SUL GRUPPO “BASTA COMPITI”

Ho visto un gruppo Facebook che si chiama “Basta compiti”. Ritengo che sia una reazione sacrosanta a situazioni piuttosto discutibili che si stanno creando nella scuola un po’ a tutti i livelli e, paradossalmente, meno contrastate proprio nella scuola primaria, laddove i genitori sono pressoché onnipresenti con un’azione di controllo che è semplicemente soffocante.

Mi rammarico del fatto, anche se non me ne intendo per nulla di Facebook e di tutte quelle menate lì, che il gruppo non sia effettivamente molto numeroso come potrebbe essere. In fin dei conti il problema riguarda qualche milione di scolari. Ho capito che gli scolari non possono iscriversi ad un gruppo Facebook ma visto che i genitori, soprattutto nella scuola primaria, ci mettono sempre il naso mi sarei atteso cifre un po’ più significative di partecipazione a questo gruppo.

In questi giorni di fine 2018 – inizio 2019 si è persa una grande occasione per affrontare l’argomento. Una chiara indicazione in proposito era stata data con lungimiranza dal ministro dell’Istruzione Bussetti ma tale indicazione è stata pressoché ignorata dalla maggior parte degli insegnanti. Prima di entrare nell’aspetto tecnico della questione che desidero analizzare dal mio punto di vista di esperto di attività motoria, mi preme sottolineare come in ogni caso vi sia stato un atteggiamento poco coerente da parte di chi in nome dei programmi ministeriali, invoca un’ intensificazione dell’impegno scolastico a tutti i livelli e poi quando il ministero interviene acclamando il primato della salute sulla cultura ignora assolutamente queste osservazioni.

Da un punto di vista tecnico e, per questo mi sento coinvolto personalmente, non è difficile rilevare come si stia andando verso un modello di scolaro piuttosto preparato ma abbastanza malaticcio e fisicamente inefficiente già in tenera età. La nostra gioventù non scoppia di salute, inutile negarlo. Che poi sia colpa della televisione, del telefonino, del computer e di una alimentazione semplicemente devastante quello è certamente probabile ma il problema riguarda comunque anche la scuola che non può ignorare questa situazione. I giovani scolari come sono debitamente vaccinati contro varie pericolose malattie dovrebbero anche essere vaccinati contro i flagelli del nostro tempo. A ciò dovrebbe pensarci anche (anche e non “solo”) la scuola perché i genitori si trovano davvero a combattere una battaglia epocale contro mostri che talvolta divorano i genitori stessi (inutile ignorare che i bambini imparano dai grandi e nelle famiglie non è infrequente che i più devastati siano proprio gli adulti).

Nel dettaglio tecnico preciso i compiti sono un pericolo concreto perché è proprio nello svolgimento dei compiti che si va a sottrarre tempo per momenti che dovrebbero dedicati a questa battaglia. Il primato del gioco sulle altre attività che nell’infanzia non deve essere messo in discussione, può vacillare pericolosamente se una grande quantità di compiti va a sottrarre molto tempo al gioco e se poi nelle pause fra questi molti compiti il “finto gioco” legato a mondi virtuali va ad in filtrare il gioco vero come comunemente inteso.

Non è un problema di poco conto, ne va della salute delle generazioni future, che, anche se non tutti sono d’accordo, è più importante di un certo tipo di cultura. Al di là delle posizioni ideologiche di ognuno (ma andrebbero ascoltati anche i bambini perché questa non può essere solo una disputa fra adulti senza ascoltare i diretti interessati) si è persa comunque una grande occasione per discutere una questione molto importante di portata nazionale. Non so quanto un gruppo Facebook di poche decine di migliaia di osservatori possa influire su questa situazione, mi auguro che effettivamente le azioni concrete per portare all’attenzione di tutti la vastità del problema siano più efficaci di quanto possa essere una visibilità che effettivamente arriva ai telefonini, vera religione del  nostro tempo, ma se non arriva nelle aule non avrà possibilità di andare a bersaglio.