TIPO DI ESERCIZIO E TIPO DI TENSIONE

Sono solito paragonare il cibo all’attività fisica  e per certi situazioni il paragone non è del tutto strampalato se non fosse almeno per la grande importanza di entrambe le cose ma per un certo discorso devo ammettere che invece tale confronto non sta in piedi.

Alludo alla qualità dell’esercizio fisico ed alla qualità del cibo. Un parallelismo in tal senso è sconveniente e non si può citare per fare esempi interessanti.

Quando trattiamo di qualità del cibo non possiamo dire che una piccola quantità di cianuro può far bene alla salute. Il cianuro è cianuro e ben che vada non ti ammazza se è in quantità del tutto irrilevante ma non ti può far del bene. Da questo punto di vista l’attività fisica ti perdona di più ed ammette errori di qualità sempre che questi non siano macroscopici. Arrivo a dire che non esistono esercizi “sbagliati” per definizione ma quantità di esercizio e/o “tensioni” di esercizio sbagliate. Mentre per il cibo questo discorso non sta in piedi, alcuni “cibi” proprio non vanno assolutamente bene, sono decisamente sbagliati al punto tale che non possono essere nemmeno chiamati cibi ma devono essere chiamati veleni come il cianuro, appunto. Tentando di tenere in piedi a tutti i costi il confronto con il cibo diciamo che in attività fisica praticamente non esistono esercizi “velenosi”.

Questo è bene precisare perché purtroppo nell’ambiente si è soliti propagandare il fantasma dell’esercizio “sbagliato” come se esistessero degli esercizi sui quali se per sbaglio indugi un po’ ti ritrovi paralizzato o quasi. Benissimo fare attenzione ai funghi velenosi, anche a quantità ridottissime, di quelli che ogni anno sterminano un certo numero di consumatori incauti, assolutamente inutile coltivare fobie nei confronti di immaginari “esercizi sbagliati” che possono provocare danni solo in grande quantità, non in modo improvviso e danno certamente segnali che possono far pensare ad una loro non opportunità in certe circostanze. Se devo fare un’eccezione, ma pare un discorso talmente ovvio che forse è perfino stupido farlo, per certi movimenti acrobatici che possono avere una loro pericolosità non dovuta alla qualità del movimento ma proprio alle situazioni che possono creare. Una capovolta all’indietro acrobatica può avere anche esiti letali ma chiunque è capace di capire il perché. A quel punto il gesto più semplice per ammazzarsi è attraversare la strada nel posto sbagliato ma non dipende dalla qualità del movimento quanto dalle implicazioni di quel movimento.

Ad essere pericolose sono le tensioni di esercizio non la tipologia e così un esercizio anche banale ed in apparenza svolto in modo corretto se eseguito con certe tensioni muscolari può essere anche dannoso. Faccio un esempio anche abbastanza banale di un esercizio che molte volte nei corsi di ginnastica di gruppo può trarre in inganno e indurre all’errore parecchi soggetti poco accorti. L’esercizio è la normale flessione del busto in avanti svolta anche in modo lento, tranquillo e con cautela. Per la grande variabilità di condizioni fisiche tale esercizio riesce molto facile ad un  gran numero di soggetti che senza problemi riescono, a gambe tese ad andare a toccare il pavimento con le mani. Molti con una buona elasticità riescono ad andare in fase negativa cioè a raggiungere livelli di estensione che portano la mano sotto al livello del pavimento. Praticamente questi soggetti se si mettono su uno scalino con la mano possono andare a toccare il pavimento sotto allo scalino o, più semplicemente, senza nessuno scalino toccano il pavimento con il palmo della mano perché la loro elasticità è tale che toccare solo con le dita è una posizione ancora facile e “superabile”. Giusto precisare che fra maschio e femmina in tale esercizio comunemente per doti genetiche esiste una differenza di circa 10 centimetri in favore della femmina. Pertanto se è facile trovare un buon numero di soggetti maschi che toccano il pavimento con la punta delle dita con la stessa facilità si trovano femmine che quel punto lo superano di circa 10 centimetri e dunque, approssimativamente, vanno a toccare con il palmo della mano. Ovviamente l’età gioca la sua parte e andando avanti con l’età si tende a perdere di elasticità (qualcuno sostiene che sia la prima dote a tornare indietro a già a sedici anni può cominciare a regredire e ciò spiegherebbe, almeno in parte, la gran quantità di talenti precoci nella ginnastica agonistica) ma poi al di là di sesso ed età, doti genetiche e struttura fisica giocano un ruolo che può essere anche più importante del condizionamento motorio.

Ebbene, nonostante questa grande variabilità sia bene evidente agli occhi di tutti nei gruppi di ginnastica c’è qualcuno che si diverte a scimmiottare gli altri e non curante della dotazione genetica fa il più sbagliato dei ragionamenti in educazione motoria: “Se ce la fa lui ce la posso fare anch’io”. Tale ragionamento è sbagliatissimo come il fatto che se lui è nato un certo giorno e tu sei nato un altro giorno non puoi più nascere nel suo stesso giorno perché questa cosa è ormai successa e al limite può succedere solo in un’ altra vita sempre che ti comporti bene e che te la meriti.

Accade che le tensioni che sono certamente utili e assolutamente non dannose per il soggetto “X” siano semplicemente deleterie e del tutto inopportune per il soggetto “Y” ma a vantaggio della ginnastica va il fatto che questa situazione si percepisce, eccome, nei recettori di tensione delle fibre muscolari del soggetto “Y” che se insiste a sbagliare solo perché vede le normali prodezze di “X” (e si infuria proprio per questa normalità) vuol dire che è proprio tonto e sprovveduto. Non è l’esercizio ad essere sbagliato. l’esercizio è innocente ed innocuo, è la tensione ad essere sbagliata ed in particolare è giusta per un soggetto ma sbagliata per un altro che ha altre caratteristiche fisiche.

Per cui quando si dice “Attenzione a muoversi da soli senza la supervisione di un tecnico!” si dice una gran cavolata perché muoversi da soli non è per niente una brutta idea, non ci sono funghi velenosi da scartare e occorre solo un po’ di buon senso (non cultura) per selezionare le tensioni idonee alla propria condizione fisica. Tali tensioni non si possono indovinare dall’esterno  e pertanto il luminare più accreditato per selezionare al meglio tali tensioni siete proprio voi stessi e non chissà quale accademico che da fuori non può vedere proprio un bel nulla se non le espressioni della vostra faccia (che, se siete un buon attore, potere usare anche per prendere in giro chiunque).

Poi è chiaro che possa mancare un po’ di fantasia per selezionare un certo tipo di esercizi, così come è quasi sicuramente più divertente muoversi in compagnia come nella ginnastica di gruppo ma aver paure di fare chissà quali errori a muoversi da soli non ha assolutamente alcun senso. L’unico errore da non commettere è proprio quello di non muoversi ed è in tal senso che io esorterei qualsiasi esperto di attività motoria a non propagandare il  fantasma dell’esercizio sbagliato. Questo fantasma fa molti più danni di tutti gli esercizi sbagliati di questo mondo e chi lo tiene in piedi mente sapendo di mentire.