SULLE 4 ORE DI EDUCAZIONE FISICA A SCUOLA

Sono completamente d’accordo sull’idea di portare a 4 le ore di educazione fisica in tutte le scuole dalla primaria alla secondaria e pertanto per i bambini dai sei anni fino ai ragazzi di 19 anni.

Questa completa adesione, che dimostra che non remo contro ai miei colleghi in quanto tale mossa sarebbe una splendida boccata d’ossigeno per tutta la categoria, mi serve anche per puntualizzare un paio di cose che invece mi vedono andare contro alle istanze della maggior parte dei miei colleghi.

Primo punto: necessità dell’insegnante di educazione fisica nella scuola primaria. Lì non sono per niente d’accordo. Ho visto maestri lavorare splendidamente con i bambini delle elementari, è il loro mestiere, hanno le competenze per farlo, devono solo essere messi nella condizione di poterlo fare con serenità e senza minacce da parte di genitori pronti a denunciare alla prima distorsione subita dal figlio. Per certi versi lavorare nella scuola elementare è ancora più difficile che nella scuola secondaria anche nell’educazione fisica ma i più attrezzati a farlo sono proprio i maestri che hanno studiato per quello. Io stesso ho collaborato nella scuola elementare come assistente esterno ed ho imparato da certi maestri più di quanto io sia riuscito ad insegnare loro. Noi abbiamo le tecniche ma loro hanno proprio la capacità di interagire nel miglior modo con i bambini ed è questo l’aspetto fondamentale e determinante con riferimento a quella fascia d’età più ancora dell’aspetto tecnico.

Secondo punto che mi vede in dissonanza con buona parte dei miei colleghi: l’ipotesi che l’insegnamento dell’educazione fisica possa essere un mestiere usurante. A mio parere lo poteva essere solo in una scuola dove si insegna per due ore alla settimana, dove l’umiliazione e la rassegnazione di non poter svolgere un certo lavoro possono davvero logorare ma in una ipotetica situazione di insegnamento con 4 ore la settimana la situazione cambierebbe completamente. Insegnare, se puoi farlo come si deve, è la cosa più bella che ci sia e si può tranquillamente andare in pensione anche a 70 anni perché, a parte l’usura delle corde vocali, l’insegnante di educazione fisica non deve dimostrare proprio un bel niente ed è una panzana furibonda quella che deva essere sempre in perfetta forma fisica per poter svolgere le esercitazioni che propone. Il miglior allenatore del mondo di salto con l’asta può essere anche un paraplegico se sa insegnare l’asta, se non la sa insegnare che sia ancora in grado di saltare 5 metri o anche 5 metri e 50 non serve proprio a nulla.

Detto questo sono a caldeggiare la proposta delle 4 ore settimanali in tutte le scuole di ogni ordine e grado perché porterebbe ad un’ autentica rivoluzione dell’insegnamento della materia che potrebbe tranquillamente tornare ad essere chiamata “Educazione fisica” e non solo “Attività motoria”. Con 4 ore alla settimana l’insegnante può essere un educatore come è giusto che sia e non solo un tecnico che trasferisce competenze tecniche come un istruttore.

Ai ragazzi non occorre un tecnico ma proprio un educatore soprattutto in tempi di devastazione culturale da telefonino, tablet e computer. Se è vero che l’insegnante di lettere è un altro degli insegnanti che può misurare il degrado culturale prodotto dalla diffusione dell’uso compulsivo del telefonino è anche vero che spetta proprio all’insegnante di educazione fisica evidenziare anche gli aspetti sanitari di questa nuova pandemia che si riflette in ultima istanza anche sulle abitudini motorie dei giovani.

A chi afferma che tale rivoluzione potrebbe avere dei costi esorbitanti non solo per l’assunzione di un grande numero di nuovi insegnanti ma anche per la necessità di adeguare le già carenti strutture scolastiche per l’educazione fisica bisogna rispondere chiedendo di ampliare gli orizzonti. Una scuola che migliora il livello medio di salute degli studenti è una scuola che a lungo andare ha positive ricadute anche sul bilancio dell’assistenza sanitaria. Praticamente si risparmierebbe in minori costi del sistema sanitario ciò che si investe per migliorare la scuola. Se non si guarda in modo settoriale ai vari capitoli di spesa si possono progettare gli investimenti più efficaci. La sedentarietà si inizia a combattere a scuola con un buon insegnamento dell’educazione fisica e dunque lì si pongono le basi concrete per debellare le malattie dovute alla sedentarietà.

Il ripristino della figura dell’esperto di attività motoria da tecnico ad educatore come era inteso un tempo si accompagna a questo progetto di portare a 4 le ore di educazione fisica settimanali ed in tal senso si può tentare di dare nuovo significato alla figura dell’insegnante anche nei corsi di laurea in Scienze Motorie che rispetto ai vecchi corsi per gli insegnanti di Educazione Fisica pur essendo molto articolati rischiano di essere invischiati in logiche di marketing che non dovrebbero lambire la professione di esperto di attività motoria. L’attività motoria è un bene pubblico non ha bisogno di essere inquinata da logiche di marketing, torniamo a dare la precedenza agli aspetti educativi ed il mestiere di insegnante di educazione fisica potrà trarne giovamento.