certo ritmo tutti gli altri si accodino andando a variare il ritmo quando ormai è troppo tardi e la seduta di allenamento è già stata impostata su ritmi sbagliati.

Allora occorrerebbe la grande sensibilità di capire quando è opportuno andare con certi compagni di allenamento e quando è opportuno andare con altri o quando ancora è proprio opportuno andare da soli perché il ritmo giusto per noi in quel gruppo quel giorno non c’è. Si può tranquillamente affermare che allenarsi in compagnia e nel contempo azzeccare i giusti carichi di allenamento è la cosa più difficile che ci sia. Perché? Perché chi si allena da solo è concentrato solo su questo e pertanto non è distratto da ritmi improbabili ed inopportuni, è lui a scegliere il ritmo e a meno che non sia totalmente deconcentrato e con la testa su tutto tranne che sull’allenamento che sta per fare è molto probabile che chi si allena da solo centri, da un punto di vista fisiologico, un carico abbastanza adeguato alle circostanze. Chi si allena in compagnia senza pensare a nulla sbaglia sapendo di sbagliare, ma talvolta chi fa così dice proprio: “Io corro tanto per stare in compagnia” e pertanto non si pone obiettivi di ottimizzazione dell’allenamento. Pertanto è un errore previsto, anche piuttosto contenuto perché chi fa così alla fine svolge carichi anche meno impegnativi di quelli che potrebbe svolgere perché se esagera si fa del male e pertanto l’unico errore reiterabile è quello verso un carico inferiore a quello che si può sostenere e non quello verso un carico superiore. Chi invece si allena in compagnia ma pretende anche di centrare con una discreta precisione il giusto carico per migliorare la propria condizione fisica è preso fra due fuochi e si trova a mediare fra le esigenze del gruppo e le sue che non sempre sono compatibili. Insomma l’ideale sarebbe allenarsi in compagnia in certe sedute che si possono affrontare a ritmi che non sono proprio identici ai nostri ideali e svolgere da soli o con compagni di allenamento debitamente selezionati per la circostanza altre sedute di allenamento che è più opportuno condurre a certi ritmi ben precisi.

Da questo punto di vista gli allenamenti in pista ci vengono in soccorso perché mentre in pista uno non è mai effettivamente solo anche se sta viaggiando con mezzo giro di distacco dal leader, quando si va a correre fuori pista preso qualche centinaio di metri di distacco si è proprio soli e a nulla vale il fatto che poco più avanti ci sia un gruppo di atleti che sta facendo da apripista.

La tendenza ad omologarsi al gruppo in ogni caso non è solo dei podisti ed addirittura nei gruppi di ginnastica c’è un “andazzo” medio dove se il gruppo è molto agile anche il meno agile del gruppo tenderà ad impegnarsi con movimenti di una certa qualità mentre, al contrario, se il gruppo è tranquillo e piuttosto limitato a livello di capacità e abilità motorie, anche il più performante del gruppo sarà portato a svolgere esercitazioni piuttosto blande e che non si discostano molto dalla qualità di quelle svolte dalla maggior parte dei componenti del gruppo.

Tanto per cambiare, in tema di attività fisica, è opportuno pensare a ciò che si fa. Se si è soli con il preciso obiettivo di ottimizzare il carico, se si è in compagnia nel tentativo di capire se ciò che fa la massa non è forse troppo fuori dai canoni di ciò che sarebbe opportuno per noi e se si è in compagnia e si ha pure la presunzione di ottimizzare il carico per capire quando ci si può adeguare al tran tran del gruppo e quando invece è proprio opportuno inventarsi qualcos’altro.