TABELLE DI ALLENAMENTO, IMPROVVISAZIONE E RIELABORAZIONE DEI DATI DELL’ALLENAMENTO

Alcuni credono che l’unica l’alternativa alla’adozione di una tabella di allenamento sia una sana, istintiva e ruspante improvvisazione. A parte che una buona improvvisazione è certamente meglio di una cattiva tabella di allenamento e così avete capito subito come la penso in proposito, è assolutamente confutabile che questa sia l’unica alternativa. Si è portati a pensare (problema di comunicazione di massa…) che la tabella di allenamento sia un modo abbastanza evoluto per pianificare la preparazione sportiva ma non è così perché il sistema più evoluto è l’analisi delle risultanze dell’allenamento per poterlo calibrare di volta in volta in base alle esigenze.

E’ proprio la continua rielaborazione dei dati dell’allenamento a escludere a priori che si possa applicare uno schema di allenamento base che non viene rettificato di volta in volta.

La tabella di allenamento resta solo una grossolana scorciatoia per ridurre i tempi di formulazione dell’allenamento e poter pianificare a distanza senza attendere le risultanze dei singoli allenamenti. Se un atleta, per chissà quale motivo, vuole sapere che allenamento farà un certo giorno con un bel po’ di giorni d’anticipo è costretto a pianificare con una tabella di allenamento. Tale situazione può essere giustificabile per problemi logistici ma non lo è assolutamente da un punto di vista tecnico. Penso ad un triatleta che per motivi organizzativi ha bisogno di sapere con un buon anticipo quando andrà in vasca quando andrà in bici e quando correrà. Evidentemente programmare questo con un certo anticipo non è deleterio ma andare a programmare nei dettagli la seduta di allenamento non è una scelta molto apprezzabile da un punto di vista tecnico.

Pertanto se l’improvvisazione resta un’arte riservata a pochi artisti che con  buone pennellate riescono a comporre un quadro più che apprezzabile la tabella di allenamento resta relegata a un ristretto ambito di ipotesi che non sono certamente le migliori per inquadrare la preparazione sportiva.

Tabella di allenamento e rielaborazione dei dati della seduta di allenamento viaggiano proprio su due piani diversi e se la prima sembra fatta per risparmiare tempo (ed il 90% delle volte purtroppo è proprio così…) la seconda sembra  fatta apposta per perdere tempo e far assumere alla preparazione connotati che un dilettante qualsiasi non può essere in grado di sostenere anche per semplici problemi di tempo.

Attenzione che quando si parla di rielaborazione dei dati dell’allenamento non si deve fraintendere. Anche lì l’arte va ad infiltrarsi nella metodologia e la cosa principale è proprio sapere quali sono i parametri di allenamento da indagare. Si può perdere un sacco di tempo con le varie “app” ad indagare per esempio sui parametri relativi alla rilevazione delle frequenze cardiache e quello è un ottimo sistema per perdere molto tempo senza andare da nessuna parte.

Di più, sempre quando c’è un “app” di mezzo si è decisamente fuori strada in tema di rielaborazione della preparazione sportiva. Lasciate le “app” ai ragazzini che si divertono a giocare con le aberrazioni della tecnologia. Le app possono valutare solo parametri di ordine “quantitativo” (quale quello della frequenza cardiaca per esempio) ma non sono in grado di dare nessun riferimento sugli aspetto qualitativi della preparazione per il semplice motivo che non sono dotate di un’intelligenza così sofisticata da poter andare ad indagare su quelli. Pertanto diffidate delle “app” come strumento per pianificare la preparazione e se volete una sigla per inquadrare queste con riferimento alla preparazione sportiva ricordatevi solo questa abbastanza mesta: APP = Allenatore Potenzialmente Perdente. In realtà la APP non è proprio un allenatore bensì un giochino che non ci aiuta a risolvere i problemi dell’allenamento.

La rielaborazione dei dati dell’allenamento è un operazione piuttosto complessa, difficile e dispendiosa in termini di tempo perché il problema principale è proprio selezionare il campo dei dati sui quali andare indagare. Se sappiamo cosa cercare siamo già a buon punto. Purtroppo accade che di volta in volta possa mutare anche il territorio della nostra ricerca perché cambiano continuamente le condizioni di allenamento.

Esempio pratico per non perdersi nei meandri delle parole. Un atleta può aver apportato, in tempi recenti una variazione tecnica al suo schema di corsa perché ha deciso di provare a correre in un certo modo un po’ diverso rispetto al suo abituale. Tale variazione della preparazione è di carattere decisamente sostanziale e dovrà essere monitorata con una certa attenzione anche per non correre il rischio di infortuni, spesso in agguato quando si agisce sulla tecnica di corsa.

Che parametri dovranno essere valutati durante questa fase? Non sono certamente dei parametri di tipo quantitativo e anche se fossero quantificabili con una improbabile precisa indagine biomeccanica ci troveremmo sempre in presenza di variabili che possono essere descritte solo a parole e non con i numeri. E’ per quello che la rielaborazione degli effetti delle sedute di allenamento è sempre un processo delicato, che porta via tempo e che molti tecnici ed atleti possono anche non aver la pazienza di voler affrontare. Tornando all’intervento di tipo tecnico sopradescritto altrettanto importante sarà capire quando è arrivato il momento di indagare su altri aspetti della preparazione perché magari quello è già stato assimilato e non scatena più adattamenti particolarmente significativi. Insomma non ci sono app che tengano occorrono solo grandi capacità intuitive da parte del tecnico ed una buona capacità di comunicazione e di analisi da parte dell’atleta che se ha perso troppo tempo a giocare con le app certamente non sarà riuscito a sviluppare in modo soddisfacente.

La tabella di allenamento resta una leggenda legata ad un certo tipo di letteratura sportiva che ha fatto il suo tempo. Una buona capacità di improvvisare è certamente una cosa utilissima in chi ha i numeri per farlo, la rielaborazione dei dati di allenamento è certamente difficile, porta via tempo, non può essere facilitata da nessuna stramaledetta app che generalmente è solo un sistema per deviare la nostra attenzione su aspetti irrilevanti della preparazione (vedi per esempio il tormentone delle frequenze cardiache) ma è l’unica via per poter formulare la preparazione sportiva in modo razionale. Scrivo “formulare” e non “pianificare” perché la pianificazione nell’allenamento sportivo è solo una incoerente astrazione.