SMONTARE IL CULTO DELLA FATICA PER STARE MEGLIO TUTTI

Lavorare di più per salvare la Patria, oppure lavorare di meno per salvare il pianeta.

Questo è il grande dilemma e pertanto bisogna chiedersi se è più importante la Patria, con orgoglio e pregiudizi e dunque aumentare il PIL a tutti i costi e dell’inquinamento chi se ne frega perché bisogna assolutamente diventare più ricchi degli altri oppure se è più importante che tutti abbiano un’ esistenza dignitosa, bianchi e neri, gialli e marron, e allora non c’è più tempo per spendere soldi per armi, non ci sono più confini da difendere, non si può lavorare troppo perché si inquina troppo, un certo tipo di ricchezza va certamente a remengo e si lavora semplicemente per fare in modo che tutti possano sopravvivere in modo dignitoso anche se hanno avuto la sfortuna di nascere in luoghi che sembrano abbandonati da Dio.

Lo sport a volte purtroppo alimenta il culto della Patria come quello della fatica, ma lo sport a cinque cerchi, quello olimpico, quello più globale ti dice che l’importante è partecipare, non vincere pertanto l’importante non è la Patria ma sono le Olimpiadi, non la vittoria ma la salvezza di tutti i popoli, non la fatica ma l’esistenza dignitosa.

In tal senso uno dei paesi che si sono immolati alla causa delle OIimpiadi fu proprio la Grecia quasi vent’anni fa quando il paese pur di organizzare una grande Olimpiade cadde in una crisi economica disastrosa. Poi non fu aiutato da nessuno perché passata la festa gabbato lo santo.

Allora ci si chiede se lo spirito olimpico sia vero o finto. Sono più importanti le Olimpiadi o le guerre? Si fermano le guerre per fare le Olimpiadi o si fermano le Olimpiadi per fare le guerre? E’ più importante vincere o partecipare? E’ più importante il PIL oppure bloccare l’inquinamento devastante? E’ più importante la fratellanza fra i popoli o è più importante difendere bene i confini?

A volte il messaggio dello sport pare confuso ma se lo si studia bene si nota che non è poi tanto confuso.

Ammesso che sia importante vincere (ma abbiamo appena scritto che l’importante dovrebbe essere partecipare) anche per vincere si scopre che l’importante non è fare più fatica ma muoversi meglio. Nella corsa non vince chi spinge di più come tendono a gridare ancora oggi i tecnici sprovveduti ma chi frena meglio. E questo è un pianeta che non sa frenare e pertanto è lento, invischiato in logiche antiche di iperproduzione che ormai si è capito benissimo che non portano da nessuna parte.

Lavoriamo troppo perché c’è ben vivo il culto della fatica, tesi ad aumentare il PIL e ad essere sempre più competitivi sul mercato e così non c’è tempo per sopravvivere dignitosamente. Non abbiamo tempo per noi stessi perché c’è solo per la Patria, non c’è nemmeno tempo per fare sport che ancora nel ventunesimo secolo per troppe persone è un lusso.

Lo sport in realtà insegna a prendersi cura di sé stessi, per fare sport bisogna stare bene, non si può essere stressati da ritmi dei lavoro insopportabili, i ritmi che servono alla Patria per essere competitiva sul mercato. Lo sport insegna a studiare la fatica non a sopportarla ciecamente, anzi insegna proprio a contenerla studiando le tecniche per muoversi meglio per fare meno fatica. Ho già scritto, nella corsa va più veloce chi frena meglio non chi spinge di più. Se fosse solo un fatto di spinta saremmo tutti a chiuderci in palestra per diventare degli ipermuscolati che spingono come ossessi e quello forse servirà a salvare la Patria ma non a correre meglio.

Lo sport insegna a muoversi meglio, non a vincere. Se l’importante è partecipare è importante muoversi bene per poter replicare un gesto di alta qualità il più possibile nel tempo, non solo negli anni del massimo rendimento. Se invece l’importante è vincere allora bisogna sparare assolutamente tutto in quegli anni, perché é lì che vai in televisione, è lì che ti metti da parte i soldi, è lì che salvi la Patria.

L’ho sempre scritto, chi fa sport come si deve non fa fatica per niente, perde tempo a studiare la fatica per farne meno possibile. Chi fa sport pensa molto perché lo sport fatto bene non è subito e non è per nulla casuale.

In un tempo dove ci hanno segato le antenne e tendono a metterci il paraocchi chi fa sport con vero spirito olimpico rischia di essere controcorrente perché scopri che il concetto di Patria è un concetto arcaico che non aiuta a vivere meglio.