QUALCOSA SI MUOVE

C’è un convegno nella mia città (Verona), vengono da Roma per dire che anche i Parchi pubblici devono essere pensati come luogo per fare attività motoria, che è opportuno offrire assistenza ai cittadini che fanno attività fisica anche senza frequentare un impianto sportivo in breve che se Maometto non va alla montagna può essere la montagna che va da Maometto.

Sono arrivato in ritardo al convegno ma in ogni caso il punto centrale era proprio questo della diffusione dell’attività motoria sfruttando gli ampi spazi dei parchi pubblici dei quali possiamo disporre più o meno in tutte le città, quindi alla fine vado dall’Assessore allo Sport e gli dico “Ma gli hai detto che a Verona questa cosa la stiamo facendo già da 5 anni?”.

Ovviamente io non posso avere la visibilità che può avere una iniziativa a carattere nazionale ma il progetto “Parchi in movimento” che spero proprio che possa avere buoni sviluppi su tutto il territorio nazionale diciamo pure che non è che l’attuazione su larga scala di quell’idea bislacca che ho avuto io 5 anni fa. Io continuerò a chiamarmi “Personal Trainer Gratuito” perché in questa definizione ci butto dentro concetti che sono del tutto miei (per esempio che io devo essere lì per dare consigli anche su attività che uno può benissimo fare anche a casa sua oltre che al parco) ma l’idea di rendere i parchi pubblici luoghi dove mettersi d’impegno a combattere la sedentarietà è comunque un’ idea alla quale aderisco pienamente. Poi i dettagli dell’esecuzione di questo progetto ovviamente saranno messi a punto da chi lo dirige ma penso comunque che ci siano dei punti base dai quali non sia possibile discostarsi più di tanto.

Queste attività devono essere gratuite per la popolazione, questo è un punto cardine dell’offerta. Se si vuole acquistare credibilità nel progetto bisogna offrirlo gratuitamente. E’ una iniziativa pubblica, è un investimento che si fa per andare a risparmiare alla fine sulle spese sanitarie e pertanto, a lungo andare è un investimento produttivo.

Gli insegnanti ovviamente devono essere qualificati ed avere una certa esperienza, ciò è fondamentale per la qualità del progetto. Alla fine l’abito viene confezionato su misura dal sarto e se il sarto sbaglia misure il disegno, il progetto, può essere anche bellissimo ma non va a buon fine. Come inquadrare questi insegnanti e come sceglierli questo è un gran mistero . E’ chiaro che ci possono essere più realtà e dal punto di vista organizzativo le soluzioni possono essere molteplici. Quando vengono coinvolti dei neo-laureati in Scienze Motorie sarebbe almeno opportuno che fossero coordinati da una persona di esperienza perché purtroppo, mai come in questo campo la pratica vale più della grammatica e non si può fare esperienza sul campo a spese di un’utenza che anche se usufruisce di un servizio gratuito ha diritto di essere seguita con attenzione e con competenza.

La scelta delle  aree è fondamentale per il successo dell’iniziativa. Vi sono, in ogni città, dei parchi che per tradizione, per consuetudine, per particolare collocazione sono certamente preferiti rispetto ad altri, è su quelli che bisogna puntare nell’offerta di assistenza e purtroppo non si può pensare che solo per l’offerta di assistenza tecnica un parco che è poco frequentato possa diventare molto frequentato. In sintesi non si mette l’assistenza tecnica ad un parco che si vuole che venga frequentato di più ma si opera proprio nel modo opposto: si studia bene qual’è il parco preferito dall’utenza per vari motivi e lì si va a proporre l’assistenza tecnica per poterla offrire a più cittadini possibile.

Io spero che oltre all’iniziativa Parchi in Movimento ne possano fiorire altre a carattere nazionale o che comunque questa possa avere un notevole sviluppo, il concetto non è di portare lo sport nei parchi pubblici in quanto lo sport ha bisogno dei suoi spazi regolamentari, delle sue strutture e dei suoi tecnici ma quello di fare in modo che chi svolge attività motoria nei parchi abbia comunque un’assistenza tecnica per certi versi simile a quella di chi è assistito da un tecnico di sport, un po’ per incentivare questa pratica e un po’ per poterla razionalizzare e rendere più efficace.

Rispetto ad un allenatore sportivo che segue con grande continuità l’allievo l’assistente tecnico per l’attività motoria nei parchi dovrà essere più “leggero” nel senso che non è necessaria una grande quantità di consigli ed un controllo senza soluzione di continuità. Questa “leggerezza” ovviamente non deve intendersi con riferimento all’oculatezza dei consigli che, al contrario, dovranno essere assolutamente molto ponderati e mirati proprio perché diretti a condizionare scelte di più giorni se non più mesi e non solo un singolo allenamento come avviene per l’atleta che pratica uno sport. Il rapporto tecnico allievo può essere proficuo quando l’allievo pensa a quello che sta facendo e, soprattutto in un rapporto di collaborazione discontinuo, percepisce quando è il momento di confrontarsi nuovamente con il tecnico per chiarire nuovi dubbi. Ovviamente anche nel progetto “Parchi in Movimento” queste cose emergeranno e come si evolveranno i tecnici nel proporlo sempre meglio si evolveranno anche gli allievi nel capire il tipo di supporto offerto da questi tecnici. Qualcosa si muove, non c’è dubbio, ho la presunzione o l’illusione di pensare che queste cose si possano muovere anche abbastanza bene perché è l’idea di partenza che è sana: nei parchi ci si riposa, si ammira la natura e si pratica pure attività fisica, con gusto e con ottima disponibilità di ossigeno.