STO MEGLIO MA NON SONO DIMAGRITO

La battuta sul politico che va in televisione a comunicare agli italiani che sono finiti i soldi per le pensioni e si mette a piangere non è passata inosservata. Dovevo immaginarlo. A livello politico non me ne viene perdonata una e ci manca solo che sia spiato dal KGB.

Quando scrivo di tecnica di corsa la passo liscia anche se scrivo cose molto discutibili (la tecnica dell’esasperazione dell’errore, per esempio, si presterebbe ad un fiume di critiche)  ma basta che scriva un’idiozia che ha un qualche connotato politico che viene subito rilevata con una tempestività degna dei tempi di reazione del mitico Armin Hary.

Il bello è che non ho neanche scritto una grossa scemata. Io sono convinto che per fare il pari con quella scena pietosa passata alla storia per il pianto in tv un qualsiasi cittadino italiano dovrebbe andare davanti alle telecamere sulla principale rete nazionale e, molto compito, potrebbe fare un discorso così: “Siamo nel mezzo di una crisi senza precedenti, non si vede via di uscita, come cittadini le abbiamo studiate tutte ma proprio tutte, purtroppo mi tocca annunciare che siamo stati costretti a a decidere che d’ora in poi i parlamentari di questa nazione se vorranno proseguire il loro incarico dovranno farlo percependo uno stipendio di 2000 euro al mese” dopodiché dovrebbe mettersi giustamente a piangere per rendere più attendibile il senso di disagio.

Torno al mio orticello, ho capito che quando scrivo di politica non sono accettato dai più e ne prendo atto (in fondo, in fondo sono più o meno come Renzi…).

Molti mi scrivono: “Ho iniziato a praticare assiduamente attività fisica dopo un lungo periodo di inattività, sto meglio, mi sento bene ma non ho perso nemmeno un chilogrammo di peso.”.

Se vogliamo è politica anche questa perché anch’io andrei davanti alle telecamere a reti riunite, senza piangere, a dire: “Siamo in crisi economica, dobbiamo risparmiare, cominciamo a farlo sulle spese di assistenza sanitaria che sono colossali (n.d.r.: oltre 100 miliardi di euro all’anno, una cifra superiore a venti “IMU”) e pertanto da oggi si va tutti a piedi così riusciamo ad affrontare anche il problema dell’inquinamento. Con i soldi risparmiati approntiamo un piano per la riconversione industriale per il nuovo modello di sviluppo così creiamo anche nuova occupazione”. Credete che verrebbero a prelevarmi i manager delle grandi industrie automobilistiche? No, ci verrebbero i miei colleghi nel senso che in un primo tempo si svuoterebbero le palestre perché non ci sarebbe più alcun motivo di andare a camminare su un tapis roulant o a pedalare su una bici che sta assolutamente ferma. Allora, prima che mi ammazzino, potrei spiegare che le palestre possono continuare a vivere anche loro (come l’industria automobilistica che ha tutti i numeri per poter essere riconvertita) puntando sull’aspetto riabilitativo, mettendo in grado chi ha problemi di deambulazione di risolverli e, visto che camminare diventerebbe proprio importante per tutti, avrebbero un’ infinità di clienti.

Ho tralasciato il chilogrammo di peso “non perso” del signore che mi scrive. Non a caso. Siamo in crisi economica e le cose superflue le lasci perdere. Se il tuo chilo va giù bene, se non va giù non rischi la salute per farlo andare giù perché è un lusso che non possiamo permetterci. E poi in crisi economica uno non ha paura di mangiare troppo, semmai ha paura di restare senza cibo. Dobbiamo puntare ad un’attività fisica che faccia stare bene e dobbiamo farlo senza mezzi termini perché è un’ emergenza nazionale.

L’attività fisica serve anche a combattere lo stress, molte volte fa bene proprio per quello, uno dei primi effetti che produce, prima ancora di un miglioramento dell’organismo in generale, è proprio una riduzione dello stress. Non possiamo permetterci il lusso che questo importante effetto sia frenato dal fatto che uno pretende dall’attività fisica il dimagramento a tutti i costi perché così l’attività fisica, che sarebbe potenzialmente divertente e salutare rischia, di diventare stressante e fonte di nuovi problemi.

Pertanto potrei tornare in televisione a reti unificate per parlare con quel signore (questa volta mettendomi a piangere) aggiungendo che “Purtroppo, essendo in crisi economica, abbiamo deciso di puntare ad un’attività fisica essenziale che serve solo alla salute dei cittadini anche se non fa dimagrire e così (piangendo appunto…) mi tocca dire che il signor Tal dei Tali si tiene il suo chilo in più. Vorrà dire che quando la crisi economica sarà nel suo culmine e dovremo razionare anche le derrate alimentari verrà automaticamente risolto il problema del chilo in più del signor Tal dei Tali”.

Guardate che sono partito da distante ma la realtà dell’attività fisica travisata nei suoi obiettivi essenziali è un fatto culturale molto importante ed è decisamente attuale, concreto e pure pesante da un punto di vista della salute generale. Meditate gente, meditate…