SUL RECORD DEL MONDO DELLE 24 ORE DI CORSA

Ventiquattro ore di corsa?! Qualcuno penserà che il titolo sia sbagliato. Invece no ed è questo a dare la misura della portata di questo tipo di competizioni, perché ad un buon livello, tutti i partecipanti corrono ininterrottamente per 24 ore, quelli che non ce la fanno al giorno d’oggi ci tocca dire che sono “solo” dei dilettanti perché non puoi ambire ad una prestazione di alto livello in questa competizione se ti metti a camminare, anche solo per brevi tratti, durante la gara. Nessuno ti squalifica, per carità, è previsto dal regolamento, ma pian piano ti passano tutti i più forti, ad uno ad uno e sognarsi di vincere una gara importante di questo tipo camminando, anche per poco più del tempo necessario ad ingurgitare una barretta, non è possibile.

Il primatista del mondo ha corso la distanza allo stratosferico ritmo medio di 4’30” per chilometro. Per dare un riferimento si può tristemente affermare che un buon numero di ragazzi italiani delle scuole superiori (non pargoletti) a quell’andatura non riescono a correre nemmeno un chilometro e nelle strane verifiche che fanno gli insegnanti di educazione fisica quando possono disporre di una pista di atletica (che ormai sono verifiche di salute più che di prestazioni sportive) quando un ragazzo corre a quel ritmo invece di dirgli che c’è chi la fa per un giorno intero, dicono che così va bene, è già un parametro di efficienza fisica accettato, esame superato.

Anche a me, su questo sito, spesso arrivano richieste di soggetti in età da massime prestazioni sportive (25-30 anni…) che mi chiedono come si fa a correre per un chilometro a 4’30”. Alché io, tonto, casco dalle nuvole e rispondo che basta che vadano al campo, si mettano a correre a ritmo un po’ sostenuto per un chilometro, cronometrino e vedranno che il gioco è fatto. Ma sono proprio tonto perché non faccio i conti con la realtà del nostro tempo di automobili anche per andare dal panettiere e di pesi a go go per gonfiare i muscoli e così ci sono soggetti che mi rispondono: “Ho corso in 4’48″… adesso che preparazione devo seguire per arrivare a correre in breve tempo in 4’30”?” La prosecuzione della filastrocca è semplicemente tragica perchè io, continuando a fare il tonto, replico che basta che ci provino una seconda volta ed il 4’30” probabilmente sarà già ottenuto, ma la triste conclusione è che in certi casi devo ravvedermi e arrivo a dire che in tempi brevi non si può fare proprio nulla a mi metto a studiare cosa consigliare al soggetto (dopo averlo ben interrogato sulle sue condizioni di partenza, quasi che dovesse fare il record del mondo…) pianificando l’agognato traguardo in uno spazio temporale fin troppo dilatatato.

Allora questo personaggio, che si chiama Alexandr Sorokin e non è un marziano ma un lituano ed è pure bianco così sfatiamo il mito che se non si è di colore nella corsa si parte svantaggiati, corre a questo ritmo per ventiquattro ore e se qualcuno pensa che sia una vita che prepara questo evento si sbaglia perché in realtà è da solo 8 anni che ha cominciato a ragionare in tal senso e prima s’è preso pure lo sfizio di diventare un campione di canoa poi di smettere l’attività sportiva, iniziare a fumare, aumentare spropositatamente di peso fin che il suo medico ha sentenziato che uno sportivo non deve mai interrompere la carriera sportiva così bruscamente e insomma almeno un po’ di corsetta per la salute bisogna farla anche quando hai chiuso con l’agonismo.

Il buon Alexandr ha ascoltato diligentemente il suo medico, ha cominciato a corricchiare, avrà visto in breve tempo che se voleva sapeva correre con facilità anche a 4’30” per chilometro (sembra progettato per correre a quel ritmo…) e poi ci avrà preso gusto pensando: “Ma io a questo ritmo sto proprio bene, non mi fermo più, ci corro per un giorno intero..”.

La domanda classica che ci si pone, proprio in questi giorni che è caduto anche il record della “breve” Maratona (solo 42.195 metri…) ad opera dell’ormai solito Kipchoge che a Berlino ha corso i 42 chilometri in 2 ore un minuto e nove secondi alla media di 2’52” per chilometro, è se questo record sulla 24 ore possa essere equiparabile per valore al record della Maratona o anche a quello altrettanto famoso del grande Bolt sui 100 metri (9″58, toccando una velocità di punta di oltre 43 chilometri orari…). La risposta è difficile ma voglio spendere delle parole per tentare di darla almeno parzialmente.

Diciamo che a mio parere, a prescindere dal valore della prestazione di 319,6 chilometri in un giorno, che ritengo stratosferico, comunque sono convintissimo che al momento attuale, anche provandoci nelle miglior condizioni climatiche, sul miglior percorso e con tutte le lepri che volete, nessun atleta al mondo è i grado di ottenere quel risultato.

