RIFLESSIONI SUL COMMENTO A “BABBO NATALE ETC ETC…”: LA TERZA POSIZIONE

Il “polpettone” Babbi Natale è più corposo di quello che pensassi perché tocca un tasto dolente del nostro tempo. C’è una questione non affrontata in tutte le nostre più grandi città (ma, ahimè anche in molte di piccole) che riguarda l’inquinamento da gas di scarico delle auto. Ci consoliamo dicendo che in Cina sono messi molto peggio che da noi e ci nascondiamo dietro ad un dito dicendo che anche abbattendo il traffico automobilistico non si riesce a contrastare l’inquinamento.

Questa seconda cosa è una grossa bugia e semmai fa emergere un altro tasto dolente sulla qualità dei provvedimenti di restrizione del traffico adottati comunemente ai giorni nostri: sono blocchi che non somigliano neanche lontanamente a quelli del 1973 (chi ha avuto la fortuna di vivere quei giorni se lo ricorda benissimo perché era tutt’altra cosa) e pertanto spostano di poco i livelli di inquinamento proprio perché non sono veri blocchi. Un vero blocco del traffico, limitatamente al giorno nel quale viene effettuato, è in grado di incidere in modo netto sulla quantità di inquinanti presente nell’aria, nessuno può smentirlo e se qualcuno dice che un giorno solo non serve a nulla mente sapendo di mentire. Se un giorno solo non serve a nulla togliamo la domenica, tanto lavori tutto il resto della settimana, cosa a  serve che la domenica ti riposi…

Spostare la polemica automobilisti-podisti sul piano dell’inquinamento è  un po’ togliere il coperchio dal pentolone, è un po’ scoprire che il Re è nudo. Viene da pensare che questa polemica sia montata ad arte perché in realtà non c’è nessuna volontà politica di provare a contrastare in qualche modo il problema dell’inquinamento. Gli interessi in gioco sono troppo forti. C’è sempre questo terrore che ogni limite all’utilizzazione dell’auto possa provocarne un crollo delle vendite. Siamo indubbiamente più schiavi dell’industria automobilistica di 40 anni fa e forse anche più schiavi dell’economia del petrolio visto che per dare ossigeno all’industria dell’auto basterebbe investire davvero sui sistemi di alimentazione alternativi.

Così viene fuori che la vera colpa di Babbo Natale non è quella di mettersi a correre per le vie della città noncurante delle esigenze degli automobilisti, bensì quello di correre, occupare per un po’ la strada delle auto e poi tornarsene a casa senza aver cambiato nulla di quelle strade troppo costantemente dense di auto. Praticamente Babbo Natale si fa gli affaracci suoi un po’ come l’atleta keniano che calca le strade della bella città essenzialmente per vincere il premio della Maratona ma poi si defila senza aver risolto nulla. Il vero problema non è l’automobilista che suona il clacson al podista. Il vero problema è che quell’automobilista lì in quel giorno dedicato al riposo non dovrebbe proprio esserci con la sua auto. Dovrebbe essere lì con le sue gambe e con i suoi polmoni che stanno tentando di riprendere a funzionare dopo sei giorni di smog (la quantità più elevata di smog la respiriamo proprio quando siamo falsamente protetti all’interno della nostra comoda auto) e, a quel punto, potrebbe pure protestare perché non si riesce ad attraversare la strada senza aver paura che un pedone impazzito ti travolga correndo come uno scemo dietro ad altri ancora più veloci di lui.

Ci sono dei discorsi di contorno a questo di pura politica che sono ancora più giganteschi di questo. Si pensi alla battaglia persa dalla Chiesa Cattolica sull’apertura dei centri commerciali alla domenica. La domenica non è più il giorno del Signore, è il giorno del centro commerciale. E passi che già quarant’anni fa si andava a messa al sabato perché alla domenica c’era la manifestazione sportiva, ma andare a messa al sabato, prima dello shopping, perché il giorno dopo è dedicato al centro commerciale è veramente da incubo.

E così se alla domenica si produce più che negli altri giorni è ovvio che si consumi anche di più, è ovvio che in quest’ottica l’auto venga vista come quello strumento insostituibile che ti permette di essere perfettamente operativo anche alla domenica, anche perché i mezzi pubblici alla domenica hanno corse rarefatte e non ti consentono certamente di spostarti con i tempi di un lavoratore.

Stiamo lavorando anche la domenica, questa la realtà e se qualche buontempone si sogna di correre vestito da Babbo Natale è un perditempo che non si rende conto che sta bloccando l’economia perché ostacola gli automobilisti che stanno lavorando.

E’ una lotta fra onesti lavoratori ed inutili perditempo.

E’ un peccato che gli onesti lavoratori abbiano deciso che bisogna vivere di meno e soprattutto peggio con malattie che non avevamo nemmeno un secolo fa perché l’imperativo è servire l’economia.

Torno a dire che i Babbo Natale non c’entrano proprio nulla. Chi è interessato al problema ecologico ha ragione ad alzare l’asticella, non si tratta di bloccare parzialmente il traffico automobilistico per qualche ora di qualche domenica all’anno, si tratta di tentare di salvare i polmoni almeno un giorno alla settimana per un bel po’ di domeniche, certamente non tre o quattro. Poi se in quelle domeniche abbiano la precedenza i Babbo Natale, i keniani, i pattinatori o gli anziani che camminano a due chilometri e mezzo all’ora è un problema che si può affrontare con calma e non è certamente difficile risolverlo. Senza clacson.