Detto questo la domanda successiva, molto insidiosa, è questa: “Ma con una grande preparazione e programmando proprio da professionisti, è più facile attaccare il record del mondo dei 100 metri, quello della maratona o quello della 24 ore?” E anche qui la mia risposta, che pare evasiva, deve invece far capire una cosa. Al momento non vedo un atleta in grado di battere il mondiale nei 100 metri e, con tutto il rispetto per il nostro fantastico Jacobs, in tempi brevi l’impresa non la vedo possibile nemmeno per lui. Con riguardo alla maratona la mia risposta è senz’altro contestata da più ma non è del tutto campata in aria. Ormai Kipchoge ci ha abituato alle imprese e, almeno che non invecchi improvvisamente, potrebbe anche ritoccare ulteriormente il suo record di Berlino dei giorni scorsi. Fra l’altro penso che lui abbia pure il sogno di essere il primo uomo ad abbattere il muro delle due ore in condizioni regolari visto che in una situazione artificiale con lepri a valanga e percorso studiato apposta ci è già riuscito. Ad avvalorare questa tesi c’è il fatto che pochi giorni prima della sua osannata impresa delle due ore con lepri passò quasi inosservata la maratona di un altro grande dell’atletica, Kenenisa Bekele, che praticamente a fine carriera aveva dimostrato di valere anche lui il record del mondo di maratona correndo in 2h1’41” a soli due secondi dal record omologato di Kipchoge e correndo il finale di gara con una scioltezza quasi sospetta, quasi a non volere intaccare la gloria di quell’impresa superpompata che Kipchoge fece pochi giorni dopo, correndo in 1h59’40” con le lepri. Insomma a farmi dire che il mondo è pronto per la Maratona in meno di due ore a me è proprio quella corsa di Kenenisa Bekele a Berlino a fine carriera più che il 2 ore 01’09” dell’altro giorno.

Non solo, ma sono pure convinto che il variegato panorama della maratona possa presentarci a sorpresa anche altri atleti in grado di correre la maratona su quei tempi, pertanto nonostante che il due ore e spiccioli sulla maratona sia un signor tempo certamente non inferiore come valore al clamoroso 9″58 sui 100, ci tocca dire che tutto sommato è più probabile che vada giù prima il mondiale di maratona che quello sui 100. Per quanto riguarda il discorso sulla 24 ore il mio commento, a sensazione, epidermico e non supportato da alcun riscontro scientifico (non ce ne possono essere) è che se tale record non verrà ritoccato dall’attuale detentore Sorokin il resto del mondo sia distante chilometri (oserei dire anni luce…) dalle sue capacità prestative e non immagino nemmeno che ci sia un personaggio in grado di avvicinare le sue prestazioni attualmente. E’ possibile che mi sbagli perchè la disciplina è in continua evoluzione però ho una replica pure per chi sostiene che chi corre la maratona a 3′ per chilometro (e ormai ce ne sono pure tanti) ha tutte le basi anche per fare il mondiale delle 24 ore. Di questo non ne sono convinto. La 24 ore è solo vagamente imparentata con la maratona forse meno di quanto i 100 metri siano imparentati con gli 800 metri (quanti atleti dei 100 metri avete visto provare fortuna sugli 800? Io gran pochi e con successo praticamente nessuno) e, al limite, un passaggio molto difficile ma almeno possibile è quello dai 42 chilometri della maratona alla più che doppia distanza della 100 chilometri. Il giorno in cui un maratoneta di buon livello con particolari caratteristiche deciderà di programmare con attenzione l’impresa sulla cento chilometri forse ci potrà anche riuscire ma dovrà essere una cosa programmata con calma e costruita ad arte, non certamente improvvisata pensando che il maratoneta di alto livello vada lì a fare il record del mondo sulla cento chilometri al primo tentativo.

Pertanto il mio punto di vista è che così come ci sono gli specialisti dei 100, degli 800, dei diecimila metri e pure della maratona, ci sono anche gli specialisti della 100 chilometri e della 24 ore che sono due cose molto diverse dove l’allenamento gioca un ruolo determinante ma senza doti genetiche particolari è proprio impossibile provarci. Geneticamente il centochilometrista è diverso dal maratoneta e il corridore di 24 ore è diverso da entrambi. Dico una fesseria che potrà far sorridere ma non va distante dalla realtà. Un grande centochilometrista che non è capace di stare sveglio alla notte non potrà mai eccellere nella 24 ore per il semplice motivo che non si riesce a correre se si è in preda al sonno. Per combattere la fame basta alimentarsi e lo si può fare in corsa ma se sei in preda ad una crisi di sonno non è che puoi fare il pisolino sperando che anche gli altri si fermino per non superarti.

319 chilometri in un giorno di corsa è una cosa incredibile. Io mi auguro che tutti gli studenti italiani delle scuole superiori siano in grado di correre a quel ritmo almeno per un chilometro. E così potremmo già dire che abbiamo una popolazione studentesca sana. Invece il banco miete più vittime del telefonino e c’è, inequivocabile, un’ emergenza sanitaria per i giovani assolutamente da non trascurare. Sorokin ha ripreso lo sport perché glielo ha detto il medico. Speriamo che facciano così anche i giovani italiani.